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SUONO n° 524

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Director’s cut<br />

Dario Deidda<br />

MY FAVOURITE STRINGS<br />

Groove Master Edition<br />

a un lungo tour con Kurt Rosenwinkel...<br />

Cambia il tuo approccio con una<br />

musica molto complessa come quella<br />

del chitarrista americano rispetto alle<br />

melodie ariose di casa?<br />

In realtà l’approccio non deve mai cambiare.<br />

I modelli a cui sono ispirato sono quei musicisti<br />

dalla loro personale “voce”, ovvero personalità,<br />

e da sempre tento di essere in quel modo.<br />

È ovvio che in contesti un po’ meno creativi,<br />

intendo dire dove non crei durante il concerto,<br />

fai attenzione solo al tipo di esecuzione, alla<br />

tecnica, alla precisione, al suono, alla scelta di<br />

una corda dove eseguire quella nota. In realtà<br />

anche nel jazz cerco di essere così. La musica di<br />

Kurt è sicuramente più complessa quindi la soglia<br />

di attenzione si deve alzare notevolmente.<br />

Ma ripeto: per quanto riguarda l’approccio, è<br />

obbligatorio essere sempre creativi rispettando<br />

la propria essenza.<br />

Si comprende la tua versatilità non<br />

solo per quanto riguarda lo stile ma<br />

anche sui tuoi gusti... ti senti un musicista<br />

jazz o universale? Perché vivere<br />

di musica è sempre molto difficoltoso,<br />

in particolare in Italia?<br />

Quando la musica è bella mi dà un’emozione,<br />

mi commuove... quindi questo stato d’animo<br />

lo puoi avvertire in qualsiasi momento, con<br />

qualsiasi tipo di musica. Personalmente mi<br />

sento un jazzista universale, capace di improvvisare<br />

su ogni materiale mi trovi ad affrontare,<br />

questo perché ritengo che ogni valido<br />

strumentista goda nel saper improvvisare<br />

qualcosa sul proprio strumento, e non parlo<br />

solo di jazz. Quando suonavo il contrabbasso<br />

in orchestra in conservatorio, a volte, durante<br />

le pause, improvvisavo qualcosa con l’archetto<br />

e gli altri musicisti si avvicinavano e mi<br />

chiedevano stupiti cosa stessi suonando…<br />

Per ciò che riguarda la vita del musicista in<br />

Italia è un discorso abbastanza lungo e risaputo:<br />

le cause sono esattamente le stesse per<br />

cui ci troviamo in questa situazione sociale,<br />

economica e politica. La musica e l’arte in<br />

generale rispecchiano interamente ciò che<br />

siamo, non possiamo bleffare. Eravamo un<br />

popolo di arte e cultura e adesso non lo siamo<br />

più. Questa involuzione che parte dalla<br />

scuola elementare a salire, sembra un disegno<br />

abbastanza chiaro. C’è qualche timido<br />

segnale almeno in merito alla voglia di<br />

migliorare, cerchiamo di crederci intanto,<br />

continuando a coltivare la bellezza autonomamente<br />

dentro di noi.<br />

<strong>SUONO</strong> marzo 2018 91

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