luglio - settembre - Arcidiocesi di Messina

Dal Convegno ecclesiale di Verona è emersa la necessità di un
ripensamento serio, una ripresa e un rilancio della specifica
responsabilità dei fedeli laici nei diversi ambiti della società. Essi,
infatti, possono e devono portare la testimonianza cristiana nei
molteplici spazi della vita quotidiana con un atteggiamento fondamentale
che Benedetto XVI a Verona ha qualificato come il “grande
sì” che Dio ha detto in Gesù Cristo all’uomo e alla sua vita,
all’amore umano, alla nostra intelligenza e libertà.
Riguardo all’intelligenza, si tratta di “allargare gli spazi della
razionalità”, per portare la luce del Vangelo sugli interrogativi che
risuonano dentro ogni uomo circa l’origine, il senso, il destino
della vita umana. Proporre, cioè, la verità salvifica di Gesù Cristo
alla ragione del nostro tempo.
Il “grande sì” di Dio riguarda tutto l’uomo, anche la sua dimensione
pubblica. A questo proposito, Papa Benedetto XVI con frequenza
ha sottolineato la distinzione tra religione e politica.
La luce della fede ha riverbero pubblico e politico. Essa non
s’intimizza in un privato individuale o ecclesiale, ma è aperta alla
società, al mondo, alla storia, per illuminarli dal di dentro. La
Chiesa, tuttavia, non è e non intende essere un agente politico,
non si schiera a livello di partiti. Il suo interesse per la comunità
politica si propone di far conoscere, attraverso la dottrina sociale,
ciò che è conforme alla realtà dell’uomo, e di stimolare la crescita
di forze morali perché si attui il bene comune.
ATTI
ARCIVESCOVILI
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