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Italia a Tavola Febbraio 2020

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TURISMO<br />

di Alberto Lupini<br />

Da una capitale della Cultura<br />

ad una della Scienza. Con<br />

l’avvicendamento fra Matera<br />

e Trieste, l’Europa tiene ancora un faro<br />

acceso sull’<strong>Italia</strong>, attivando nuove opportunità<br />

di flussi turistici. E poi ci sono<br />

i siti Unesco, non ultime le città creative,<br />

che sono nuove luci sulla Penisola. Se dovessimo<br />

fermarci all’elenco delle nuove<br />

occasioni che si presentano ci sarebbe da<br />

essere ottimisti sul contributo che il turismo<br />

può garantire al nostro Pil. E tutto<br />

ciò senza dimenticare il risveglio che ha<br />

registrato l’Enit che, dopo anni di sostanziale<br />

inutilità, sembra essere diventato<br />

negli ultimi mesi un reale strumento di<br />

promozione.<br />

Ma tutte queste iniziative stanno realmente<br />

incidendo su un comparto che<br />

continua ad essere fra i più arretrati in<br />

Europa in termini di efficienza dei servizi,<br />

formazione del personale e innovazione<br />

delle strutture di accoglienza? Stando<br />

alla recente esperienza di Matera ci sarebbe<br />

da avanzare qualche dubbio. Il richiamo<br />

di turisti sembra essersi fermato<br />

lì, senza coinvolgere territori più vasti o<br />

altri centri minori. E del resto la concentrazione<br />

dei flussi sulle grandi città d’arte<br />

(con tutti i ben noti problemi di vivibilità<br />

e di fruibilità dei luoghi di Roma, Venezia<br />

o Firenze) è una delle questioni di fondo<br />

che ingessano il nostro turismo.<br />

Accessibilità e accoglienza efficiente<br />

in tutta <strong>Italia</strong> sono la vera sfida per fare<br />

del turismo uno degli asset di un nuovo<br />

ciclo di sviluppo virtuoso in <strong>Italia</strong>. Ma<br />

cosa si sta facendo per questo? Le migliaia<br />

di opportunità presenti in tutte le province<br />

su che reti di promozione e servizi<br />

possono contare oggi? Dopo che il secondo<br />

Governo Conte ha smembrato il progetto<br />

del “Conte 1” di valorizzare l’enogastronomia<br />

come nuovo polo di sviluppo<br />

turistico (dando più attenzione anche al<br />

settore agricolo e utilizzando un po’ delle<br />

risorse di questo ministero), siamo in attesa<br />

di una qualche strategia alternativa<br />

per dare valore ai centri minori, alla cosiddetta<br />

<strong>Italia</strong> di serie B, anche se è quella<br />

che nei fatti assorbe più turismo.<br />

Con un’aggravante di non poco conto.<br />

Se è giusto che i poli culturali siano<br />

accessibili il più possibile a tutti gli italiani,<br />

perché ci precludiamo la possibilità di<br />

reperire risorse importanti come fanno in<br />

tutti i Paesi del mondo? A inizio gennaio<br />

Bruno Vespa ha lanciato una provocazione<br />

assolutamente centrale in questa<br />

prospettiva: il biglietto per visitare Petra<br />

in Giordania costa ad esempio 65 euro<br />

e nel milione di visitatori annui una fetta<br />

importante è composta da italiani. A<br />

Pompei, che non è inferiore a Petra per<br />

importanza e notorietà, si pagano 15 euro<br />

per 4 milioni di visitatori. Un costo d’ingresso<br />

superiore, anche di poco, garantirebbe<br />

risorse per migliorare il sito e sostenere<br />

altre località che versano in stato<br />

pietoso (pensiamo solo ai Campi Flegrei<br />

per restare in zona).<br />

Servono scelte coraggiose e soprattutto<br />

una strategia politica chiara. Di<br />

chiacchere il Paese è stanco e se non valorizziamo<br />

tutte le ricchezze sparse nella<br />

Penisola e nelle isole che ci hanno lasciato<br />

la storia (arte) e le tradizioni (stile<br />

di vita e enogastronomia) perderemo<br />

un’occasione straordinaria. Lo sviluppo<br />

del turismo fuori dalle città d’arte più importanti<br />

è fondamentale e su questo tema<br />

incentreremo gli eventi legati al Premio<br />

<strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong>, che si terrà fra il 28 e il 29<br />

marzo, non casualmente, a Gubbio.<br />

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