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2011 Pompei ferita a morte

Numero 52 - Scuola di Giornalismo - Università degli Studi di Salerno

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PRIMO PIANO Domenica 11 dicembre <strong>2011</strong><br />

Dal prossimo 1 gennaio la gestione del ciclo dei rifiuti campani passerà nelle mani delle Province<br />

Spazzatour: Consorzio, no grazie<br />

I rischi: aumento della Tarsu e peggioramento del servizio svolto dai centri minori<br />

Impianti e raccolta differenziata<br />

per avvicinare l’intera regione<br />

Campania agli standard europei. È<br />

questo il ritornello che ormai da<br />

17 anni si sente ripetere per uscire<br />

definitivamente dalla perenne<br />

crisi dei rifiuti. Critica, come si sa,<br />

è in particolar modo la situazione<br />

nelle province di Napoli e di<br />

Caserta. Eppure un provvedimento<br />

preso dal governo Berlusconi<br />

durante il famoso Consiglio dei<br />

ministri tenutosi in trasferta nel<br />

capoluogo partenopeo potrebbe<br />

contribuire a peggiorare ulteriormente<br />

la situazione.<br />

L’entrata in vigore della legge<br />

26/2010 prevista per il gennaio<br />

prossimo, infatti, cambierebbe radicalmente<br />

il metodo della gestione<br />

del ciclo dei rifiuti. La competenza,<br />

infatti, passerebbe dalle<br />

mani di consorzi provinciali. Sarebbero<br />

demandati al consorzio<br />

tutte le competenze e le decisioni<br />

in materia e la riscossione della<br />

Tarsu passerebbe nelle mani della<br />

Provincia. Nulla di strano, se non<br />

fosse per due particolarità che<br />

contribuirebbero a formare l’ennesimo<br />

paradosso italiano. La prima<br />

è il fatto che dal 1994 al 2008 tutti<br />

i consorzi regionali che gestivano<br />

la raccolta dei rifiuti sono falliti, la<br />

seconda è la cancellazione della<br />

gestione comunale, che ha permesso<br />

a molti centri di ottenere<br />

ottime percentuali di raccolta differenziata.<br />

Un esempio di tutela<br />

dell’ambiente che vede protagonisti<br />

soprattutto piccoli Comuni<br />

della provincia ma anche capoluoghi<br />

come Salerno, che ha recentemente<br />

raggiunto il traguardo del<br />

70% di raccolta. Un sistema che<br />

con l’entrata in vigore della 26<br />

sarebbe messo completamente in<br />

discussione e che costringerebbe<br />

amministrazioni e cittadini virtuosi<br />

a ricominciare da zero.<br />

Mettere in moto una macchina del<br />

genere potrebbe risultare controproducente,<br />

soprattutto perché<br />

avvierebbe meccanismi di poltrone<br />

e di collaborazioni esterne.<br />

Situazioni ambite da molti, ma<br />

assolutamente inopportune in un<br />

periodo di recessione. «È una legge<br />

che andrebbe cambiata, che fa-<br />

Dal 1994 a oggi<br />

sono fallite<br />

tutte le imprese<br />

che si sono occupate<br />

di “monnezza”<br />

Comuni ”ricicloni”*<br />

*dati Legambiente, a cui non pervengono i dati dei “Comuni<br />

Virtuosi” del Casertano e del Napoletano<br />

7<br />

remo presente anche al nuovo<br />

governo Monti», sono le parole<br />

del presidente della Provincia di<br />

Caserta Domenico Zinzi, che contemporaneamente,<br />

però, sta inviando<br />

in questi giorni ai Comuni<br />

casertani una lettera in cui invita i<br />

sindaci a sottoscrivere delega irrevocabile<br />

all’incasso della Tarsu/Tia<br />

a favore della società Gisec al fine<br />

di permettere alla società provinciale<br />

di subentrare nel servizio di<br />

raccolta rifiuti dal 1 gennaio 2012.<br />

Una logica che sembra non stare<br />

bene nemmeno agli stessi vertici<br />

della Gisec, che hanno fatto sapere<br />

di non essere ancora pronti.<br />

Atteggiamenti condivisi anche da<br />

molti sindaci della Regione, le cui<br />

preoccupazioni trapelano anche<br />

dalle posizioni di altri presidenti di<br />

Provincia come quello di Benevento<br />

Aniello Cimitile: «Al-cune<br />

preoccupazioni dei sindaci sono<br />

legittime - ha detto -. Ma è la legge<br />

che impone la svolta. Sulla Tarsu,<br />

per esempio, capisco le doglianze<br />

perché è un’entrata fondamentale<br />

per i Comuni che corrono anche il<br />

rischio di sforare il Patto di stabilità,<br />

ma i problemi nascono da una<br />

legislazione ambigua che sembra<br />

fatta apposta per generare conflitti<br />

tra le istituzioni. La Provincia di<br />

Benevento può, però, rivendicare<br />

di aver fatto le cose per bene, con<br />

cautela tenendo sotto controllo i<br />

processi ed evitando i guai. Nel<br />

bando, poi, abbiamo cercato di<br />

venire incontro ai Comuni». In<br />

teoria tutti d’accordo, dunque, a<br />

mantenere un sistema di gestione<br />

della raccolta urbana affidato ai<br />

Comuni che sarebbe più produttivo.<br />

Nella questione rientra anche<br />

la grana-Tarsu che, inevitabilmente,<br />

subirebbe un’impennata.<br />

Intanto trapela l’ipotesi di una<br />

proroga ma, nonostante questo, i<br />

primi cittadini che per protesta si<br />

rifiuteranno di inviare i ruoli della<br />

Tarsu, secondo la legge, saranno<br />

destituiti.<br />

Pagina a cura di<br />

PIETRO ESPOSITO<br />

A pochi km da Caserta<br />

Piccoli<br />

borghi<br />

virtuosi<br />

In terra di Gomorra sono molti i Comuni<br />

virtuosi che raggiungono alte percentuali di<br />

differenziata e che con l’entrata in vigore<br />

della nuova legge vedrebbero azzerato il<br />

loro lavoro fatto. A Ruviano, per esempio, i<br />

cittadini hanno scelto di consegnare da soli<br />

i rifiuti nelle isole ecologiche, una percentuale<br />

di riciclo del 60% con un risparmio<br />

che ha permesso di chiudere il bilancio in<br />

pareggio e che mantiene bassa (un 1 euro al<br />

metro quadro) la Tarsu.<br />

Curioso il caso di Camigliano, sempre nella<br />

provincia di Caserta. Nel 2010 il sindaco<br />

Vincenzo Cenname venne premiato come<br />

“Primo Sindaco” dall’Associazione Comuni<br />

Virtuosi, una raccolta differenziata<br />

da percentuali scandinave, pannolini lavabili<br />

all’asilo, una moneta spendibile solo in<br />

paese: l’eco-euro, gettoni dati ai bambini<br />

che riciclavano il vetro. Poi il rifiuto di<br />

avviare le procedure per la legge 26 e il<br />

commissariamento, in soli dieci giorni sollevato<br />

dall’incarico. Nel maggio di quest’anno<br />

si è ripresentato alle elezioni. E ha<br />

rivinto. «Continuo a essere contrario alla<br />

legge – fa sapere – perché cancella quanto<br />

di buono siamo riusciti a fare nei nostri<br />

Comuni». Valle Agricola, Francolise,<br />

Fontegreca, Letino, Cloriano, Pratella, Pietravairano,<br />

Pontelatone tutti Comuni virtuosi<br />

che raggiungono percentuali di differenziata<br />

superiori al 50% e che riescono a<br />

chiudere, attraverso la loro gestione, il<br />

bilancio in pareggio o in attivo. Per questo<br />

motivo i primi cittadini di questi piccoli<br />

centri si sono uniti nel chiedere prima al<br />

presidente della Provincia Zinzi e poi al<br />

Governo la cancellazione della legge per<br />

continuare a investire nei loro sistemi.<br />

L’hinterland napoletano<br />

Rigore<br />

sotto<br />

il Vesuvio<br />

Napoli capitale mondiale della spazzatura.<br />

Un primato triste e che la città e la sua provincia<br />

difficilmente potranno scrollarsi di<br />

dosso nonostante la volontà dei cittadini e<br />

gli sforzi delle amministrazioni. Sforzi<br />

eccezionali soprattutto in Provincia e in<br />

particolare nell’area vesuviana.<br />

La “zona rossa” racchiude più di 500mila<br />

abitanti e lontano dallo scalpore mediatico<br />

ha saputo lavorare per raggiungere risultati<br />

entusiasmanti. Lo scorso luglio hanno<br />

deciso di mettersi insieme e di ripulire l’intera<br />

area metropolitana. Ognuno dei diciannove<br />

Comuni che hanno sottoscritto<br />

il patto si è incaricato di realizzare e di<br />

gestire degli impianti ad hoc per ogni tipo<br />

di rifiuti. A Torre del Greco gli indifferenziati,<br />

a Massa di Somma e Somma<br />

Vesuviana gli impianti per l’organico, a<br />

Ottaviano gli elettrodomestici usati, a<br />

Ercolano gli inerti e i rifiuti laterizi edili,<br />

Striano nei multi materiali, a Cercola il<br />

vetro, a San Sebastiano e Portici sarà allestito<br />

un grande centro di riuso, mentre<br />

San Giuseppe Vesuviano ha messo a<br />

disposizione una vasta area di 8mila metri<br />

quadrati. Questa alleanza e l’inizio della<br />

raccolta porta a porta ha dato dei risultati<br />

sorprendenti. A San Giorgio a Cremano si<br />

raggiunge ormai il 50% della raccolta differenziata,<br />

così come a Ottaviano. Fino ad<br />

arrivare a Portici e San Sebastiano, che<br />

superano il 65%. Impossibile pensarlo<br />

qualche tempo fa.<br />

Un lavoro enorme che potrebbe sparire<br />

con l’entrata in scena del Consorzio.<br />

Non resta che sperare in una proroga<br />

che possa aprire la strada alla cancellazione<br />

della legge.

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