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DA DIECI ANNI

DA DIECI ANNI - Ciessevi

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18Devis GrazianoASSOCIAZIONE DI VOLONTARIATO PAGIASSI, VIP GENOVAQuella sera di dicembre del 2003 mi si è presental’occasione di conoscere una realtà cheseguivo e inseguivo da tempo. Avevo già sentitoparlare della clownterapia e finalmente miapprestavo ad avvicinarmi a questo mondo. Sitrattava di una semplice cena informativa sulcorso di formazione successivo ma era grandela mia curiosità. A grandi linee avevo immaginatoquel che sarebbe venuto a galla e riguardoal “come” mi aspettavo una classicatavolata e un’introduzione al corso. Bla, bla, bla.E invece… imprevedibilità e allegria del mondodei clown hanno avuto il sopravvento da subito:è stata un’esplosione di colori, musica e balli,sorrisi e divertimento! Nulla era ancora nato enulla era certo, ma già sentivo una forte spinta.Tra il nostro incontro clownescamente informale el’inizio del corso sono poi trascorsi diversi mesi. Neho approfittato per ampliare le mie conoscenzesulla clownterapia, documentarmi e, soprattutto,interrogarmi. Ho cercato di comprendere le miemotivazioni, i limiti e le capacità, la convinzione eogni altra risorsa utile ad affrontare questa avventura.É poi arrivato il giorno del corso ed eccoil mio primo momento felice! L’entusiasmo di conosceretante persone differenti per età, professione,città, tutte accomunate dal desiderio di“essere per gli altri”. La felicità di vivere nuove sensazioni,di percepirle e farle proprie. La gioia nelgiocare insieme, far nascere quelle emozioni chedi lì a poco avremmo tentato di infondere nellepersone meno fortunate di noi. Non eravamo lìper noi, per giocare ai clown. Eravamo all’inizio diun cammino che ci avrebbe portato a incontrarepersone bisognose di attenzioni.Gioia ed entusiasmo hanno accompagnatoogni mio passo. Tuttora sono ben radicati e fortie costituiscono l’elemento trainante della miaattività di volontariato. Questo non significa cheio non viva sensazioni opposte, come il timore.Al contrario, credo fermamente che una “sanapaura” sia un’imprescindibile “zavorra” che permettedi rimanere con i “piedi per terra”. Aiuta aessere attenti, consapevoli di ciò che si fa, aiutaa riconoscere i limiti, propri, altrui e del contestoin cui ci ritrova. Fa sì che non si agisca solo conil cuore ma anche con la mente. Paure e timorimi hanno accompagnato fin dal corso di formazione.Riuscirò a essere un clown di corsia?Sarò in grado di trasmettere ciò di cui hanno bisognole persone in un letto d’ospedale? Comemi comporterò nei reparti più impegnativi?Quali saranno le mie reazioni? Come pormi ecome accogliere? Tantissime domande eranopresenti ieri e lo sono ancora oggi. Si fanno sentireprima di ogni servizio in ospedale, indipendentementedal reparto in cui mi recherò, dallastanza che visiterò, dai pazienti che avrò davanti.Mi rendono vigile e presente, rendono mee tutto ancor più autentico.Nella mia attività di volontariato sono un clownche “in punta di piedi” e con grande rispetto eattenzione si aggira tra le corsie d’ospedale,portando allegria, buon umore e originalità. Ilcamice colorato e fantasioso, il pompon rossosul naso e il bagaglio umano, ancor prima cheartistico, entrano e “stravolgono” ogni situazione.La sorpresa è all’ordine del giorno! La legginegli occhi delle persone che hai di fronte: infermieri,dottori, anziani, bambini, genitori e familiaridi quanti sono costretti ad affrontare unadura realtà. Quella sorpresa è il loro ringraziamentoper aver reso un po’ speciale un contestoche in genere non offre nulla di speciale. Inospedale sono concentrato su ciò che sto facendo:investo ogni mia energia per far affiorarenegli occhi dei pazienti questa sorpresa “di ringraziamento”.É tanta la voglia di trasmettereanche solo un sorriso, di riuscire a comunicare:“Eccomi, sono qui per te”. E la commozione èforte quando hai la consapevolezza di riuscirci,anche solo in parte: ogni servizio è stato a suomodo commovente. Le risposte all’apparire delclown sono state le più varie: reazioni divertite,chiusura, dubbio, spavento, graduale aperturao partecipazione immediata, garbato rifiuto opianto… I sentimenti umani sono imprescindibilie il clown li riconosce, li accoglie, dà loroforza e risalto. Commuovono il paziente, consapevoledi aver ricevuto, commuovono il clown,riconoscente sempre e solo per un sorriso.

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