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2011 Pompei ferita a morte

Numero 52 - Scuola di Giornalismo - Università degli Studi di Salerno

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TERRITORIO<br />

Domenica 11 dicembre <strong>2011</strong><br />

17<br />

Il male oscuro colpisce sempre più persone ma con la cura giusta è possibile guarire<br />

Depressione: il ghiaccio è rotto<br />

Secondo l’Oms, è la seconda causa di malattia in tutto il mondo<br />

“La depressione colpisce a caso: si<br />

tratta di una malattia, non di uno<br />

stato d'animo”. Questa frase dello<br />

scrittore marocchino Tahar Ben<br />

Jelloun riassume il concetto democratico<br />

di quella che ormai è la<br />

seconda causa di malattia al<br />

mondo, secondo l’Oms, l’Organizzazione<br />

mondiale della sanità. In<br />

passato era chiamata “melanconia”,<br />

parola che deriva dal greco e significa<br />

bile nera. Sebbene non siano<br />

state evidenziate ancora caratteristiche<br />

genetiche specifiche, sono<br />

molti i fattori che supportano la<br />

teoria dell’esistenza di un inadeguato<br />

funzionamento dei sistemi<br />

di neurotrasmissione di quelle<br />

sostanze come la serotonina da cui<br />

dipendono le regolazioni del nostro<br />

umore. Oltre a questi squilibri<br />

biochimici sono molte le cause che<br />

portano una persona allo sviluppo<br />

di una sindrome depressiva come<br />

la predisposizione familiare e personale.<br />

C’è inoltre una componente<br />

ereditaria. I soggetti più esposti<br />

sono soprattutto le persone dotate<br />

di una notevole sensibilità e intelligenza.<br />

È noto infatti che molti<br />

grandi del passato come scrittori,<br />

scienziati, poeti, pittori e musicisti<br />

soffrivano di problemi psichici.<br />

Le manifestazioni cliniche della<br />

depressione sono varie: umore<br />

basso, indebolimento della memoria,<br />

cattiva concentrazione, bassa<br />

autostima, eccesivo senso di colpa,<br />

mancanza di fiducia, senso di<br />

impotenza fino all’ideazione suicidaria.<br />

Queste riguardano la sfera<br />

emotivo-cognitiva mentre tra<br />

quelle neurovegetative ci sono l’anedonia<br />

(incapacità a provare piacere),<br />

la diminuzione del desiderio<br />

sessuale, l’insonnia, la perdita di<br />

appetito, l’agitazione, l’affaticamento<br />

e la sensazione di star peggio<br />

al mattino. Bisogna appurare se<br />

il problema dell’umore è molto<br />

invalidante per una persona<br />

soprattutto in ambito lavorativo.<br />

Ad accompagnare l’insieme degli<br />

elementi che provoca la malattia<br />

c’è la componente ansiosa.<br />

Tuttavia con una corretta cura farmacologica<br />

e una buona psicoterapia<br />

si può uscire dal tunnel. La persona<br />

depressa è da considerarsi a<br />

tutti gli effetti malata e perciò il<br />

problema non deve essere preso<br />

sottogamba da familiari o amici.<br />

Anzi, questi dovrebbero dimostrare<br />

ancor di più affetto verso il proprio<br />

caro anche se quest’ultimo si<br />

mostra freddo e ha solo voglia di<br />

stare da solo. Sono solo gli effetti<br />

della malattia. Qualsiasi manifestazione<br />

di gioia da parte dei suoi<br />

cari, qualsiasi cosa che normalmente<br />

gli provocava piacere, nel<br />

suo stato gli è completamente<br />

indifferente. Si sente enormemente<br />

in colpa nel vedere gli altri impegnarsi<br />

a dargli una serenità che<br />

solo il tempo e una cura ben fatta<br />

possono realizzare. Quindi incoraggiare<br />

e sostenere la persona<br />

amata nel primo periodo di terapia<br />

è essenziale perché inizialmente ci<br />

sono solo effetti collaterali ai farmaci<br />

quali cefalea, disturbi<br />

gastrointestinali e sedazione. Però<br />

col tempo arrivano i benefici e il<br />

soggetto si sente sempre meglio.<br />

Fino al momento in cui riprende le<br />

sue normali attività e i sintomi spariscono.<br />

Allora c’è una diminuzione<br />

di somministrazione di antidepressivi<br />

da parte del medico.<br />

Quando non ci si accorge che questi<br />

farmaci non sono più necessari,<br />

possono sovraeccitare e si può sfociare<br />

nella mania, considerata da<br />

alcuni come l’opposto della<br />

depressione. Mentre in quest’ultima<br />

la persona che ne è affetta è<br />

cosciente del suo stato, nelle mania<br />

ne è completamente inconsapevole.<br />

I sintomi sono l’umore elevato<br />

fino all’eccitazione, l’aumento di<br />

energia e la grandiosità cioè la percezione<br />

che si è capaci di far tutto<br />

come un dio perciò nei casi più<br />

gravi si parla di deliri di onnipotenza.<br />

I problemi più frequenti riguardano<br />

la sfera sessuale (infedeltà,<br />

rapporti promiscui o non protetti)<br />

e la sfera economica (spese pazze<br />

in divertimenti e imprudenti investimenti).<br />

Questi episodi sono preceduti<br />

da una diminuita necessità<br />

di dormire per giorni o intere settimane.<br />

La prima volta che si presenta<br />

un stato del genere, deve<br />

intervenire il medico per decidere<br />

di somministrare uno stabilizzatore<br />

dell’umore o, se è necessaria,<br />

Pagina a cura di<br />

FEDERICA MASSARI<br />

un’ospedalizzazione psichiatrica.<br />

Esclusi casi particolarmente gravi,<br />

di tutto questo si può guarire.<br />

Anche se una persona è destinata<br />

tutta la vita ad andare magari saltuariamente<br />

da uno psicoterapeuta<br />

o a prendere il farmaco indicato<br />

come cura di mantenimento, la<br />

soluzione sta nel pensare che come<br />

ad esempio un malato di diabete<br />

assume insulina così chi soffre di<br />

disturbi della psiche è destinato a<br />

curarsi. Il rimedio c’è, allora, perché<br />

non guarire?<br />

Abuso<br />

di farmaci<br />

Al giorno d’oggi erroneamente si<br />

dice che il tavor, il più comune tra<br />

gli ansiolitici, non si nega a nessuno.<br />

Sono poche ormai le persone<br />

che non hanno mai sofferto di<br />

ansia, o di insonnia o di un attacco<br />

di panico. È difficile che un<br />

paziente al primo campanello di<br />

allarme vada dal solo vero specialista<br />

in materia, ovvero lo psichiatra.<br />

Nonostante non si pensi<br />

quasi più che la psichiatria sia la<br />

branca dei pazzi, ancora c’è qualcuno<br />

restio ad andarci. Quindi si<br />

va dal medico di base e successivamente,<br />

se il disturbo persiste,<br />

dal neurologo, che fanno lavori<br />

affini ma diversi da quello dello<br />

psichiatra, che si trova spesso a<br />

dover modificare una cura errata<br />

somministrata dai suoi colleghi.<br />

Mensile di cultura e informazione sportiva

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