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La Freccia Ottobre 2020

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UN TRENO DI LIBRI<br />

Invito alla lettura di Alberto Brandani<br />

[Presidente giuria letteraria Premio Internazionale Elba-Brignetti]<br />

In viaggio con il Prof<br />

IL BAMBINO NASCOSTO<br />

UNA STORIA DI CAMORRA, AMORE E PATERNITÀ<br />

Sono due le voci di questo romanzo,<br />

due voci alte, risonanti<br />

e commoventi allo stesso<br />

tempo, ma ugualmente innocenti.<br />

Una è quella di Gabriele Santoro, un<br />

maestro di pianoforte, colto e un po’<br />

misogino, che vive da solo nel quartiere<br />

malfamato di Forcella a Napoli; l’altra<br />

è di Ciro, un ragazzino di dieci anni, figlio<br />

di Carmine, uno degli scagnozzi del<br />

boss camorrista di zona.<br />

<strong>La</strong> malavita, senza troppa difficoltà, gestisce<br />

e influenza una parte importante<br />

della vita cittadina e chi nasce all’interno<br />

di un certo contesto non può far<br />

altro che crescere in fretta, bruciando<br />

spesso le tappe della vita. Per chi ha un<br />

genitore camorrista è normale utilizzare<br />

un’arma e conoscerne i componenti,<br />

è ordinaria amministrazione scippare le<br />

anziane signore ed è doveroso sapere<br />

che i debiti si pagano sempre.<br />

Un giorno, mentre aspetta un pacco,<br />

Gabriele lascia la porta di casa socchiusa<br />

e si ritrova di fronte Ciro. Il ragazzino,<br />

durante uno scippo, ha provocato<br />

la morte della madre del boss e viene<br />

subito braccato dai killer per riparare<br />

allo sgarro.<br />

Comincia così la strana convivenza tra<br />

l’intellettuale raffinato e il bambino delinquente<br />

e straccione, che si nasconde<br />

a casa sua per sfuggire alla morte. L’uno<br />

parla italiano, l’altro un dialetto smozzicato,<br />

rozzo. Sembra che fra il pianista<br />

solitario e un po’ depresso e il figlio di un<br />

camorrista che a dieci anni ne ha viste<br />

già di tutti i colori non ci sia possibilità di<br />

rapporto. Invece, nei 15 giorni della loro<br />

vita in comune, anche se Santoro sa di<br />

essere sospettato e in pericolo, scatta<br />

fra i due un affetto profondo, come<br />

se l’uno avesse bisogno dell’altro, se il<br />

piccolo potesse insegnare al grande i<br />

misteri della vita reale, difficile, violenta,<br />

sanguinosa, mentre il pianista può offrire<br />

libri e spartiti rari, lezioni di musica e<br />

poesie, accudimento e affetto.<br />

Punti di incontro, insomma: l’umanità<br />

che riesce a farci riconoscere come<br />

persone e scaccia i pregiudizi; la consapevolezza<br />

di potersi fidare di qualcuno,<br />

che inonda l’animo di una purissima serenità;<br />

la musica, considerata sia come<br />

energia che smuove emozioni profonde<br />

sia come passione da vivere e da<br />

trasmettere.<br />

S’instaura un rapporto di intensa emotività,<br />

di fiducia e rispetto, in cui il maestro<br />

prova il piacere di trovare a casa qualcuno<br />

che l’aspetta e Ciro recupera una<br />

parte della sua infanzia rubata, torna<br />

un po’ il bambino che sarebbe stato se<br />

non fosse nato in un’ambiente criminale<br />

e tragicamente insano. E sin dall’inizio è<br />

chiaro che Gabriele Santoro è determinato<br />

a correre qualunque rischio pur di<br />

proteggere Ciro, in nome di un amore<br />

profondo, più forte di quello che i veri<br />

genitori sono in grado di offrirgli.<br />

Gabriele ha un fratello magistrato, Renato,<br />

con cui è in dissidio; un padre<br />

novantenne, Massimo, vecchio professore<br />

di filosofia; un compagno di vita,<br />

Biagio, da cui si è allontanato. Dunque,<br />

deve scegliere da solo e la sua integrità<br />

interiore lo fa decidere per la protezione<br />

di un innocente, anche se sa che potrebbe<br />

costargli la vita.<br />

Inevitabile lo scontro con il fratello magistrato,<br />

è come se la compassione si<br />

confrontasse con la durezza della legge,<br />

che non fa eccezioni e potrà costargli<br />

un’accusa per sottrazione di minore.<br />

Roberto Andò, fresco vincitore del Premio<br />

Elba-Brignetti <strong>2020</strong>, pone in modo<br />

toccante il problema dell’abitudine al<br />

male, di come la rassegnazione sia già<br />

di per sé peggiore del male stesso. Una<br />

riflessione profonda con una grande<br />

apertura morale: la misericordia supera<br />

sempre la giustizia? Sì, in questo caso il<br />

bene vince sul male, ma al prezzo del<br />

sacrificio espiatorio dell’innocente. Perciò,<br />

a ragione, il maestro dice: «Se non<br />

dovessi tornare, sappiate che non sono<br />

mai partito».<br />

Ho lasciato per ultimi i colori di Napoli,<br />

illividita nella rassegnazione che fa perdere<br />

l’intensità del paesaggio. Per ricordarci<br />

che le sfumature più limpide nascono<br />

sempre dalla serenità interiore.<br />

<strong>La</strong> nave di Teseo, pp. 221 € 17<br />

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