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anche con un elegante intervento<br />
allestitivo pensato per ridimensionare<br />
la monumentalità della sede<br />
espositiva, senza però celarla.<br />
Il vostro progetto che immagine<br />
vuole offrire al nostro Paese e<br />
all’estero?<br />
[Sarah Cosulich] Vuole comunicare<br />
che l’arte italiana non è fatta solo da<br />
poche personalità conosciute a livello<br />
internazionale ma da un complesso<br />
mondo di stimoli, prospettive<br />
e immaginari destabilizzanti che<br />
vanno narrati. Un’immagine legata<br />
all’oggi, che parli dell’Italia in ottica<br />
globale. Il respiro, così simbolico<br />
alla luce dei recenti eventi, è toccato<br />
in modo casuale da alcuni lavori<br />
esposti, come a cogliere inaspettatamente<br />
l’aria del tempo.<br />
[Stefano Collicelli Cagol] Vuole offrire<br />
un’immagine in grado di confermare<br />
e al tempo stesso stupire.<br />
Per esempio sarà riletto il lavoro di<br />
molti artisti alla luce del glamour<br />
e dell’eleganza imputata in tutto il<br />
mondo al made in Italy. <strong>La</strong> mostra<br />
affronta questioni globali come<br />
ecologia e sostenibilità, identità<br />
sessuale, desiderio erotico, fino alla<br />
ricerca dell’incommensurabile.<br />
Occhi puntati sui giovani che oggi<br />
sono quelli più in difficoltà. Quanto<br />
spazio hanno?<br />
In particolare in Italia, patiscono le<br />
difficoltà economiche e strutturali<br />
del sistema e hanno poche occasioni<br />
di visibilità. Per noi rappresentano<br />
il centro della nostra attività e<br />
delle tante iniziative realizzate con<br />
la Quadriennale. Siamo felici di poter<br />
incontrare una generazione ricca<br />
di energie e visioni che sarà destinata<br />
a crescere nei prossimi anni.<br />
Il Covid-19 come ha cambiato e<br />
cambierà i contenuti e l’approccio<br />
alla ricerca espressiva?<br />
È ancora troppo presto per capire<br />
quali saranno le conseguenze<br />
di questo periodo sull’arte e sulle<br />
immagini prodotte, anche se sicuramente<br />
c’è stata una reazione. <strong>La</strong><br />
pandemia esiste nel nostro presente,<br />
nella consapevolezza degli<br />
artisti così come in quella dei visitatori,<br />
ma non è il tema principale<br />
della mostra. I progetti raccontano<br />
60 anni di creatività italiana visti<br />
attraverso uno sguardo immerso<br />
nella complessità del mondo in cui<br />
viviamo.<br />
Col supporto degli archivi, avete<br />
tracciato un racconto sull’evoluzione<br />
dei linguaggi dagli anni ’60 a<br />
oggi. Un episodio storico che vi ha<br />
colpito?<br />
[SC] <strong>La</strong> coreografa e artista Simone<br />
Forti lascia l’Italia da piccola con i<br />
genitori, durante le leggi razziali,<br />
con la scusa di una vacanza sciistica.<br />
Grazie a questa fuga si salva e<br />
diviene americana tornando in Italia<br />
per portare il meglio della ricerca<br />
multidisciplinare e d’avanguardia.<br />
Lisetta Carmi, invece, è obbligata a<br />
interrompere gli studi e a emigrare<br />
in Svizzera, quando rientra svolge il<br />
suo lavoro fotografico rivoluzionario<br />
da autodidatta.<br />
[SCC] Corrado Cagli, pittore magnificato<br />
alla seconda Quadriennale<br />
del 1935, con quattro tele presentate<br />
nella rotonda d’onore viene<br />
escluso dalla terza edizione nel<br />
1939, a causa delle leggi razziali.<br />
Se un Paese volge le spalle ai propri<br />
talenti e ai concittadini resta una<br />
macchia indelebile nella storia culturale.<br />
<strong>La</strong> domanda delle domande. A<br />
cosa e a chi serve l’arte?<br />
[SC] A ricordarci l’importanza di essere<br />
e guardare Fuori.<br />
[SCC] A ricordarci l’importanza di<br />
pensare Fuori (dagli schemi).<br />
quadriennalediroma.org<br />
quadriennalediroma<br />
la_Quadriennale<br />
quadriennalediroma<br />
Giuseppe Chiari<br />
Lontani indipendenti... (1999)<br />
Collezione Liliana Dematteis<br />
Courtesy Frittelli arte contemporanea, Firenze<br />
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