luglio - settembre - Arcidiocesi di Messina

caritativa, mediante cioè l’esercizio dei ministeri della parola,
della liturgia e della carità. Occorre combattere l’abitudine e vincere
le varie forme di “stanchezza” attraverso la cura dei momenti
abituali della pastorale ordinaria. Il ritmo quotidiano e settimanale,
la valorizzazione dei tempi dell’anno liturgico e la stessa pastorale
occasionale 14 offrono concrete possibilità per dare credibilità ed
efficacia al nostro impegno di testimonianza.
La nostra testimonianza di discepoli del Signore si gioca infatti
nel vissuto quotidiano. Il nostro impegno non può ridursi a isolati
momenti particolari, ad episodi od eventi straordinari, deve invece
articolarsi nell’ordinario e fedele servizio di ogni giorno.
39. Una comunità “attenta” ed “aperta”
È di fondamentale importanza conoscere il contesto sociale e
culturale in cui siamo chiamati a vivere e lavorare a servizio del
Regno di Dio. La comunità cristiana deve “radicarsi” ed “incarnarsi”
nel territorio. Deve essere attenta a scrutare i segni dei tempi e
misurarsi con le difficoltà e le aspettative dell’ambiente.
L’efficacia dell’azione pastorale oggi più che mai si lega al
cosiddetto “lavorare in rete”. Bisogna uscire dalla logica del recinto
parrocchiale per aprirsi a forme di collaborazione che riguardano
gruppi di parrocchie e lo stesso territorio del vicariato. Attraverso il
confronto e la collaborazione interparrocchiale dobbiamo maturare
nella capacità di qualificare le attività pastorali come espressione
di un “insieme” di parrocchie e dello stesso territorio vicariale.
40. Priorità della nostra testimonianza
Insieme ai diversi nodi problematici, riscontriamo nella esperienza
di fede delle nostre comunità ecclesiali significative e positive
forme di testimonianza. Esse vanno consolidate, rafforzare e
14 Molto interessante quanto si legge nella Nota pastorale sul primo annuncio del Vangelo.
CEI, Questa è la nostra fede, Roma, 15 maggio 2005, n. 19.
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ECCLESIASTICO
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