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La Freccia Ottobre 2020

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PIO CESARE: SUA MAESTÀ IL BAROLO NEL CUORE DI ALBA<br />

«<br />

Il Bricco, a Treiso (CN), nella zona di Barbaresco,<br />

è il vigneto a cui sono più legata. In cima a quella<br />

collina c’è la casa dove trascorrevo l’estate<br />

con i miei nonni».<br />

Così racconta Federica Boffa, 22 anni, quinta generazione<br />

di Pio Cesare, l’azienda di famiglia che dal cuore<br />

di Alba, l’unica delimitata da antiche mura romane,<br />

consegna al mondo la nobile declinazione enologica<br />

piemontese.<br />

Siamo tra le dolci colline delle <strong>La</strong>nghe, nelle zone del<br />

Barolo e del Barbaresco, dove i 70 ettari dell’azienda,<br />

ubicati in zone limitrofe ma non identiche, consentono<br />

di produrre vini rappresentativi dei terroir.<br />

Tra le etichette ecco i “single-vineyard” come il Barolo<br />

Ornato, piccola selezione dall’omonimo vigneto di Cascina<br />

Ornato, a Serralunga d’Alba (CN), prima vendemmia<br />

1985, un vino di grande struttura, freschezza e longevità.<br />

Il Barbaresco Il Bricco, da un vigneto ad elevata<br />

altitudine, affina 30 mesi in botti di rovere e si presenta<br />

di grande potenza, ricco di frutto maturo. Da segnare il<br />

Piodilei, 100% Chardonnay, intenso, cremoso, speziato.<br />

I Boffa, hanno inoltre riscoperto una ricetta del bisnonno:<br />

26 erbe differenti per produrre il tradizionale vermouth<br />

di Torino. «Chi vede una nostra bottiglia deve<br />

vedere che dietro ci siamo noi, una famiglia», conclude<br />

Federica.<br />

piocesare.it<br />

Federica Boffa<br />

UNA MAGISTRALE BISTECCA DI FRONTE AL DUOMO DI FIRENZE<br />

Gianni Frijia<br />

Le “buche” rappresentano nella storia e nella<br />

tradizione della ristorazione fiorentina un capitolo<br />

importante. Fin dal 300 questi luoghi erano<br />

ritrovi conviviali, mescite, poi trattorie, oggi ristoranti<br />

che conservano e consegnano la tipicità della cucina<br />

locale.<br />

Sono meno di dieci, oggi, quelle attive a Firenze e Buca<br />

San Giovanni, nata nel 1882, apre le sue porte di fronte<br />

al Duomo e al Battistero, da cui prende il nome.<br />

I proprietari sono i fratelli Frijia: Gianni, Vito e Piero. <strong>La</strong><br />

Buca San Giovanni lavora con grande attenzione e rigore<br />

nel rispetto delle materie prime, a partire dalla<br />

pasta fatta in casa e i tipici crostini di fegato e milza,<br />

fino alla celebre bistecca, regina della tavola. Il locale è<br />

frequentato dalla Firenze delle istituzioni e dello sport: i<br />

giocatori della Fiorentina sono di casa e non si perdono<br />

i Rigatoni della Buca o la Ribollita. Qui i buongustai cercano<br />

e trovano la vera tradizione. Una cantina di adeguato<br />

livello spazia nel meglio della Toscana e appaga<br />

anche con scelte enologiche di altre regioni. Servizio<br />

attento e gentile e in sala regna l’ospitalità di Gianni.<br />

bucasangiovanni.it<br />

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