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pieno regime questo settore, e una<br />
spinta coraggiosa da parte di alcuni,<br />
ma le difficoltà sono enormi. Prima al<br />
Teatro Vascello di Roma (fino al 4 ottobre,<br />
ndr) e poi per due settimane al<br />
Piccolo Teatro di Milano (dal 6 al 17,<br />
ndr), ricomincio con lo spettacolo su<br />
Aldo Moro Con il vostro irridente silenzio,<br />
uno studio sul memoriale e sulle<br />
lettere che l'ex presidente della De-<br />
mocrazia cristiana scrisse durante la<br />
prigionia, a cui ho dedicato gli ultimi<br />
anni del mio lavoro, come drammaturgo<br />
e interprete. Pochissime sale<br />
hanno deciso di riaprire, a Roma si<br />
contano sulle dita di una mano, e il<br />
Vascello è una di queste. Viviamo in<br />
un momento di grande paura che penalizza<br />
molto il teatro, è un disastro in<br />
termini culturali ed economici, a partire<br />
dai lavoratori del settore. Dobbiamo<br />
ripartire, qualcuno se ne deve far<br />
carico, anche impavidamente, pur rispettando<br />
tutte le regole. Al Vascello,<br />
quando sono state chiuse le sale, abbiamo<br />
fatto appena in tempo a terminare<br />
l’ultima replica. Serate strapiene<br />
di gente seduta in terra, con un’atmosfera<br />
da “campo magnetico” tra i corpi<br />
in scena e i corpi degli spettatori che<br />
interagiscono. Chi ci sarà questa sera?<br />
Che succederà? <strong>La</strong> magia è questa.<br />
Uno studio, quello su Aldo Moro,<br />
molto intenso.<br />
Lo considero il mio lavoro più importante,<br />
senza dimenticare il progetto<br />
realizzato con Giuseppe Bertolucci su<br />
Gadda e Pasolini, quella Antibiografia<br />
di una nazione con cui volevamo<br />
ricostruire una mappa cromosomica<br />
dell’Italia e degli italiani, per capire<br />
cosa eravamo, cosa siamo diventati<br />
oppure, in fondo, cosa siamo sempre<br />
stati. Oggi tendiamo a sentirci dei nani<br />
sulle spalle dei giganti, come se niente<br />
fosse all’altezza di ciò che ci ha preceduto.<br />
È bene fare la tara dell’effetto<br />
nostalgia. Forse fra 30 anni, passato<br />
un generale clima di confusione, avremo<br />
la distanza giusta per apprezzare<br />
persino ciò che accade nel presente.<br />
Con il vostro irridente silenzio è nato al<br />
Salone del Libro di Torino del 2018.<br />
Erano i 40 anni dall’uccisione di Moro<br />
e il direttore Nicola <strong>La</strong>gioia mi chiese<br />
di fare un lavoro su questo tema. Dopo<br />
averci pensato, ho capito che non volevo<br />
aggiungere altro a quanto scritto<br />
e detto sulla figura dello statista e mi<br />
sono concentrato unicamente sulle<br />
parole da lui scritte durante quei 55<br />
giorni di sequestro. Parole che hanno<br />
subito una doppia dannazione. Prima,<br />
quel poco che era uscito venne mistificato,<br />
deriso, attaccato frontalmente,<br />
mentre tutti volevano mettere le mani<br />
© Studio Musacchio, Ianniello & Pasqualini<br />
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