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DA DIECI ANNI

DA DIECI ANNI - Ciessevi

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42cosa più importante e fondamentale non èl’aggettivo (volontario), ma il sostantivo, che èla persona e il lavoro. Oggi si rischia un capovolgimentodi significato: sembra che il valoremaggiore stia nell’aggettivo (volontario), mentreil sostantivo sembra deprezzato (la personae il lavoro).In realtà il valore fondante del volontariato non èl’aggettivo, volontario, ma è il sostantivo, la personache produce il lavoro umano. Il volontariato,se è veramente autentico, è un valore aggiunto,non è il valore costitutivo. Questo vale sul pianocivile: “ogni cittadino ha il dovere di svolgere secondole proprie possibilità e la propria scelta,un’attività o una funzione che concorra al progressomateriale e spirituale della società” (art. 4Cost.). Questo vale sul piano religioso cristiano: illavoro umano è partecipazione dell’uomo all’azionecreatrice di Dio. Una infatuazione del volontariatoche mettesse nell’ombra il valore e ladignità del lavoro umano sarebbe una pericolosae dannosa mistificazione.Seconda osservazione: se questo è vero, ilprimo valore e obiettivo del volontariato dovrebbeessere di portare a vivere i forti valori diservizio, di disponibilità, di rispetto delle persone,di maggiore attenzione ai più deboli, di disinteresse,vissuti e sperimentati nel servizio di volontariato,nel normale lavoro pagato. In questamaniera si riossigenerebbe la società di valoriessenziali per una convivenza umana e civilealla sua base. Questo ha maggior valore deglistessi servizi che il volontariato produce. È più importanteinfatti che un medico, un infermiere, unassistente sociale, un insegnante faccianobene, con competenza, con spirito di servizio,con dedizione, con puntualità, se è possibilecon amore, il loro lavoro normale per cui sonogiustamente pagati, che non che facciano periodio momenti di servizio di volontariato, e sarebbemistificatorio se, facendo volontariato, poitrascurassero il normale lavoro per cui sono pagati.Il primo significato e il primo valore del volontariatoè questa educazione al servizio.Terzo aspetto: questo vale per ogni genere dilavoro, ma assume un carattere particolarenelle cooperative sociali, e soprattutto nellecooperative di solidarietà sociale, cioè le cooperativeB che hanno come scopo specificol’inserimento lavorativo e l’integrazione socialedi persone in difficoltà (disabili, ex carcerati, tossicodipendenti,ecc.). Le cooperative di solidarietàsociale sono nate dal volontariato e sonostate non solo rafforzate e integrate, ma ancheanimate dal volontariato, cioè sono state aiutatea conservare i valori propri del volontariatoda cui sono nate. Mi dicono che in molte cooperativedi solidarietà sociale i volontari vengonoa mancare. Erano stati sostituiti dagliobiettori di coscienza, che ovviamente nonsono volontari; ma, con la sospensione del serviziodi leva, vengono meno anche quelli. Questoprobabilmente è un sintomo di evoluzione,ma anche di crisi, non solo delle cooperative disolidarietà sociale, ma anche del volontariato.Più problematica è, a mio avviso, la situazionedelle cooperative sociali, quelle che la legge381/91 pone nella categoria A. Anche questecooperative, in base alla legge possono utilizzarei volontari nella misura di metà del numerocomplessivo dei soci. Il volontariato è certamenteun valore aggiunto, ma quale significatoe quali valori porta in queste cooperative? Leaiuta con i suoi valori a “perseguire l’interessegenerale della comunità alla promozioneumana e all’integrazione sociale dei cittadini”,che è la qualificazione specifica delle cooperativesociali, che le differenzia dalle normalicooperative di produzione e lavoro? Porta unvalore aggiunto nel senso che contribuisce amigliorare la qualità del servizio, come farebbein ogni istituzione, perché cura con i suoi valoriparticolarmente gli aspetti relazionali nei servizialla persona, sociosanitari ed educativi, che costituisconol’ambito di azione delle cooperativesociali di categoria A previsto dalla legge? Ocontribuisce a ridurre i costi e a vincere gli appaltinell’attribuzione delle convenzioni?La situazione diventa ancora più problematicae complessa con la nuova legge sulle impresesociali. Le cooperative sociali sono imprese sociali?Comunque, se si dotano di una impresasociale, oltre al volontariato possono disporre diun altro valore aggiunto, il capitale privato chepuò confluire nell’impresa sociale fino alla misuradel 49%. Viene spontaneo chiedersi se haun significato la presenza del volontariato inuna situazione di questo genere, dove è evidenteil processo di progressivo passaggio dalnon profit al profit, dove mano mano il privato eil mercato occupano tutti gli spazi. Se vogliamopuò essere una nuova frontiera del volontariato,dove può portare e promuovere i suoi valori proprie originali: l’ ho sentito affermare e può esserevero, ma deve esserne consapevole,diversamente può venire banalmente strumentalizzato.Quarta sottolineatura: un’altra prospettiva delsignificato e dei valori del volontariato è la diffusionedella cultura e della prassi della solidarietàdi base in tutti i rapporti interpersonali dovenon c’è bisogno dell’organizzazione per fare volontariato.La legge 266/91, dovendo regolare irapporti del volontariato con le istituzioni pubbliche– non è infatti la legge quadro del volontariato,ma la legge che regola i rapportidelle associazioni di volontariato con le istituzioni– non ha preso in considerazione il volontariatoindividuale e familiare. Eppure esiste edè prezioso. Anzi un volontariato associato ma-

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