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La Freccia Ottobre 2020

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orazione con la galleria italo-inglese<br />

Dorothy Circus di Alexandra Mazzanti,<br />

compaiono Millo (Italia), Miss Van<br />

(Francia), Hyuro (Spagna), Saner (Messico),<br />

Erik Jones (USA), Kobra (Brasile),<br />

Ron English (USA), Blic (Filippine),<br />

Messy Desk (Hong Kong), Ahoy (Australia)<br />

e Seth (Francia). L’interesse di<br />

questo progetto si estende a un’ulteriore<br />

riflessione, quella cioè del contributo<br />

determinante del post-graffiti/<br />

street art al rinnovamento della pittura<br />

e della scultura contemporanea.<br />

D’altronde gli stessi street artist, nel<br />

corso di breve tempo, hanno esteso la<br />

loro ricerca dalle strade alle superfici<br />

delle tele e questa recente estensione<br />

sarà documentata nella mostra<br />

di Portonaccio, non a caso intitolata<br />

Outside/In. Street artist internazionali,<br />

dal muro alla tela, dal 30 ottobre al 20<br />

febbraio 2021.<br />

A molti di loro non vanno riconosciute<br />

soltanto immediatezza, vivacità e<br />

freschezza concettuale, ma anche un<br />

innegabile buongusto di cui altri versanti<br />

dell’arte contemporanea, anche<br />

in questi tempi recentissimi, appaiono<br />

orfani. Sempre il 30 ottobre, al civico<br />

5 di via Arimondi, sarà l’occasione<br />

per presentare la prima tappa di One<br />

City, un progetto di sensibilizzazione<br />

sociale e rigenerazione urbana attraverso<br />

il linguaggio della street art. Per<br />

saperne di più, abbiamo intervistato<br />

l’avvocato Luisa Melara, presidente di<br />

Arimondi Circle.<br />

Perché tra tutti i linguaggi artistici ha<br />

scelto proprio la street art?<br />

Perché ritengo che sia una forma d’arte<br />

straordinariamente inclusiva e con<br />

una dirompente carica pedagogica<br />

per l’individuo, per le comunità e per<br />

chi ci governa. <strong>La</strong> street art consente<br />

di visualizzare, su un piano di concretezza<br />

e immediatezza, i valori laici<br />

della democrazia, dello stato di diritto<br />

e delle libertà. E ci ricorda di non dimenticare.<br />

Questo perché la filosofia<br />

di quest’arte si è affermata nel tempo<br />

come nuova forma di attivismo per i<br />

diritti civili, come invito partecipativo<br />

alla riflessione comunitaria, come<br />

atto di sprone per il risveglio delle<br />

coscienze, come forma di protesta<br />

per non restare in silenzio, come strumento<br />

di ri-progettazione e di ri-generazione<br />

urbana. Insomma, la street<br />

Vista sul quartiere di Portonaccio dalla sede di Arimondi Circle<br />

art è un linguaggio che può e deve accoglierlo e riconoscersi nei valori<br />

essere valorizzato per la crescita culturale<br />

e civile di un Paese.<br />

veicolare.<br />

universali e senza tempo che intende<br />

Come nasce One City e cosa significa Entriamo nel vivo del progetto: come<br />

il titolo di questa iniziativa?<br />

si articola?<br />

L’ho scelto perché l’obiettivo è quello L’idea è quella di partire dai valori<br />

di comunicare, attraverso l’arte contemporanea,<br />

l’unione nelle diversità Cicerone (dignitas, auctoritas, urbani-<br />

identitari del bonus civis descritti da<br />

di una metropoli e delle molteplici tas, humanitas, clementia, pax, abstinentia,<br />

aequitas, consilium, costantia,<br />

comunità che la popolano e la arricchiscono.<br />

Dalla periferia al centro e gravitas, decorum, ecc.) e collegarli<br />

dal centro alla periferia, il progetto alla nostra Costituzione, dai padri<br />

prevede il coinvolgimento di tutti i costituenti a oggi. A ogni municipio<br />

municipi di Roma che, spero, possano vengono attribuiti due di questi valori,<br />

© Omar Golli<br />

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