2011 Pompei ferita a morte
Numero 52 - Scuola di Giornalismo - Università degli Studi di Salerno
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TERZA PAGINA Domenica 11 dicembre <strong>2011</strong><br />
3<br />
La terra frana<br />
Abbiamo raccolto in un libro i<br />
risultati di un’indagine storico-archivistica<br />
complessa e<br />
densa di problematiche relativa<br />
allo studio del dissesto<br />
idrogeologico nella provincia<br />
di Salerno in un arco<br />
temporale che copre circa<br />
sessant’anni del XIX secolo.<br />
La ricerca, basata su documenti<br />
di archivio ha inteso<br />
trasformare relazioni, memorie,<br />
lettere e proteste in<br />
un dato statistico che consentisse<br />
di individuare geograficamente<br />
i luoghi interessati<br />
da fenomeni alluvionali<br />
e da frane. L’obiettivo è<br />
stato un recupero della<br />
memoria storica di eventi<br />
naturali che, non raramente,<br />
vanno associati alla cattiva<br />
gestione del territorio da<br />
parte degli uomini. Il recupero<br />
del passato come occasione<br />
di riflessione, ma<br />
anche come insegnamento<br />
per indicare fragilità e criticità<br />
del territorio e spronare<br />
esperti, tecnici e politici ad<br />
effettuare interventi appropriati.<br />
Il territorio salernitano<br />
affrontato nella sua totalità<br />
e, più specificamente per<br />
quanto riguarda le aree della<br />
Costiera Amalfitana e della<br />
Valle dell’Irno, presenta oggi<br />
zone con elevata criticità dal<br />
punto di vista idrogeologico:<br />
l’emergenza frana interessa<br />
non meno di 120 comuni,<br />
mentre l’emergenza idraulica<br />
vede coinvolti almeno 70<br />
comuni del Salernitano. È<br />
questo un dato ufficiale del<br />
2003, pertanto risulta fluttuante<br />
e destinato ad essere<br />
anche più consistente.<br />
GIUSEPPE FOSCARI* e SILVANA SCIARROTTA**<br />
Il problema del grave<br />
disordine del territorio non<br />
ha una dimensione solo italiana<br />
o meridionale, tanto<br />
che il Parlamento Europeo<br />
ha dedicato la Direttiva<br />
2007/60/CE e relativa alla<br />
“Valutazione della gestione<br />
e dei rischi di alluvione”,<br />
nella quale è fortemente sollecitata<br />
la valutazione preliminare<br />
del rischio di alluvioni<br />
mediante un’accurata<br />
descrizione dei casi di fenomeni<br />
idrologici registratisi<br />
nel passato e che hanno<br />
avuto notevoli conseguenze<br />
per l’uomo, l’ambiente, le<br />
attività economiche ed il<br />
patrimonio culturale. In<br />
sostanza nella direttiva è fissato<br />
il principio che solo<br />
un’adeguata conoscenza<br />
storica può consentire una<br />
valutazione dell’opera di<br />
prevenzione e salvaguardia<br />
del territorio che appare<br />
sempre più necessaria e<br />
indifferibile. In tal senso, la<br />
conoscenza della reiterazione<br />
dei fenomeni in una<br />
determinata area nel corso<br />
dell’Ottocento può essere<br />
una fondamentale acquisizione.<br />
La presenza dei toponomi,<br />
poi, ha consentito<br />
un’esatta individuazione dei<br />
luoghi in cui si sono registrati<br />
eventi più o meno<br />
funesti, ed è probabile che se<br />
questi dati fossero stati<br />
disponibili cinquant’anni fa,<br />
molti piani urbanistici<br />
sarebbero stati probabilmente<br />
concepiti in maniera<br />
diversa. Il territorio salernitano,<br />
per venire ai dati (si<br />
veda Tabella 1), presenta<br />
Il volume contiene una<br />
cronologia di alluvioni e<br />
frane con casi di modesta e<br />
media entità, ma anche con<br />
eventi disastrosi che hanno<br />
avuto un impatto notevole<br />
sul territorio e causando<br />
perdite di vite umane. È il<br />
caso, ad esempio, del 24<br />
gennaio 1823 in cui le piogge<br />
incessanti che hanno colpito<br />
l’intera Costiera<br />
Amalfitana hanno prodotto<br />
ben 8 morti; vale anche per<br />
il 21-22 dicembre 1812 con<br />
la <strong>morte</strong> di tre persone a<br />
Positano a causa di una disadue<br />
aree particolarmente<br />
esposte a rischio idrogeologico<br />
(alluvioni e frane), la<br />
Costiera Amalfitana con il<br />
24% dei casi ed il 15% nella<br />
Valle dell’Irno; anche l’A-<br />
Èelevata<br />
la criticità<br />
idrogeologica<br />
in almeno<br />
120 Comuni<br />
L’emergenza<br />
idraulica<br />
interessa<br />
la popolazione<br />
di 70 aree<br />
strosa frana; ancora, il 10<br />
novembre 1817 con una<br />
frana che ha colpito Vietri<br />
causando il decesso di 4 persone.<br />
Casi altrettanto disastrosi<br />
vanno ricordati anche<br />
per la Valle dell’Irno: il 27<br />
giugno 1828 con un’alluvione<br />
ed un morto nella zona di<br />
Bracigliano, il 3 ottobre<br />
1846 un’alluvione con una<br />
vittima in località Pellezzano.<br />
Si tratta solo di alcuni<br />
dei casi rilevati, perché nel<br />
volume sono stati tutti registrati<br />
ed è possibile accertare<br />
la frequenza dei fenomeni<br />
nelle varie zone prese in<br />
considerazione. Le due aree<br />
esaminate sono, dal punto di<br />
vista morfologico ed orografico,<br />
differenti, in quanto la<br />
Valle dell’Irno presenta i tradizionali<br />
problemi di una<br />
zona posta in una conca e<br />
soggetta a possibili fenomeni<br />
naturali per la presenza di<br />
colline e montagne e, cosa<br />
altrettanto importante, per<br />
l’intervento dell’uomo che<br />
dall’inizio dell’Ottocento ha<br />
fatto registrare un aumento<br />
cospicuo del taglio dei<br />
boschi, un incremento delle<br />
aree poste a coltura sino a<br />
toccare zone in declivio. È<br />
questo uno dei fenomeni più<br />
accertati nel corso del XIX<br />
secolo, ossia la spoliazione<br />
delle montagne e la conseguente<br />
fragilità del territorio.<br />
L’altra area, la Costiera<br />
Amalfitana, presenta invece<br />
tratti morfologici caratterizzati<br />
da comunità che si<br />
affacciano tutt’ora sul mare<br />
ed in cui dall’inizio dell’Ottocento<br />
è iniziato un graduale<br />
processo di antropizzazione<br />
non del tutto controllato,<br />
con la presenza di<br />
rigagnoli e torrenti sovente a<br />
ridosso dei centri abitati. Il<br />
caso di Atrani del 9 settembre<br />
<strong>2011</strong> è alquanto emblegro-Nocerino<br />
denota una<br />
percentuale di casi consistente<br />
pari al 14%. Ecco spiegato<br />
il motivo per cui nello<br />
specifico è stata rivolta l’attenzione<br />
alle due aree del<br />
Salernitano più soggette a<br />
criticità naturali.<br />
Il territorio<br />
salernitano<br />
presenta<br />
due zone<br />
molto<br />
esposte<br />
ai rischi:<br />
Valle dell’Irno<br />
e la Costiera<br />
Amalfitana<br />
matico e ci rimanda alla<br />
mente un analogo avvenimento<br />
del 20 gennaio 1760<br />
in cui una donna fu trascinata<br />
in mare dalla furia del<br />
fiume Dragone. Anche se<br />
questo evento non rientra<br />
nell’arco temporale della<br />
ricerca effettuata, ne è stata<br />
reperita traccia nella variegata<br />
documentazione presente<br />
presso l’Archivio di<br />
Stato di Salerno.<br />
Il volume è stato pubblicato<br />
dal Centro Studi “Storia<br />
ed Ecologia del Territoriode<br />
Rivera” ed ha potuto<br />
beneficiare della collaborazione<br />
della Provincia di<br />
Salerno e dell’Archivio di<br />
Stato di Salerno. Oltre a<br />
contenere i dati, ai quali si<br />
rimanda espressamente e<br />
che sono racchiusi anche in<br />
un cd-rom che accompagna<br />
il libro, vi sono pure riferimenti<br />
ad episodi più antichi<br />
utili per costruire quella<br />
banca-dati dei casi di dissesto<br />
idrogeologico che è l’auspicabile<br />
risultato di questa<br />
ricerca unica del genere in<br />
Italia, se si fa eccezione per il<br />
progetto AVI, relativo tuttavia<br />
al XX secolo e non basato<br />
su documenti archivistici<br />
ma su ricostruzioni giornalistiche.<br />
Il libro, infine, è corredato<br />
da un apparato documentario<br />
al quale si può far<br />
riferimento per entrare<br />
ancora più nello specifico<br />
per una migliore comprensione<br />
dei singoli episodi e<br />
delle zone toccate.<br />
La ricerca, che ha una<br />
valenza prevalentemente<br />
storica, diventa tuttavia utilissima<br />
proprio nella direzione<br />
di un accertamento<br />
che parte da lontano delle<br />
aree più soggette a rischio e<br />
se la Costiera Amalfitana si<br />
presenta oggi come la zona<br />
più esposta a fenomeni<br />
naturali, i risultati della<br />
ricerca dimostrano che la<br />
sua labilità territoriale e<br />
paesaggistica deve essere<br />
retrodatata. Ma il discorso<br />
vale anche per la Valle<br />
dell’Irno. Queste due zone<br />
oggi hanno conosciuto un<br />
forte processo di urbanizzazione<br />
e rivelano ulteriori<br />
criticità che si sono acuite<br />
nel tempo per i casi di abusivismo<br />
e per i condoni che<br />
si sono susseguiti nella normativa<br />
italiana.<br />
*Professore associato di Storia<br />
dell’Europa e dell’espansione europea in<br />
età moderna presso la Facoltà<br />
di Scienze Politiche<br />
**Borsista post-dottorato presso la<br />
Facoltà di Scienze Politiche, dottore di<br />
ricerca in Storia dell’Europa mediterranea<br />
dall’antichità all’età contemporanea