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luglio - settembre - Arcidiocesi di Messina

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XXVIII CONVEGNO<br />

CARITAS DIOCESANA<br />

Il XXVIII Convegno della Caritas Diocesana, un appuntamento tra<strong>di</strong>zionale,<br />

che si ripete annualmente, si è svolto il 29 <strong>di</strong>cembre scorso. Hanno<br />

partecipato circa 270 persone: sacerdoti, <strong>di</strong>aconi, laici dei <strong>di</strong>versi gruppi<br />

ecclesiali, volontari Caritas, venuti dalle parrocchie della <strong>di</strong>ocesi, mostrando<br />

attenzione e interesse agli interventi che si sono susseguiti.<br />

Il filo conduttore dei lavori è stato il titolo: “La carità: il profumo della<br />

testimonianza”.<br />

Carità e testimonianza, le due parole chiave scelte per facilitare il percorso<br />

<strong>di</strong> lettura del convegno, sono state ispirate sia dall’evento giubilare,<br />

universale, quale è l’Anno Paolino che, dalla Lettera Pastorale dell’Arcivescovo<br />

per l’anno 2008-2009, “Risplenda la vostra luce - Essere trasparenza<br />

luminosa <strong>di</strong> Cristo”, come ha sottolineato il Direttore della<br />

Caritas Diocesana, padre Gaetano Tripodo, nel suo intervento iniziale.<br />

Il Convegno ha avuto inizio con il saluto ai partecipanti da parte<br />

dell’Arcivescovo, mons. Calogero La Piana, a cui ha fatto seguito la significativa<br />

preghiera, <strong>di</strong> alto valore simbolico, riguardante la storia <strong>di</strong> quattro<br />

candele che, bruciando, si consumavano lentamente.<br />

Bruciavano e si consumavano non solo lentamente ma, anche, inutilmente<br />

perchè, <strong>di</strong>cevano loro: “nessuno si cura <strong>di</strong> noi, nessuno approfitta<br />

della nostra luce e del nostro calore”. Le quattro candele simboleggiavano<br />

la pace, la fede, la speranza e la carità. Man mano le prime tre si consumarono<br />

e si spensero, la quarta invece, non giunse a consumarsi poiché una<br />

bimba piangente per la paura del buio che sopraggiungeva la commosse, la<br />

chiamò in causa con la sua paura del buio, la provocò con il suo pianto<br />

<strong>di</strong>sperato e, la spinse non solo a restare accesa ma anche ad accendere le<br />

altre tre. Era la candela della carità. Una carità che rimane per ultima, che<br />

resta presente quando tutti se ne sono andati, rassegnati, resta accesa, non<br />

spegne la luce. Carità, una candela che fa vedere. Davanti alla logica dei<br />

fatti, quando le altre candele si spengono, la carità rifiuta la resa, anzi<br />

comincia a darsi da fare, fa il suo mestiere or<strong>di</strong>nario, svolge il suo compito<br />

normale, si mette a <strong>di</strong>sposizione: riaccende le altre candele, restando a una<br />

certa <strong>di</strong>stanza dalle altre: senza soffocarle, senza sostituirsi. Non vuole né<br />

728<br />

BOLLETTINO<br />

ECCLESIASTICO<br />

MESSINESE

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