SUONO n° 524
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INSIDE CONTROCORRENTE<br />
di Paolo Corciulo<br />
Il Grande Lebowski<br />
ama il vinile?<br />
Il rilancio ormai consolidato dell’analogico è foriero di cose belle e meno belle e, come sempre accade<br />
quando qualcosa diventa o ritorna iconico, i mercanti ne approfittano e gli stupidi annuiscono…<br />
La notizia bella? Il vinile ormai, l’avrete capito, non solo è<br />
una certezza per qualche anno a venire ma si è consolidato,<br />
ha ritrovato radici che credeva completamente inaridite e<br />
che invece mostrano nuovo vigore. Vengono riadattate fabbriche<br />
in disuso, ne nascono addirittura di nuove, si ritorna a produrre<br />
dischi in quantità e, soprattutto, il significato iconico dell’analogico<br />
(una sorta di invito allo slow Hi-Fi?) dilaga, travalicando il settore<br />
specifico e invadendo gli ambiti più vari della società, come avrete<br />
già scoperto nelle pagine precedenti di questo numero di <strong>SUONO</strong>.<br />
Ha ridato ossigeno a due settori in difficoltà, quello della produzione<br />
di apparecchiature per la riproduzione della musica e quello<br />
del software su supporto solido, ma<br />
porta con sé una sorta di effetto Re<br />
Mida che, come ognuno sa, appare<br />
straordinariamente soddisfacente<br />
salvo rivelarsi una iattura, a meno<br />
che il Dioniso di turno non gli conceda la grazia…<br />
Sul carro del vinile, in altre parole, ci si sono buttati tutti visto che<br />
la nostra società più ancora del settore specifico sembra avida di<br />
parole chiave che, in brevità, siano sinonimo di valori indiscussi…<br />
Qualche dubbio in merito lo nutro e ve lo dovreste porre anche voi<br />
Sai cosa diceva Lenin? “Tu cerca la persona<br />
che ne trae beneficio, e..., e... insomma...”<br />
Drugo<br />
lettori e non per il fatto che oltre ai cavalli di ritorno (che dimostrano<br />
nell’atteggiamento ondivago la pochezza del soggetto in sé)<br />
e alle new entry degli inesperti professionali, come sempre accade,<br />
trovi nuovo spazio chi consapevole ha deciso di utilizzare il vinile<br />
(oggi, il digitale, il CD e via dicendo in passato) come un cavallo<br />
di Troia, sfruttandolo al massimo con il risultato, ormai abituale,<br />
di ricreare anche in un segmento del mercato che sembrerebbe<br />
maturo, ovvero riservato a chi ha solide radici nel tempo, quella<br />
marmellata di proposte, idee, regole e stereotipi che nuoce più che<br />
arricchire la conoscenza del consumatore e il perseguimento di ciò<br />
che oggettivamente è “buono”.<br />
Ormai da tempo assistiamo a una<br />
apparente rincorsa tecnologica<br />
(volendo assumere come positiva<br />
questa definizione) nel campo della<br />
musica riprodotta e nello specifico<br />
per quanto attiene la qualità dei contenuti musicali utilizzati.<br />
Campionamenti e sovra-campionamenti a frequenze e risoluzione<br />
bestiali, filtri e sigle che promettono miglioramenti imperiosi,<br />
salvo scoprire che il segnale nativo è quasi sempre migliore e persino<br />
un deprecabile MP3, se realizzato nel modo giusto e con una<br />
46 <strong>SUONO</strong> marzo 2018