luglio - settembre - Arcidiocesi di Messina

Battesimo, e la virtù dello Spirito Santo da cui sono stati rinvigoriti
nella Cresima” (AG, 11). Le comunità cristiane hanno il compito “di
mostrare, nel servizio di amore e di aiuto che prestano, il volto
genuino di Cristo” (AG, 38).
Come cristiani abbiamo la responsabilità di rendere visibile ciò
che già siamo per il Battesimo (cfr. LG 40 e SC 10), tradurre nella vita
la santità ricevuta, la santità ontologica, che ci costituisce nella
filiazione divina, in santità morale, vivere “in Cristo”, “rimanere
nel suo amore”.
22. “Calarsi” nel vissuto quotidiano
L’azione pastorale della comunità cristiana reclama uno stretto
rapporto con l’esperienza umana. I cinque ambiti proposti nel
Convegno di Verona (affettività, lavoro e festa, fragilità, tradizione,
cittadinanza) rappresentano, infatti, gli ambienti della vita sociale,
ove ogni cristiano condivide con i fratelli e le sorelle le gioie e i
dolori, le speranze e le paure, le prospettive e i progetti dell’umanità.
In questo modo la Chiesa italiana ha scelto di “calarsi” nel
vissuto quotidiano. Ha chiesto alle comunità ecclesiali di assumere
come spazi primari e privilegiati in cui incarnare i valori evangelici
quegli ambiti che riguardano “la vita concreta delle persone
che nascono e crescono, della gente che lavora, delle coppie che
devono scegliere e mettere su casa, delle famiglie che generano
figli, della sofferenza delle persone, della marginalità degli anziani,
della società che manca di regole certe, del senso di solidarietà
con cui sogniamo il domani” 7 .
L’impegno della testimonianza ci spinge ovunque, soprattutto lì
dove sono in gioco la qualità della vita e la vita stessa. Si tratta di
portare la luce di Cristo, di mostrare il suo volto, di diffondere la
logica del Vangelo dove l’uomo vive e viene aiutato nella sua crescita
umana, culturale, sociale, spirituale.
7 BRAMBILLA Franco Giulio, Testimoni di Gesù risorto speranza del mondo. Relazione
tenuta il 17 ottobre 2006 al Convegno ecclesiale di Verona.
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