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TRAVEL<br />
Oltre il vetro c’è un’Italia intera da<br />
ammirare. Anche io sono spesso chino<br />
sul cellulare, ma all’improvviso<br />
apro lo sguardo e mi faccio sorprendere<br />
dal paesaggio. Squarci di mondo<br />
esterno entrano nel treno, è una bella<br />
sensazione. Spesso non si guardano<br />
più neanche i volti degli altri, per una<br />
sorta di imbarazzo verso gli sconosciuti.<br />
Bisognerebbe inventare qualcosa<br />
per solleticare le forme di confidenza.<br />
Con il tuo ultimo libro, <strong>La</strong> cura dello<br />
sguardo, stai percorrendo l’Italia da<br />
Nord a Sud. Hai tenuto incontri nei<br />
piccoli borghi, nelle piazze dei paesi,<br />
persino in montagna. <strong>La</strong> poesia,<br />
come recita il libro, è una farmacia?<br />
Lo è sempre stata. Quando leggi dimentichi<br />
te stesso. Poesia è catarsi,<br />
come la visione di un film di paura.<br />
Nel libro ho raccolto testi che rappresentano<br />
un’apertura verso l’altro, anche<br />
per argomenti considerati intimi.<br />
Un modo per creare fratellanza fra<br />
una mia ferita e la ferita dell’altro. Una<br />
lettura consolante, e consolare gli afflitti<br />
è un bel compito. Ed è così anche<br />
per la ferrovia. Sarei felice se si fosse<br />
sempre molto attenti alle esigenze<br />
dei viaggiatori deboli.<br />
Nelle stazioni, o nelle zone limitrofe,<br />
ci sono gli Help Center, sportelli di<br />
ascolto che orientano le persone in<br />
difficoltà verso i servizi sociali della<br />
città…<br />
Sono una buona idea. <strong>La</strong> stazione<br />
deve essere un luogo caldo e caloroso,<br />
un luogo dove si intrecciano tante<br />
storie, anche un luogo di amori improvvisi.<br />
Improvvisi?<br />
Io ho sempre gli occhi aperti in stazione,<br />
per aspettare le piccole epifanie<br />
sentimentali. Ti innamori per dieci secondi<br />
di un passante che sale sul treno,<br />
e pensi che non lo incontrerai mai<br />
più. Mi è successo da Roma a Livorno,<br />
molto tempo fa. È il mistero degli sconosciuti,<br />
ritrovarsi faccia a faccia per<br />
qualche minuto e poi mai più. Tutto<br />
ciò non può avvenire in un’automobile,<br />
perché non è un luogo della socialità.<br />
Franco, ti autodefinisci paesologo.<br />
Ma cosa fa il paesologo?<br />
Si occupa del paese, ma non del proprio<br />
e del passato come il paesanologo.<br />
Ha cura invece del presente e<br />
dell’avvenire del paese. E il mio lavoro<br />
Franco Arminio<br />
nasce proprio da questa scommessa,<br />
che i paesi hanno un avvenire.<br />
Bisaccia (AV), città natale di Franco Arminio<br />
© Giambattista/AdobeStock<br />
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