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La Freccia Ottobre 2020

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TRAVEL<br />

Oltre il vetro c’è un’Italia intera da<br />

ammirare. Anche io sono spesso chino<br />

sul cellulare, ma all’improvviso<br />

apro lo sguardo e mi faccio sorprendere<br />

dal paesaggio. Squarci di mondo<br />

esterno entrano nel treno, è una bella<br />

sensazione. Spesso non si guardano<br />

più neanche i volti degli altri, per una<br />

sorta di imbarazzo verso gli sconosciuti.<br />

Bisognerebbe inventare qualcosa<br />

per solleticare le forme di confidenza.<br />

Con il tuo ultimo libro, <strong>La</strong> cura dello<br />

sguardo, stai percorrendo l’Italia da<br />

Nord a Sud. Hai tenuto incontri nei<br />

piccoli borghi, nelle piazze dei paesi,<br />

persino in montagna. <strong>La</strong> poesia,<br />

come recita il libro, è una farmacia?<br />

Lo è sempre stata. Quando leggi dimentichi<br />

te stesso. Poesia è catarsi,<br />

come la visione di un film di paura.<br />

Nel libro ho raccolto testi che rappresentano<br />

un’apertura verso l’altro, anche<br />

per argomenti considerati intimi.<br />

Un modo per creare fratellanza fra<br />

una mia ferita e la ferita dell’altro. Una<br />

lettura consolante, e consolare gli afflitti<br />

è un bel compito. Ed è così anche<br />

per la ferrovia. Sarei felice se si fosse<br />

sempre molto attenti alle esigenze<br />

dei viaggiatori deboli.<br />

Nelle stazioni, o nelle zone limitrofe,<br />

ci sono gli Help Center, sportelli di<br />

ascolto che orientano le persone in<br />

difficoltà verso i servizi sociali della<br />

città…<br />

Sono una buona idea. <strong>La</strong> stazione<br />

deve essere un luogo caldo e caloroso,<br />

un luogo dove si intrecciano tante<br />

storie, anche un luogo di amori improvvisi.<br />

Improvvisi?<br />

Io ho sempre gli occhi aperti in stazione,<br />

per aspettare le piccole epifanie<br />

sentimentali. Ti innamori per dieci secondi<br />

di un passante che sale sul treno,<br />

e pensi che non lo incontrerai mai<br />

più. Mi è successo da Roma a Livorno,<br />

molto tempo fa. È il mistero degli sconosciuti,<br />

ritrovarsi faccia a faccia per<br />

qualche minuto e poi mai più. Tutto<br />

ciò non può avvenire in un’automobile,<br />

perché non è un luogo della socialità.<br />

Franco, ti autodefinisci paesologo.<br />

Ma cosa fa il paesologo?<br />

Si occupa del paese, ma non del proprio<br />

e del passato come il paesanologo.<br />

Ha cura invece del presente e<br />

dell’avvenire del paese. E il mio lavoro<br />

Franco Arminio<br />

nasce proprio da questa scommessa,<br />

che i paesi hanno un avvenire.<br />

Bisaccia (AV), città natale di Franco Arminio<br />

© Giambattista/AdobeStock<br />

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