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Download n.143 di DIC2011 - Architetti nell'Altotevere Libera ...

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generalmente costruito bene quanto alla facciata, che non<br />

ha però niente a che vedere con quello che vi è <strong>di</strong>etro; il<br />

piano terra invece non è riuscito al meglio. Aldo Rossi<br />

non si è potuto evidentemente occupare molto della<br />

realizzazione. Ha operato a Berlino anche con il mattone,<br />

e vi sono e<strong>di</strong>fici costruiti in modo solido, ben riusciti.<br />

Il mattone vi interessa dunque principalmente perché è<br />

un materiale della tra<strong>di</strong>zione o vi sono anche altri motivi?<br />

L’interesse per il mattone è emerso fin da subito nei<br />

nostri progetti. Uno dei nostri primi lavori, un e<strong>di</strong>ficio<br />

per abitazioni vicino al Museo <strong>di</strong> Storia a Berlino, è stato<br />

realizzato in laterizio. Si iniziava a proporre già il tema<br />

del cappotto esterno, dell’isolamento esterno della facciata:<br />

allora si parlava <strong>di</strong> 7 cm, oggi sono 30. Non era possibile,<br />

per questo motivo, ottenere una facciata “pulita”,<br />

senza fughe, e far sì che questa poggiasse in modo monolitico<br />

sul terreno: in questo modo non si sarebbe mai<br />

ottenuto un e<strong>di</strong>ficio urbano, con il mattone che appunto<br />

appoggiasse a terra. Per questo abbiamo proposto una<br />

combinazione <strong>di</strong> facciata in intonaco e laterizio, e quel<br />

che arrivava a terra era il mattone. Così anche ad Amsterdam<br />

abbiamo riproposto questa soluzione, per connotare<br />

l’e<strong>di</strong>ficio storico, che appoggi <strong>di</strong>rettamente sul terreno.<br />

L’apice si raggiunge, a nostro avviso, con l’intonaco, che<br />

permette <strong>di</strong> ottenere la leggibilità del puro volume in sé<br />

e per sé: come volume a sé stante, come un monolite,<br />

con l’intonaco che copre e nasconde i singoli elementi.<br />

San Giorgio <strong>di</strong> Palla<strong>di</strong>o a Venezia, ad esempio, è tutto<br />

monolitico, non vi è nulla <strong>di</strong> ad<strong>di</strong>tivo ed è articolato in<br />

maniera meravigliosa.<br />

È ovvio che poi, in ogni realizzazione, entrano in gioco<br />

anche aspetti regionali e locali. In Olanda, per esempio, il<br />

laterizio a vista ripropone il tema della tra<strong>di</strong>zione, ed è per<br />

questo che costruiamo molto con il mattone in Olanda.<br />

Che cosa pensa dell’innovazione tecnologica applicata ai<br />

materiali laterizi? La interessa o ritiene che il valore del<br />

laterizio sia sostanzialmente nella sua immagine faccia a<br />

vista tra<strong>di</strong>zionale? Ad esempio, nella torre pubblicata in<br />

questo numero della rivista il mattone risulta staccato<br />

dalle strutture e fissato me<strong>di</strong>ante aggrappaggi metallici.<br />

Non sono in sé e per sé interessato allo sviluppo della<br />

tecnologia, però sono determinato a poter fare il meglio<br />

che posso fare nel tempo in cui vivo. A questo poter far<br />

meglio appartiene anche il dover considerare il risvolto<br />

economico <strong>di</strong> ogni costruzione. È chiaro che una parete<br />

murata, eseguita tra<strong>di</strong>zionalmente con il mattone, è il<br />

meglio che si possa avere, ma se costruisco un e<strong>di</strong>ficio<br />

alto 50 metri non posso pensare <strong>di</strong> impiegare soluzioni<br />

tra<strong>di</strong>zionali; devo pensare ad altre tecnologie. Bisogna<br />

fare quello che stiamo facendo a Den Haag con la pro-<br />

gettazione e la costruzione <strong>di</strong> due ministeri. Lì lavoriamo<br />

con elementi prefabbricati. Abbiamo imparato<br />

molto anche da altri progetti, come quelli berlinesi <strong>di</strong><br />

Potzdamer Platz. Anche il progetto che viene pubblicato<br />

qui è stato realizzato con parti prefabbricate.<br />

È un grande problema la fascinazione che i moderni<br />

hanno avuto della tecnologia. In quel periodo non c’era<br />

nessuna possibilità <strong>di</strong> pensare che una tecnica moderna<br />

potesse produrre delle cose <strong>di</strong> scarsa qualità.<br />

Questo è il nostro problema con il mattone, oggi. La<br />

produzione industriale <strong>di</strong> qualità del mattone è scomparsa.<br />

La facciata realizzata in laterizio faccia a vista deve<br />

essere una facciata viva; per questo, gli elementi devono<br />

essere ciascuno leggermente <strong>di</strong>verso dall’altro: da queste<br />

piccole irregolarità e piccole <strong>di</strong>fferenze, che originano<br />

dalla cottura del materiale, dal fatto che ad esempio la<br />

forma leggermente cambia ogni volta, da tutto questo<br />

scaturisce la facciata così come la vorremmo. Il punto è<br />

che oggi ogni elemento è praticamente uguale all’altro,<br />

perché tutto viene cotto alla stessa identica temperatura;<br />

il colore è perfettamente uguale; il taglio è identico; ogni<br />

mattone è speculare all’altro: ecco che anche una facciata<br />

in mattoni può risultare sorda. Per questo cerchiamo<br />

produttori in cui le <strong>di</strong>versità siano ancora visibili, in cui<br />

i processi <strong>di</strong> cottura facciano sì che ogni elemento risulti<br />

<strong>di</strong>verso dall’altro. Bisogna però anche constatare che il<br />

mattone tra<strong>di</strong>zionale, per la preparazione dei pannelli<br />

prefabbricati che abbiamo utilizzato ad esempio a Den<br />

Haag nelle torri, può avere delle controin<strong>di</strong>cazioni.<br />

Allora bisogna misurarsi con le possibilità che offre la<br />

tecnologia per risolvere questi problemi. Però la tecnica<br />

non è il fine. Con la tecnica si può fare tutto: cose belle,<br />

ma anche gran<strong>di</strong> brutture.<br />

So che state lavorando ad alcuni progetti italiani.<br />

Potreste darci qualche anticipazione?<br />

Parlo più volentieri dei progetti che sono concretamente<br />

in costruzione, dunque accenno per ora solo al<br />

progetto della stazione della metropolitana a Napoli.<br />

A nord delle Alpi si pensa magari che a Napoli ci sia<br />

solo spazzatura, ma in realtà quello che sta succedendo<br />

nella città, proprio a livello <strong>di</strong> progettazione della nuova<br />

metropolitana, è <strong>di</strong> una portata davvero incre<strong>di</strong>bile. Si<br />

tratta <strong>di</strong> una <strong>di</strong>mensione unica in Europa. La tecnologia<br />

impiegata è del più alto livello pensabile; si scava a 50 m<br />

sotto terra vicino alla stazione principale con strumentazioni<br />

davvero notevoli. La città cambierà nettamente<br />

a livello <strong>di</strong> società, <strong>di</strong> fruizione, <strong>di</strong> mobilità della<br />

città stessa, proprio tramite l’uso della metropolitana. Ci<br />

sono già ora aree intere liberate dall’automobile, ed è<br />

fantastico che i centri delle città siano <strong>di</strong> nuovo a<br />

<strong>di</strong>sposizione della gente che li abita. <br />

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