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SUONO n° 524

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Director’s cut<br />

Perchè proprio il nome Corallium?<br />

Eh, qui c’è una storia dietro, onirica. (ride)<br />

In sede embrionale con il mio socio, Dario<br />

Mancini, non riuscivamo a trovare il nome,<br />

un guaio. Una sera, però, sognai di nuotare<br />

al mare e di stringere questo corallo. Il giorno<br />

dopo ho ricercato poi notizie sul questo elemento:<br />

oltre a essere prezioso, è formato da<br />

tanti piccoli elementi, i polipi, che per vivere<br />

hanno bisogno l’uno e dell’altro. Mettersi insieme<br />

per essere vita. Come qualsiasi gruppo<br />

sociale, anche l’Orchestra non può prescindere<br />

dalla cooperazione e si basa soprattutto<br />

sull’attitudine all’ascolto.<br />

Educare alla musica, educare alla<br />

bellezza. Il prossimo spettacolo è incentrato<br />

sull’opera Pierino e il Lupo,<br />

commissionata negli anni ’30 per educare<br />

i giovanissimi alla musica. Cosa<br />

occorre oggi?<br />

Innanzitutto la prima cosa da cambiare è<br />

l’atteggiamento mentale sulla musica. Non<br />

può essere considerato solo un hobby ma è<br />

un lavoro. Chiaramente le cause sono tante.<br />

Io renderei obbligatoria la musica alle scuole<br />

elementari e medie, per abituare all’ascolto.<br />

La musica è un linguaggio, con il proprio<br />

alfabeto, come le lettere: così come queste<br />

si uniscono in poesia le note si uniscono in<br />

sinfonia. La differenza è nella familiarità con<br />

quel linguaggio.<br />

Noi sappiamo che questa familiarità, emotività<br />

con la musica ha il suo massimo sviluppo<br />

nei bambini fino ai nove anni, dopo di che<br />

diventa difficile introdurli alla musica, va<br />

fatto prima. Un altro problema è che forse la<br />

musica classica si porta addosso questa etichetta<br />

di “troppo elevata”, non sono in grado<br />

di capire, non mi avvicino.<br />

Forse perché, non disponendo di un<br />

testo, la storia che racconta è più difficile<br />

da ascoltare.<br />

Giusto, il racconto è più difficile ma lo è anche<br />

se senza parole. Il concerto sinfonico ha più<br />

strati, il racconto ritmico e cadenzato, storia<br />

non verbale ma comunque con una trama, un<br />

filo, anche solo emotivo. C’è tutta la musica a<br />

programma, come i poemi sinfonici, che sono<br />

messe in musica di un’idea che sta alla base,<br />

pre-musicale diciamo. Il compositore scrive<br />

quindi con la musica un’idea extramusicale<br />

dichiarata. Come Strauss che ripropone emotivamente<br />

la storia del Don Chisciotte.<br />

Questa percezione di distanza tra la musica<br />

classica e il pubblico è colmabile?<br />

Qui è anche una questione di situazioni.<br />

In questo momento siamo in un mondo in<br />

cui il luogo deputato alla musica classica è il<br />

teatro, poiché è un tipo di musica totalmente<br />

diversa dalla musica di sottofondo di cui<br />

siamo bombardati. È una musica che non<br />

rende dal vivo, o meglio, rende meno. Pensa a<br />

YouTube, strumento altamente democratico,<br />

chiunque può ascoltare ogni tipo di musica,<br />

anche se non ha i mezzi. La domanda è: si<br />

ascolta musica classica su YouTube? Secondo<br />

me no. Il fruitore medio non va tendenzialmente<br />

a cercare Bohème. Se accadesse magari<br />

poi si andrebbe a sentire Tosca al San<br />

Carlo. È una questione di stimolo, secondo<br />

me. Se lo senti sul computer, probabilmente<br />

non ti innamori, sei penalizzato. Secondo me<br />

maggiore musica in piazza potrebbe essere<br />

una soluzione. Fare in modo che il pubblico<br />

la incontri. La musica classica nasce anche<br />

come “popolare”, nonostante mi renda rendo<br />

conto che non sia semplice portare novanta<br />

musicisti in piazza. Purtroppo gli investimenti<br />

non ci sono.<br />

La scelta di Corallium e del teatro Bellini<br />

di rendere fruibile a prezzi politici<br />

la classica è un inizio.<br />

Sì ma non basta, il pubblico va informato,<br />

serve una nuova linea di comunicazione. Chi<br />

ha dieci anni ora potrà pensare di spendere<br />

10 euro non solo per la ricarica al cellulare<br />

ma per andare al teatro, mettendoli almeno<br />

sullo stesso piano. Mi è capitato di andare<br />

a suonare in un nido, dagli 0 ai 3 anni. Nel<br />

momento in cui ho suonato il mio violino ho<br />

suscitato delle reazioni che sono sicuro rimarranno<br />

loro per tutta la vita. Sono entrati<br />

in empatia con la musica. Ci si deve allenare<br />

alla sensibilità.<br />

<strong>SUONO</strong> marzo 2018 89

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