Download n.143 di DIC2011 - Architetti nell'Altotevere Libera ...
Download n.143 di DIC2011 - Architetti nell'Altotevere Libera ...
Download n.143 di DIC2011 - Architetti nell'Altotevere Libera ...
You also want an ePaper? Increase the reach of your titles
YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.
L’intervista<br />
Alberto Ferraresi<br />
Allievo <strong>di</strong> Egon Eiermann all’università <strong>di</strong> Karlsruhe, poi<br />
vicino ad Hans Hollein a Vienna, Hans Kollhoff segue<br />
Osvald Mathias Ungers alla Cornell University e vi<br />
insegna su invito <strong>di</strong> Colin Rowe. Osserva profondamente la<br />
città europea, conducendo una ricerca costante sui caratteri<br />
dell’urbanità. Ci chiarisce ora la personale visione sul valore<br />
del passato nel progetto contemporaneo.<br />
Il progetto presentato in questo numero della rivista si<br />
occupa <strong>di</strong> riqualificazione dell’esistente secondo più<br />
modalità, <strong>di</strong>verse tra loro: recupero, ricostruzione,<br />
reimpiego <strong>di</strong> materiali <strong>di</strong> demolizione. Ci può spiegare le<br />
ragioni <strong>di</strong> questi <strong>di</strong>fferenti atteggiamenti?<br />
Abbiamo lavorato per più <strong>di</strong> 15 anni a questo progetto.<br />
Il nostro Stu<strong>di</strong>o si trovava due e<strong>di</strong>fici più avanti rispetto al<br />
luogo dell’intervento, in un fabbricato che era una volta una<br />
banca, progettata da J.J.P. Oud; una bella costruzione<br />
realizzata dopo la guerra. Quando Oud ha iniziato a costruire<br />
in maniera tra<strong>di</strong>zionale è stato emarginato, <strong>di</strong>sconosciuto dai<br />
colleghi modernisti. Di tutto l’inse<strong>di</strong>amento <strong>di</strong> progetto,<br />
l’e<strong>di</strong>ficio che abbiamo ristrutturato risultava decisivo per<br />
l’intero contesto. Oltre quello ce n’era un altro molto<br />
interessante, una biblioteca in laterizio, e vicino un altro<br />
altrettanto bello con i decori, le modanature, le colonne<br />
<strong>di</strong> granito, che sono quelle che poi abbiamo recuperato.<br />
Qui ci troviamo a Rotterdam. La città ha avuto un<br />
destino purtroppo molto triste: con la guerra è stata rasa al<br />
suolo. Gli abitanti della città hanno fatto il meglio che<br />
hanno potuto, ingaggiando una specie <strong>di</strong> sfida con<br />
Amsterdam. Amsterdam era infatti la città storica,<br />
Rotterdam rappresentava la città moderna. Perciò i<br />
citta<strong>di</strong>ni erano <strong>di</strong>sponibili a demolire anche le poche case<br />
tra<strong>di</strong>zionali sopravvissute al conflitto.<br />
È per questo che i due e<strong>di</strong>fici storici del lotto<br />
d’intervento, che risalivano a prima della guerra, potevano<br />
essere tranquillamente demoliti. Noi ci siamo molto<br />
battuti per preservarne almeno uno; l’altro l’abbiamo<br />
Sei domande ad<br />
Hans Kollhoff<br />
purtroppo sacrificato. Si è cercato <strong>di</strong> non abbattere<br />
completamente l’e<strong>di</strong>ficio rimanente, anche se nessuno era<br />
<strong>di</strong>sponibile a prendere in considerazione l’ipotesi <strong>di</strong><br />
salvare alcune sue parti. Andavamo in cantiere ogni<br />
giorno e <strong>di</strong>cevamo: questo pezzo lo vogliamo tenere,<br />
quest’altro anche. Così siamo riusciti a realizzare il<br />
colonnato con materiali <strong>di</strong> recupero, ma con una fatica<br />
incre<strong>di</strong>bile. Un’altra storia è quella che riguarda la torre.<br />
Era un’orribile e<strong>di</strong>ficio <strong>di</strong> cemento a vista. Obiettivo<br />
significativo si è rivelato quello dell’economia. Il primo<br />
tentativo è stato allora <strong>di</strong> costruire una facciata nuova,<br />
togliendo solo i paramenti prefabbricati, ma si è rivelato<br />
più economico abbattere l’intero e<strong>di</strong>ficio e ricostruirlo.<br />
Secondo il regolamento e<strong>di</strong>lizio vigente, ci si doveva<br />
orientare a mantenere la stessa superficie occupata prima,<br />
quanto all’attacco a terra. Cambiarlo troppo avrebbe<br />
comportato <strong>di</strong> stravolgere in modo complesso i fabbricati.<br />
Esistevano però in principio anche altre superfici, quali<br />
quelle <strong>di</strong> collegamento fra la torre e l’e<strong>di</strong>ficio che è stato<br />
preservato. C’era poi l’esigenza economica <strong>di</strong> costruire<br />
molte nuove superfici ven<strong>di</strong>bili. Abbiamo allora mantenuto<br />
lo stesso attacco a terra della torre precedente, ma ci siamo<br />
allargati nei piani superiori per recuperare le aree necessarie.<br />
La facciata del vecchio e<strong>di</strong>ficio fronteggiante la torre, con<br />
l’ingresso ai garage, è stata progettata secondo la regola del<br />
basamento, del corpo centrale ed infine del tetto. Si è cercato <strong>di</strong><br />
mantenere nell’e<strong>di</strong>ficio restaurato la facciata così com’era.<br />
Ci sono i lucernari per l’illuminazione, il tetto abitabile, poi<br />
abbiamo progettato le finestre anche nella parte che prima<br />
era cieca. Nonostante l’invadenza dei vincoli <strong>di</strong><br />
programma, siamo riusciti comunque ad ottenere forme<br />
architettoniche autentiche.<br />
La Sua esperienza <strong>di</strong> progetto è estesa a <strong>di</strong>fferenti Paesi<br />
europei. Ha potuto riscontrare che nelle <strong>di</strong>verse realtà<br />
nazionali vi siano <strong>di</strong>fferenze d’approccio per quanto<br />
riguarda la riqualificazione dell’esistente?<br />
44 CIL 143