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SUONO n° 524

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CUT ‘N’ MIX<br />

riferimento o avevano un’identità<br />

propria e un valore<br />

artistico autonomo?<br />

Il poliziottesco, così come il western<br />

e la commedia sexy, era<br />

cinema di genere, “di cassetta”<br />

se vuoi, e ciò portava una proliferazione<br />

continua di titoli.<br />

Ne derivava anche la necessità<br />

di tanta musica per le colonne<br />

sonore. Per farla venivano<br />

coinvolte le personalità più<br />

disparate e con background<br />

diversi. Da Morricone a Umberto<br />

Small, per capirci. Anche<br />

i modelli erano variegati, alcuni<br />

provenienti dall’estero e più o<br />

meno scopiazzati - blaxploitation,<br />

Shaft, big band, prog rock<br />

- altri più inaspettati e creativi<br />

- dissonanze, musica barocca.<br />

Un bel miscuglio, quindi, che<br />

caratterizzava automaticamente<br />

e involontariamente la<br />

produzione italiana.<br />

Esistono ancora incisioni<br />

originali d’epoca di questi<br />

autori?<br />

La musica da film è una bestia<br />

rara che viene composta, eseguita,<br />

registrata e sincronizzata<br />

per la pellicola stessa, e finisce<br />

lì. Le musiche che non vengono<br />

utilizzate spesso trovano altri<br />

utilizzi come altri film e library<br />

music. Sono inoltre sicuro che<br />

nelle casseforti dei compositori<br />

e degli editori ci sono inediti<br />

che etichette come FourFlies,<br />

ad esempio, stanno riportando<br />

in vita.<br />

Quali sono le tappe che<br />

hanno portato la band<br />

al successo nazionale e<br />

internazionale?<br />

I Calibro 35 nascono nel 2007,<br />

anno di MySpace. Carico i primi<br />

pezzi sul sito e dopo, boh,<br />

una settimana, mi contatta la<br />

BBC per avere i brani da poter<br />

trasmettere. È cominciato tutto<br />

così. Incredibile ma vero.<br />

Le esibizioni live della<br />

band riescono a restituire<br />

l’atmosfera cinematografica<br />

che è all’origine della<br />

musica?<br />

C’è stato un periodo in cui abbiamo<br />

proiettato spezzoni di<br />

film durante i concerti ma le<br />

trovavamo un po’ distraenti da<br />

quello che è l’elemento principale<br />

dello spettacolo, ovvero<br />

la musica. Magari ritorneremo<br />

sull’idea.<br />

Come si è evoluta musicalmente<br />

la band? Il passaggio<br />

alla scrittura di brani originali<br />

risponde alla necessità<br />

di non rimanere confinati<br />

all’interno del cliché della<br />

cover band, per quanto<br />

estremamente raffinata?<br />

Lo stereotipo negativo della<br />

cover band non ci riguarda.<br />

Chi faceva le “cover” di una<br />

colonna sonora sconosciuta di<br />

Peppino de Luca? Paragonarci<br />

alla Combriccola del Blasco<br />

sarebbe quantomeno miope.<br />

È semplicemente successo<br />

perché siamo persone curiose<br />

e dopo aver studiato la musica<br />

fatta da altri ci siamo trovati a<br />

farla anche noi.<br />

Perché hai deciso di stabilirti<br />

a Londra e com’è vivere<br />

nella capitale inglese nel<br />

periodo della Brexit?<br />

Londra è un crocevia di culture,<br />

idee, progetti, persone. Un posto<br />

che offre moltissimi stimoli<br />

di cui volevo approfittare sul<br />

piano creativo. La Brexit rischia<br />

di cambiare le cose. Vedremo<br />

come va.<br />

Hai contatti con il mondo<br />

musicale britannico? Quali<br />

sono gli artisti britannici<br />

che apprezzi di più?<br />

Fortunatamente lavoro con<br />

artisti di tutto il mondo. La<br />

scena britannica è fervida<br />

e feconda, basti pensare al<br />

nuovo jazz inglese (Bunker &<br />

Moses, Yuseef Kamaal, Nubya<br />

Garcia, Shabaka Hutchkings),<br />

al grime o ai soulful singers<br />

di South London come Puma<br />

Blue, Oscar Jerome o Jordan<br />

Rakei.<br />

Di recente ho intervistato<br />

per <strong>SUONO</strong> l’illustratore<br />

pop inglese Des Taylor che,<br />

a sorpresa, ha citato fra i<br />

suoi musicisti preferiti due<br />

compositori italiani che<br />

sono stati autori di colonne<br />

sonore e hanno frequentato<br />

il genere funky: Puccio<br />

Roelens e Mario Molino.<br />

Cosa ne pensi?<br />

Non mi stupisce. Sempre più<br />

spesso incontro persone che<br />

conoscono musica italiana di<br />

qualità che da noi è praticamente<br />

sconosciuta. Di recente<br />

ho aiutato a tradurre un film<br />

sulla library music internazionale<br />

ed è pieno di interviste<br />

a musicisti italiani. Artisti di<br />

valore che, purtroppo, in Italia<br />

non hanno visibilità.<br />

94 <strong>SUONO</strong> marzo 2018

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