12.09.2015 Views

2011 Pompei ferita a morte

Numero 52 - Scuola di Giornalismo - Università degli Studi di Salerno

Numero 52 - Scuola di Giornalismo - Università degli Studi di Salerno

SHOW MORE
SHOW LESS
  • No tags were found...

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

PRIMO PIANO Domenica 11 dicembre <strong>2011</strong><br />

Salerno ha un nuovo logo nato da un’idea del guru milanese Massimo Vignelli<br />

Il sindaco: fondamentale la collaborazione con il progettista per trasformare la città<br />

11<br />

«The things you do not find,<br />

design. Ciò che non trovi, disegnalo.<br />

Non è che si disegna per partito<br />

preso. Si disegna quando ci<br />

serve una cosa particolare che non<br />

si riesce a trovare». Una filosofia di<br />

vita per il graphic designer di fama<br />

internazionale Massimo Vignelli,<br />

che ha presentato (lo scorso 22<br />

novembre) con una lectio magistralis<br />

“Design is one”, introdotta<br />

dal sindaco Vincenzo De Luca al<br />

teatro Verdi di Salerno, il nuovo<br />

logo realizzato per promuovere<br />

l’immagine, gli eventi, il turismo e<br />

i prodotti della città campana.<br />

Nel tentativo di rendere competitiva<br />

una cittadina che vuole affrancarsi<br />

dalla realtà di provincia,<br />

l’Amministrazione di Salerno ha<br />

voluto sottolineare il suo processo<br />

di rinnovamento urbano anche attraverso<br />

una clamorosa operazione<br />

di brand identity, coinvolgendo<br />

una delle più influenti personalità<br />

a livello mondiale.<br />

Il logo essenziale e di forte efficacia<br />

espressiva, rappresenta una “S”<br />

stilizzata di colore giallo, inscritta<br />

in un cerchio, disegnata in un carattere<br />

piuttosto classico che,<br />

come un sole al tramonto si specchia<br />

nell’azzurro del cielo e del<br />

mare. Le curve della “S” come<br />

semplice suggestione, ricordano la<br />

coda di un delfino o la silhouette<br />

di un cavalluccio marino.<br />

«Abituare gli occhi, ma soprattutto<br />

il cuore al nuovo simbolo di Salerno».<br />

Questo, l’appello espresso<br />

dal primo cittadino rivolgendosi a<br />

tutti coloro che amano la propria<br />

città. « La concentrazione di opere<br />

affidate ai maggiori architetti<br />

viventi è il frutto di una visione i-<br />

niziale che ci ha portato all’attuazione<br />

di un disegno consapevole<br />

di intervento urbanistico che punti<br />

all’eccellenza – dice De Luca - la<br />

scelta di collaborare con Massimo<br />

Vignelli si rivela fondamentale per<br />

la trasformazione urbana di Salerno,<br />

la quale ci consente di competere<br />

a livello internazionale, offrendo<br />

così ai nostri giovani una<br />

grande occasione di arricchimento<br />

culturale. Immaginiamo che la<br />

nostra città possa svilupparsi sulla<br />

base di un modello simile a quello<br />

di realtà come Cannes, Salisburgo<br />

ed Edimburgo dove si coniugano<br />

tre elementi fondamentali: turismo,<br />

accoglienza e cultura».<br />

I quotidiani locali e nazionali parlano<br />

di Salerno come un caso e-<br />

semplare nella dimensione mondiale.<br />

Una piccola città che con il<br />

passare degli anni sta acquistando<br />

maggiore identità. E così, il noto<br />

architetto milanese ha voluto<br />

tentare un esperimento mai provato,<br />

sviluppato attraverso la realizzazione<br />

di una nuova identità visiva:<br />

nel corso della lectio ha presentato<br />

un primo progetto più<br />

strettamente istituzionale, attraverso<br />

il redesign dell’araldo comunale<br />

riservato agli atti e ai documenti<br />

di natura amministrativa e,<br />

in secondo luogo, un marchio che<br />

funzioni da brand internazionale<br />

capace di fare riconoscere questa<br />

“perla” campana in tutto il mondo.<br />

D’altronde, non è tutto oro ciò che<br />

luccica: c’è sempre una voce fuori<br />

campo pronta a travasare la più<br />

irridente creatività anti-Vignelli e<br />

anti-De Luca. Da Facebook a<br />

Twitter, sono i giovani cittadini a<br />

“Il brand deve<br />

comunicare<br />

la suggestione,<br />

ma necessita<br />

di abitudine<br />

e spirito<br />

d’osservazione”<br />

scatenare le proteste, lamentando i<br />

costi eccessivi dell’opera, l’estrema<br />

semplicità del logo, considerato di<br />

scarso impatto emotivo, nonché in<br />

alcun modo legato agli elementi<br />

storici, paesaggistici o naturalistici<br />

della città. Insomma, il popolo<br />

“No S” sembra pronto alla guerra.<br />

Brandendo fortunatamente solo<br />

matite e photoshop.<br />

Malgrado i dissapori, l’incontro<br />

con il grande maestro ha lasciato<br />

un segno. Vignelli si è rivolto al<br />

Una “S” che si tuffa nel blu<br />

A sinistra, Massimo Vignelli<br />

durante la sua lectio<br />

al teatro Verdi di Salerno<br />

e sotto con la moglie Lella<br />

pubblico presentando la straordinaria<br />

varietà dei suoi lavori realizzati<br />

dal 1954 ad oggi. Lui, insieme<br />

alla moglie Lella, oltre ad essere<br />

una coppia rappresentano una<br />

squadra (Vignelli Associates).<br />

Entrambi architetti, cresciuti nel<br />

clima post-liberazione, sono stati<br />

tra i maggiori protagonisti del<br />

design nel recupero del movimento<br />

moderno: “Un ambiente in cui<br />

l’architetto deve saper fare tutto<br />

dal cucchiaio alla città”. Concettualmente<br />

contrari a qualsiasi<br />

forma di consumismo e di moda,<br />

ritengono che l’oggetto debba rispecchiare,<br />

di per sé, l’essenza del<br />

giusto e non del bello. Qualità e<br />

durata, il principio dei loro progetti:<br />

«Le cose per essere ancora u-<br />

sabili non devono poter passare<br />

nel tempo».<br />

In seguito alla sua lezione, curiosando<br />

sul web, mi sono ritrovata<br />

a leggere un pezzetto di una sua<br />

intervista, che diceva: «Noi siamo<br />

arrivati al punto di vivere del nostro<br />

design. Abbiamo le nostre sedie,<br />

i nostri piatti, le nostre posate,<br />

Il progetto<br />

per Poltronova:<br />

nel 1964 Vignelli<br />

disegna Saratoga<br />

un divano<br />

dalle forme pulite<br />

e dalla grande spazialità<br />

Le curve<br />

della “esse”<br />

ricordano<br />

la coda<br />

di un delfino<br />

o quella<br />

dell’ippocampo<br />

i nostri divani. E questa è una necessità,<br />

in fin dei conti, disegniamo<br />

quello che non troviamo». Immagino<br />

che poter vivere nelle proprie<br />

cose sia un valore inestimabile,<br />

dove il posto in cui ti trovi è<br />

fatto solo di te e dei tuoi ricordi...<br />

Pagina a cura di<br />

VALENTINA BELLO<br />

Quei geni<br />

che creano<br />

il design<br />

La grande ricchezza del design<br />

e delle industrie, che in esso<br />

hanno creduto fin dagli anni<br />

50, è rappresentato dall’innovazione<br />

imprenditoriale e dalla<br />

peculiarità stilistica di grandi<br />

progettisti. Massimo Vignelli<br />

è stato capace di rappresentare<br />

il volto di questo sistema,<br />

disegnando marchi,<br />

logotipi, cataloghi, inviti, annunci,<br />

pagine pubblicitarie,<br />

segnaletiche ambientali.<br />

Nasce a Milano il 10 gennaio<br />

1931 e con la collaborazione<br />

della moglie Lella, attraverso<br />

la Vignelli Associates, ha segnato<br />

la storia della grafica e<br />

della comunicazione. Massimo<br />

si è laureato in architettura<br />

al Politecnico di Milano e all’Università<br />

di Venezia, Lella,<br />

invece, a Venezia con una successiva<br />

specializzazione negli<br />

Stati Uniti.<br />

È il 1960, insieme aprono a<br />

Milano uno studio di architettura<br />

e design. In questi anni,<br />

producono per Knoll International<br />

e Poltronova, per la<br />

quale disegnano, nel 1964, Saratoga:<br />

un divano dalle forme<br />

pulite e dalla grande spazialità.<br />

Ben presto, la coppia<br />

decide di trasferirsi a New<br />

York e aprire, nel 1965, un secondo<br />

studio (Unimark International).<br />

Lavorano per grandi<br />

industrie come l'American<br />

Airlines, Benetton, Ducati e<br />

contribuiscono, in collaborazione<br />

con il designer olandese<br />

Bob Noorda, alla realizzazione<br />

della segnaletica per<br />

le metropolitane di Milano e<br />

New York.<br />

Nel 1989, curano l'aspetto grafico<br />

per il Tg2 della Rai. Uno<br />

dei prodotti più famosi nato<br />

dal loro estro creativo è lo<br />

“Stendig Calendar”, realizzato<br />

nel 1966, attualmente esposto<br />

al Moma di New York. Vignelli,<br />

inoltre, è stato presidente<br />

dell’Agi (Alliance Graphique<br />

Internationale), dell’-<br />

Aiga (American Institute of<br />

Graphic Art), vicepresidente<br />

dell’Architectural League di<br />

New York, nonché membro<br />

dell’Isda (Industrial Designers<br />

Society of America).<br />

Numerosi i premi da elencare<br />

e i riconoscimenti a lui conferiti.<br />

Il più importante, nel 1964,<br />

il Compasso d'Oro dell'Adi<br />

(Associazione Disegno Industriale)<br />

per Compact, un<br />

servizio da tavola in resina<br />

melamminica prodotto dalla<br />

Articoli Plastici di Cologno<br />

Monzese e il secondo, nel<br />

1998, per la grafica di informazione<br />

per la Cosmit, società<br />

che gestisce l’attuale<br />

Salone Internazionale del<br />

Mobile di Milano.

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!