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Download n.143 di DIC2011 - Architetti nell'Altotevere Libera ...

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CIL143 IN PRIMO PIANO<br />

pagine IX-XII<br />

CRUZ Y ORTIZ ARQUITECTOS<br />

Atelier Buil<strong>di</strong>ng<br />

del Rijksmuseum<br />

ad Amsterdam, Olanda<br />

Nel 2001, gli architetti sevigliani Antonio Cruz e Antonio Ortiz, in seguito alla<br />

vittoria conseguita in un concorso ad inviti, ricevettero l’incarico per l’ampliamento<br />

e la riorganizzazione funzionale del Rijksmuseum <strong>di</strong> Amsterdam. La<br />

pinacoteca, che contiene, tra l’altro, una delle più gran<strong>di</strong> collezioni <strong>di</strong> pittura<br />

fiamminga, era alloggiata in un e<strong>di</strong>ficio neogotico progettato (1876-85) da<br />

Pierre Cuypers e rivestito in mattoni, materiale e<strong>di</strong>lizio che da sempre caratterizza<br />

l’architettura olandese.<br />

Il volume, ormai “pieno”, risultava essere poco conforme a recenti norme in<br />

materia <strong>di</strong> sicurezza e conservazione e, per <strong>di</strong> più, carente <strong>di</strong> quegli “spazi” che<br />

un museo contemporaneo deve offrire ad un pubblico in costante crescita.<br />

L’operazione New Rijksmuseum, che sarà terminata nel 2013, prevede che la<br />

sede storica assolva ai compiti espositivi, relegando a tre nuovi volumi (Asian<br />

Pavillion, Study Center, Atelier Buil<strong>di</strong>ng) mansioni più “materiali”.<br />

I primi due sono situati nelle imme<strong>di</strong>ate vicinanze del museo, mentre Atelier<br />

Buil<strong>di</strong>ng è stato posto nell’isolato a<strong>di</strong>acente a sud.<br />

Il credo dello Stu<strong>di</strong>o spagnolo, “progettare e<strong>di</strong>fici dotati <strong>di</strong> una certa opacità”<br />

che non utilizzano le situazioni morfologiche in cui si trovano per esibire<br />

un’architettura <strong>di</strong> mero contrasto, ma cercano <strong>di</strong> fondersi con l’architettura<br />

che li circonda, insieme alle esigenze funzionali molto specifiche, è stato assunto<br />

come base del progetto.<br />

Il volume, de<strong>di</strong>cato ai nuovi laboratori <strong>di</strong> restauro del Rijksmuseum, è situato<br />

all’interno dell’area in sostituzione dell’antico Veilighei<strong>di</strong>nstituut (Istituto <strong>di</strong><br />

sicurezza sul lavoro, 1919) ed è affiancato da tre e<strong>di</strong>fici ad ovest, da<br />

Zuiderbad, la prima piscina pubblica, inaugurata nel 1912, e da una stazione<br />

Vista interna <strong>di</strong> uno<br />

dei laboratori.<br />

Nella pagina a fianco:<br />

dettaglio del fronte est.<br />

<strong>di</strong> pompieri dello stesso periodo ad est. Quasi tutte le costruzioni, realizzate in<br />

mattoni, godono <strong>di</strong> <strong>di</strong>fferenti gra<strong>di</strong> <strong>di</strong> protezione monumentale.<br />

Il progetto, che attraversa l’intero isolato secondo l’asse nord-sud, ha avuto<br />

come input quello <strong>di</strong> permettere la visione <strong>di</strong> Zuiderbad dalla Museumplein, la<br />

grande piazza su cui s’affacciano i più importanti musei citta<strong>di</strong>ni. Ciò ha<br />

determinato la sua conformazione, caratterizzata dalla <strong>di</strong>visione in due parti<br />

non molto gran<strong>di</strong>, simili nelle <strong>di</strong>mensioni ai fabbricati a<strong>di</strong>acenti.<br />

Atelier Buil<strong>di</strong>ng incorpora, a nord, una porzione dell’e<strong>di</strong>ficio preesistente chiamata<br />

“Villa”; essa funge da entrata principale e contiene funzioni come uffici,<br />

sale per riunioni e mensa. Tra la “Villa” e il resto del nuovo volume è stato<br />

progettato uno spazio <strong>di</strong> transizione, un vestibolo illuminato zenitalmente; da<br />

lì, un lungo corridoio conduce sino al terminale sud, de<strong>di</strong>cato al carico e scarico<br />

delle merci. Ai lati, laboratori <strong>di</strong> restauro sono intervallati da montacarichi<br />

e scale che portano ai livelli successivi, mentre al piano terra l’area tra le due<br />

parti è de<strong>di</strong>cata al tempo libero e al riposo dei <strong>di</strong>pendenti.<br />

La richiesta <strong>di</strong> avere un’illuminazione naturale ha influito sulla forma finale<br />

della copertura, facendole assumere una forma a shed, con parti verticali finestrate<br />

rivolte verso nord, e lunghi fronti est e ovest contrassegnati da corpi in<br />

aggetto, a 45° rispetto all’e<strong>di</strong>ficio, con la porzione vetrata rivolta verso nord e<br />

l’altra rivestita in mattoni. Questo “motivo” architettonico, nato da esigenze<br />

prettamente funzionali (lavorare con la luce naturale proveniente da nord),<br />

conferisce una forte identità al volume facendolo emergere dal forzato anonimato<br />

voluto dai progettisti. Così, alla fine, Atelier Buil<strong>di</strong>ng presenta una propria<br />

immagine ben riconoscibile.icina<br />

Progetto<br />

Cruz y Ortiz arquitectos - Antonio Cruz, Antonio Ortiz<br />

Collaboratori<br />

Thomas Offermans (coor<strong>di</strong>natore), Marta Pelegrin, Joaquin<br />

Perez, Tirma Reventos, Iko Mennenga, Juan Carlos Mulero,<br />

Miguel Velasco, Luis Gutiérrez, Mónica del Arenal, Rocio Peinado<br />

Stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> architettura locale<br />

HMADP-architecten BV Amsterdam<br />

Direzione lavori<br />

Cruz y Ortiz / Nebest bouwadvies BV<br />

Progetto paesaggista<br />

Copijn Landschapsarchitecten BV Utrecht<br />

Cronologia<br />

2002-04 progetto; 2004-07 realizzazione<br />

Fotografie<br />

Duccio Malagamba<br />

Testo<br />

Igor Maglica

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