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UN TRENO DI LIBRI<br />
Invito alla lettura di Alberto Brandani<br />
[Presidente giuria letteraria Premio Internazionale Elba-Brignetti]<br />
In viaggio con il Prof<br />
IL BAMBINO NASCOSTO<br />
UNA STORIA DI CAMORRA, AMORE E PATERNITÀ<br />
Sono due le voci di questo romanzo,<br />
due voci alte, risonanti<br />
e commoventi allo stesso<br />
tempo, ma ugualmente innocenti.<br />
Una è quella di Gabriele Santoro, un<br />
maestro di pianoforte, colto e un po’<br />
misogino, che vive da solo nel quartiere<br />
malfamato di Forcella a Napoli; l’altra<br />
è di Ciro, un ragazzino di dieci anni, figlio<br />
di Carmine, uno degli scagnozzi del<br />
boss camorrista di zona.<br />
<strong>La</strong> malavita, senza troppa difficoltà, gestisce<br />
e influenza una parte importante<br />
della vita cittadina e chi nasce all’interno<br />
di un certo contesto non può far<br />
altro che crescere in fretta, bruciando<br />
spesso le tappe della vita. Per chi ha un<br />
genitore camorrista è normale utilizzare<br />
un’arma e conoscerne i componenti,<br />
è ordinaria amministrazione scippare le<br />
anziane signore ed è doveroso sapere<br />
che i debiti si pagano sempre.<br />
Un giorno, mentre aspetta un pacco,<br />
Gabriele lascia la porta di casa socchiusa<br />
e si ritrova di fronte Ciro. Il ragazzino,<br />
durante uno scippo, ha provocato<br />
la morte della madre del boss e viene<br />
subito braccato dai killer per riparare<br />
allo sgarro.<br />
Comincia così la strana convivenza tra<br />
l’intellettuale raffinato e il bambino delinquente<br />
e straccione, che si nasconde<br />
a casa sua per sfuggire alla morte. L’uno<br />
parla italiano, l’altro un dialetto smozzicato,<br />
rozzo. Sembra che fra il pianista<br />
solitario e un po’ depresso e il figlio di un<br />
camorrista che a dieci anni ne ha viste<br />
già di tutti i colori non ci sia possibilità di<br />
rapporto. Invece, nei 15 giorni della loro<br />
vita in comune, anche se Santoro sa di<br />
essere sospettato e in pericolo, scatta<br />
fra i due un affetto profondo, come<br />
se l’uno avesse bisogno dell’altro, se il<br />
piccolo potesse insegnare al grande i<br />
misteri della vita reale, difficile, violenta,<br />
sanguinosa, mentre il pianista può offrire<br />
libri e spartiti rari, lezioni di musica e<br />
poesie, accudimento e affetto.<br />
Punti di incontro, insomma: l’umanità<br />
che riesce a farci riconoscere come<br />
persone e scaccia i pregiudizi; la consapevolezza<br />
di potersi fidare di qualcuno,<br />
che inonda l’animo di una purissima serenità;<br />
la musica, considerata sia come<br />
energia che smuove emozioni profonde<br />
sia come passione da vivere e da<br />
trasmettere.<br />
S’instaura un rapporto di intensa emotività,<br />
di fiducia e rispetto, in cui il maestro<br />
prova il piacere di trovare a casa qualcuno<br />
che l’aspetta e Ciro recupera una<br />
parte della sua infanzia rubata, torna<br />
un po’ il bambino che sarebbe stato se<br />
non fosse nato in un’ambiente criminale<br />
e tragicamente insano. E sin dall’inizio è<br />
chiaro che Gabriele Santoro è determinato<br />
a correre qualunque rischio pur di<br />
proteggere Ciro, in nome di un amore<br />
profondo, più forte di quello che i veri<br />
genitori sono in grado di offrirgli.<br />
Gabriele ha un fratello magistrato, Renato,<br />
con cui è in dissidio; un padre<br />
novantenne, Massimo, vecchio professore<br />
di filosofia; un compagno di vita,<br />
Biagio, da cui si è allontanato. Dunque,<br />
deve scegliere da solo e la sua integrità<br />
interiore lo fa decidere per la protezione<br />
di un innocente, anche se sa che potrebbe<br />
costargli la vita.<br />
Inevitabile lo scontro con il fratello magistrato,<br />
è come se la compassione si<br />
confrontasse con la durezza della legge,<br />
che non fa eccezioni e potrà costargli<br />
un’accusa per sottrazione di minore.<br />
Roberto Andò, fresco vincitore del Premio<br />
Elba-Brignetti <strong>2020</strong>, pone in modo<br />
toccante il problema dell’abitudine al<br />
male, di come la rassegnazione sia già<br />
di per sé peggiore del male stesso. Una<br />
riflessione profonda con una grande<br />
apertura morale: la misericordia supera<br />
sempre la giustizia? Sì, in questo caso il<br />
bene vince sul male, ma al prezzo del<br />
sacrificio espiatorio dell’innocente. Perciò,<br />
a ragione, il maestro dice: «Se non<br />
dovessi tornare, sappiate che non sono<br />
mai partito».<br />
Ho lasciato per ultimi i colori di Napoli,<br />
illividita nella rassegnazione che fa perdere<br />
l’intensità del paesaggio. Per ricordarci<br />
che le sfumature più limpide nascono<br />
sempre dalla serenità interiore.<br />
<strong>La</strong> nave di Teseo, pp. 221 € 17<br />
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