re i combattenti per la Fede de

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mente avantaggiare nella pace. Et per che il Cardinale avvisava et era avvisalo
da Venetia , dove havea molli parenti nelli Magistrati principali, le sue parole
havevano gran fede; ben che P Ambasciator, vedendo il disordine, si lassò intendere
molto vivamente con il medesimo Cardinale , et con allri , che la Signoria
voleva la Lega , et che le commissioni sue erano chiare, et che P imputalione
che gPera data , eh' egli havesse acconsentilo a quegli articoli che non dovea ,
scbene era falsa , era però informata da testimoni], et da accidenti tali che la
Signoria non poleva mancare di nò crederlo , el di mostrarsi mal sodisfatta, per
che era scritto pubblicamente da Roma , el dello in Venelia dalli Agenti di Fiorenza
, et dall'Ambasciatore di Ferrara , che la Lega era conclusa con quei Capitoli
, ancorché il Nuntio del Papa sentendo tanti romori, et pensando forse di
giovare all' Ambasciator Suriano , disse in collegio , che egli havea simulato mostrando
di acconsenlire a quegli articoli, per otlener 1' union dell' armata , ancor
che non bisognava alla Signoria cercar maggior giuslificalione di fatto , poi cbe
era affirmalo da Ministri lanlo principali, li quali benché erano ingannali per
non saper la trattatione che era passala sempre secrelissima , però la Signoria
nò doveva restare per rispetto di un suo servitore o ministro, ancor che innocente
, di nò mostrare risentimento di questo , che quando fosse stalo vero , meritamente
1" havria offeso. Quesla cosa l'Ambasciatore lo diceva pubblicamente
con tulli , non attendendo lanlo a giustificarsi, quanto a rimuovere quei sospetti
che erano nati, che la Signoria non volesse la Lega ; et per che il testimonio del
Cardinale Cornaro, era reputato di gran momento, et havria causalo inconvenienti
d'importanza , tenne diversi mezzi per debilitarlo , el per levarli la fede.
A 20 di Settembre venne l'Ambasciatore Soranzo a Roma, et alli 28 di
Settembre venne il corriere di Spagna con la resolutione del Rè. Che per quanto
poi s'inlese si contentava di levare il Capitolo delle censure, el d'occomodare
gì' altri, che erano in difficoltà ; et alle 20 bore si ridusse la congregatione nel
loco consueto , dove nò intervenne P Ambasciatore Suriano , per essere in letto
con la gotta, ma il Soranzo solo. Parlò prima il Cardinale Morone, esortando
tutti alia resolutione, et conclusione della Lega. Seguì poi il Cardinale Granvela,
che si era ridotto con li suoi colleghi per questo effetto ; et che il Rè suo se ne
conlentaria, che haveva la risposta con 1' autorità espressa di concludere senza
altrimenti più scrivere in Spagna. Et domandalo poi l'Ambascialor Soranzo,
che se ben era solo per il compagno indisposto, però diceva, che l'animo della Signoria
era P istesso che quel del Rè , che si termiui quesla santa Lega ; poiché si
tratta dell' interesse di tutta la Christianità , a honore et esaltatione di Dio , et
della santa Fede. Soggionse l'Ambasciatore di Venetia , che per venire alla conclusione
, poi che havevano la risposta di Spagna , dicessero quello che conteneva,
per che saria col suo collega , et li darla risposta. Il Cardinale Granvela rispose,
che questo nò conveniva , ma che toccava a lui dire la difficoltà, che ha nelli
capitoli, per che si trattarla d'accordargli. Disse l'Ambasciatore che questo non
poleva , né doveva fare , ma che toccava a loro a proponer prima ; et che doppo
tre mesi che havevano haulo di tempo d'aspettare quesla risposta , dovevano manifestarla.
Questo così duro parlare commosse tulla la congregatione grandemente
, et il Cardinale Morone voltandosi all'Ambasciatore disse, che toccava
a lui a proponere la difficoltà per baverne risposta. Et 1' Ambasciatore disse , che
era stato là per sentire ciò che conlenea la risposta , et sopra quella prender poi la
resolutione che fosse conveniente. Disse ii Cardinale Granvela, che la Signoria havea
pur mandato gli gravami, che ella ha sopra gl'articoli; il che confirmò l'Ambasciatore.
Et il Cardinale soggiunse, che dunque dicesse li gravami che ella ha sopra
ΚΥΠΡΙΑΚΗ ΒΙΒΛΙΟΘΗΚΗ