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2011 Pompei ferita a morte

Numero 52 - Scuola di Giornalismo - Università degli Studi di Salerno

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EVENTI<br />

Domenica 11 dicembre <strong>2011</strong><br />

Decimo forum dell’Osservatorio sulla radiofonia internazionale nella nostra lingua<br />

Tre giorni di confronti, esperienze e colloqui per la diffusione delle notizie<br />

Nel mondo si parla ItalRadio<br />

21<br />

Siamo abituati a pensare alla<br />

radio come ad un mezzo utile a<br />

intrattenere un guidatore nel<br />

traffico o tutt’al più una donna di<br />

casa intenta a sbrigare le sue faccende.<br />

A questa visione, imposta<br />

alle nuove generazioni dalla diffusione<br />

delle ormai imperanti<br />

nuove tecnologie, si affianca<br />

quella forse ancor più evidente, e<br />

per certi aspetti pericolosa, di<br />

una radio che rincorre internet e<br />

tv, nel tentativo di accaparrarsi<br />

un numero sempre maggiore di<br />

consumatori. Consumatori,<br />

appunto, non utenti. Ma se è<br />

questo il target del mezzo radio,<br />

allora non resta molto per quello<br />

che davvero questo strumento<br />

dovrebbe rappresentare. Ancora<br />

più ristretto poi è lo spazio che<br />

nell’immaginario comune occupa<br />

la diffusione radiofonica in<br />

lingua italiana. Una lingua che<br />

cela un patrimonio culturale in<br />

grado di spaziare tra i più disparati<br />

ambiti e di muoversi in aree<br />

geografiche impensabili. L’Osservatorio<br />

sulla radiofonia internazionale<br />

in lingua italiana<br />

Italradio nasce proprio da questa<br />

esigenza: promuovere l’uso della<br />

lingua italiana nella radiodiffusione<br />

valorizzando al contempo<br />

un mezzo ormai considerato<br />

superato. Un progetto di Luigi<br />

Cobisi e Paolo Morandotti,<br />

rispettivamente segretario generale<br />

e coordinatore scientifico<br />

dell’osservatorio, che dal ‘96 a<br />

oggi ha saputo intessere una rete<br />

di collaborazioni tuttora vitale e<br />

propositiva. Il decimo forum di<br />

Italradio si è aperto giovedì 24<br />

alla redazione de “La Civiltà<br />

Cattolica” di Roma, con un colloquio<br />

incentrato su pubblicazioni<br />

dedicate alla radio, tra cui<br />

ricordiamo il volume sui 60 anni<br />

L’emittenza<br />

nella scuola<br />

Luigi Cobisi<br />

segretario generale<br />

di ItalRadio<br />

e in basso<br />

la console dello studio<br />

della sala Marconi<br />

di Radio Vaticana<br />

Enrico Bellodi è professore<br />

di lettere a Bologna.<br />

Laureato nel 2001 con una<br />

tesi sul radio ascolto (successivamente<br />

pubblicata<br />

anche grazie<br />

all’ausilio di<br />

Luigi Cobisi),<br />

ha ricevuto il<br />

p r e m i o<br />

Italradio <strong>2011</strong><br />

al termine<br />

della terza<br />

sessione del<br />

d e c i m o<br />

forum dell’osservatorio.<br />

Un riconoscimento<br />

che viene assegnato<br />

ogni anno dal 1998. Lo scorso<br />

anno è stato conferito a<br />

Giuseppe Blasi, coordinatore<br />

della nostra Scuola di<br />

Giornalismo. Il presidente<br />

di Italradio, Nader Javaheri,<br />

ha consegnato a Bellodi la<br />

medaglia di Pietro Bembo,<br />

opera del maestro orafo fiorentino<br />

Paolo Penco. Bellodi<br />

ha ricevuto il premio<br />

come riconoscimento per<br />

«l'opera di promozione<br />

della radiofonia italofona<br />

per i giovani attraverso l'incontro<br />

personale<br />

e diretto<br />

per un utilizzo<br />

consapevole<br />

dei<br />

media conoscendone<br />

le<br />

modalità produttive<br />

ed<br />

espressive».<br />

Nella sua attività<br />

di insegnante delle<br />

scuole superiori infatti<br />

Enrico Bellodi con il suo<br />

entusiasmo coinvolge spesso<br />

i suoi giovani studenti,<br />

cercando di trasmettere<br />

loro la sua passione, proponendo<br />

visite a stazioni<br />

radio ed integrando i programmi<br />

disciplinari con<br />

nozioni di radiofonia e<br />

radioascolto.<br />

Onda Media<br />

Broadcast<br />

«Paragono le onde medie<br />

italiane ad un giardino che<br />

ha vissuto tempi fastosi ed<br />

ora si ritrova trascurato e in<br />

stato di abbandono». Sono<br />

le parole dell’ing.<br />

Roberto<br />

Furlan promotore<br />

della<br />

stazione in<br />

onda media<br />

di Bologna<br />

“Onda Media<br />

Broadcast”.<br />

Una stazione<br />

la sua che ha<br />

la potenza «di una stufetta»,<br />

come ammette lui stesso,<br />

ma è sufficiente a fornire un<br />

buon prodotto, seppur fruibile<br />

in una dimensione locale,<br />

con risultati soddisfacenti<br />

e buoni rapporti d’ascolto.<br />

Mosso da una passione<br />

viscerale per la radio, che fin<br />

da piccolo lo inchiodava al<br />

suo apparecchio ad ascoltare<br />

per ore i racconti di Radio<br />

di Radio Capodistria presentato<br />

da Lara Drcic e Donatella Pohar.<br />

Venerdì 25 la Sala Marconi di<br />

Radio Vaticana a Palazzo Pio ha<br />

invece ospitato la prima sessione<br />

di lavoro del forum, un confronto<br />

di esperienze sulla radiofonia<br />

in lingua italiana cui hanno partecipato,<br />

oltre alle colleghe di<br />

Radio Capodistria, Dusica Maticki<br />

e Sandra Zivanovic di Radio<br />

Serbia, Alessandro Prokorov<br />

della Voce della Russia e Stefano<br />

Cobino ex voce di Radio Budapest,<br />

oltre ad Au-gusto Chollet<br />

di Radiotelevisione Svizzera,<br />

Laura Cornero della Comunità<br />

Radiotelevisiva Italofona e Concetta<br />

Corselli di Radio Cairo. A<br />

fare gli onori di casa Rosario<br />

Tronnolone conduttore di<br />

“Orizzonti Cristiani”. E’ stata l’occasione<br />

per Morandotti e Cobisi<br />

di tracciare un bilancio sulla<br />

comunicazione radiofonica in<br />

italiano e sullo stato di attività<br />

dell’osservatorio. Un bilancio per<br />

certi versi impietoso ma ricco di<br />

PREMIO <strong>2011</strong> BOLOGNA LOREDANA CORNERO<br />

Mosca, Furlan ha voluto<br />

dimostrare come sia possibile,<br />

in maniera autonoma<br />

e senza spese eccessive,<br />

sfruttare le enormi po-tenzialità<br />

delle<br />

onde medie.<br />

Unico neo, il<br />

fatto che a<br />

fronte della<br />

facilità con<br />

cui tecnicamente<br />

ha<br />

potuto mettere<br />

su il suo<br />

impianto non<br />

ci sia stata una risposta<br />

normativa e burocratica<br />

dello stesso livello.<br />

È un peccato che il servizio<br />

pubblico ritenga di non<br />

dover utilizzare tutta la<br />

capacità trasmissiva assegnata<br />

al nostro Paese e che<br />

al contempo non aiuti le<br />

persone come Roberto<br />

Furlan con una legislazione<br />

adeguata.<br />

Una strategia<br />

per difenderci<br />

Loredana Cornero lavora<br />

alla direzione generale della<br />

Rai ed è presente al forum<br />

come segretario generale<br />

della Comunità Radiotelevisiva<br />

Italofona. Una<br />

realtà che esiste<br />

da 25 anni<br />

e che «in questi<br />

ultimi tempi<br />

- dice la<br />

Cornero - sta<br />

cercando di<br />

trovare una<br />

posizione più<br />

pragmatica e fattiva.<br />

Siamo sì un insieme di radio<br />

che parlano in italiano, ma<br />

da anni abbiamo un grande<br />

appoggio da parte delle istituzioni<br />

accademiche di lingua<br />

italiana come ad esempio<br />

l’Accademia della Crusca,<br />

proprio nell’ottica di<br />

una diffusione e promozione<br />

ancora maggiore della<br />

nostra lingua».<br />

spunti interessanti. Nel ’96, anno<br />

di nascita dell’osservatorio, 14<br />

stazioni su onda media e 13 su<br />

onda corta trasmettevano in lingua<br />

italiana: ad oggi la diffusione<br />

radiofonica in italiano si è drasticamente<br />

ridotta. «Alcune di queste<br />

realtà sono passate al web,<br />

altre sul satellite - spiega<br />

Morandotti - un orizzonte che<br />

lascia pensare come la radiofonia<br />

in italiano sia al tramonto».<br />

Internet non aiuta: «Essere<br />

costretti a pagare un abbonamento<br />

per poter ascoltare un’emittente<br />

per cui prima mi bastava<br />

una radiolina, mi fa sentire<br />

molto consumatore e poco utente<br />

- continua il coordinatore<br />

scientifico - . Eppure c’è ancora<br />

spazio per una comunicazione in<br />

italiano. A dimostrazione di questo,<br />

la seconda sessione di lavoro<br />

ha visto la produzione di una trasmissione<br />

registrata negli studi di<br />

Radio Vaticana cui hanno partecipato<br />

i giornalisti presenti alla<br />

sessione mattutina e durante la<br />

quale si è dato vita ad una diretta<br />

con lo studio radio presso la Fiera<br />

del Libro "Gaudeamus" di Bucarest,<br />

dove l’Italia è ospite d’onore.<br />

Il forum si è poi chiuso il<br />

giorno successivo con una visita<br />

alla stazione di Radio Vaticana di<br />

S.Maria di Galeria con un colloquio<br />

tenuto dal prof. Filippo<br />

Giannetti dell’Università di Pisa<br />

assieme all’ing. Costantino Pacifici<br />

sul tema «La sfida della diffusione,<br />

tra nuove tecnologie e<br />

capacità tecniche eredità di una<br />

consolidata esperienza».<br />

Pagina a cura di<br />

MATTEO MARCELLI<br />

Per Loredana Cornero<br />

quello della diffusione dell’italofonia<br />

«è un problema<br />

di strategia paese. C’è ancora<br />

un interesse assai vivace<br />

per la nostra<br />

lingua che<br />

esula dalla<br />

tipica e stereotipata<br />

simpatia italiana.<br />

Gli italiani<br />

portano<br />

avanti una<br />

loro cultura e<br />

conoscenza<br />

che va oltre i luoghi comuni.<br />

La nostra Lingua - conclude-<br />

ha una sua dignità<br />

culturale ma anche un’utilità<br />

economica e commerciale.<br />

La questione vera è<br />

che l’italiano è poco sostenuto<br />

da un sistema paese<br />

che non è minimamente<br />

confrontabile ad esempio<br />

con quello che appoggia la<br />

francofonia».

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