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Diritto d’alloggio violato

Numero 34 - Scuola di Giornalismo - Università degli Studi di Salerno

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PRIMO PIANO Domenica 11 aprile 2010<br />

A Napoli si festeggia l’anniversario dell’ospedale dove lavorò San Giuseppe Moscati<br />

Incurabili da mezzo millennio<br />

11<br />

Forse il nome non è molto rassicurante<br />

ma, come si dice, mai fermarsi<br />

alle apparenze. Il complesso<br />

degli Incurabili è infatti uno<br />

dei siti monumentali più importanti<br />

e ricchi della Napoli rinascimentale.<br />

All’interno di esso sono<br />

racchiusi secoli di storia, arte<br />

senza contare le importanti pagine<br />

della medicina che vi sono<br />

state scritte. Lo scorso 23 marzo<br />

l’ospedale ha festeggiato i suoi<br />

quasi cinquecento anni di apertura,<br />

nel ricordo di quando, in quello<br />

stesso giorno nel 1522, le porte<br />

degli Incurabili furono aperte per<br />

la prima volta. Quello che non<br />

tutti sanno è che, all’origine di<br />

questa struttura, c’è una storia<br />

particolarmente affascinante, legata<br />

alla caparbia figura di una<br />

donna, Maria Requenses Longo,<br />

cui si deve la fondazione dell’ospedale.<br />

Nata da una nobile famiglia<br />

catalana, Maria Requenses<br />

sposò Giovanni Longo, funzionario<br />

di Ferdinando II d’Aragona e<br />

nel 1506 seguì il marito a Napoli,<br />

rimanendo però vedova dopo<br />

poco. Maria, donna di grande<br />

carità cristiana e notevole intelligenza,<br />

soffriva sin da giovane di<br />

una grave forma di artrite reumatoide.<br />

Per questo motivo, nel<br />

1516, si recò in pellegrinaggio al<br />

Santuario della Santa Casa di<br />

Loreto per chiedere la grazia della<br />

guarigione: guarita, fece voto di<br />

dedicare il resto della sua vita alla<br />

cura degli infermi ed entrò nel<br />

Terz’ordine Secolare di San<br />

Francesco d’Assisi, assumendo il<br />

nome di Maria Lorenza. Iniziò a<br />

frequentare le opere pie e caritatevoli<br />

napoletane, tra cui<br />

l'Ospedale di San Giacomo, e in<br />

particolare l'Ospedale di San<br />

Nicola al molo, che la vide particolarmente<br />

attiva nell’impegno<br />

pastorale. In quel periodo cominciò<br />

a farsi strada in lei l'idea di<br />

organizzare un'opera di assistenza<br />

per malati "incurabili". In<br />

appena due anni di lavori, grazie<br />

anche al sostegno dei suoi potenti<br />

amici, nasceva sulla splendida<br />

collina di Caponapoli, l'Ospedale<br />

degli Incurabili. Il 23 Marzo 1522<br />

i malati, in processione, guidati<br />

da Maria Longo, lasciavano il<br />

vecchio ospedale al Maschio<br />

Angioino per trasferirsi nella<br />

nuova sede. Per intercessione del<br />

Vescovo di Chieti Gian Pietro<br />

Carafa, l’ospedale ottenne numerosi<br />

privilegi dai Papi Leone X e<br />

Adriano VI. Successivamente nacquero,<br />

sempre a opera della<br />

Longo, la chiesa di Santa Maria<br />

del Popolo, che dette l'altro nome<br />

all'Ospedale, la sede dei Bianchi,<br />

il ricovero delle Pentite, il Monastero<br />

delle Riformate.<br />

Napoli fu colpita nei secoli da flagelli<br />

e calamità, epidemie di<br />

peste, di colera, carestie e guerre<br />

ma, in tutte le occasioni di più<br />

acuta sofferenza, trovò negli<br />

Incurabili un preciso punto di<br />

riferimento, realizzando il disegno<br />

idealmente tracciato dalla<br />

fondatrice. Lo scopo che si prefiggeva<br />

la nobildonna, infatti, non<br />

era semplicemente quello di<br />

costruire un luogo di ricovero per<br />

sofferenti: il suo progetto, molto<br />

più ambizioso, era di organizzare<br />

un ospedale che divenisse il più<br />

grande e funzionale del Regno.<br />

Un viaggio attraverso arte, storia e medicina<br />

per raccontare un luogo simbolo del nostro Sud<br />

La struttura<br />

nacque per diventare<br />

la più grande<br />

e funzionale<br />

del Regno borbonico<br />

Una sala<br />

della Farmacia<br />

dell’Ospedale<br />

degli Incurabili<br />

dove sono<br />

esposti i vasi<br />

in maiolica<br />

di Donato Massa<br />

Nel cortile dell'Ospedale, attraverso l'elegante scenografia<br />

delle scale aperte a doppia rampa, si arriva alla<br />

farmacia costruita, alla fine del Settecento, in sostituzione<br />

dell'antica spezieria cinquecentesca con un<br />

lascito di Antonio Maggiocca, reggente dell'Ospedale.<br />

E’ costituita da un salone ed una piccola sala-laboratorio,<br />

arredati con magnifici stigli di noce. Nelle scaffalature<br />

è esposta una serie di albarelli ed idrie farmaceutiche,<br />

decorati con paesaggi e figure en camaieu<br />

bleu. Il salone è interamente rivestito dall'armoniosa<br />

"boiserie" di un alto stiglio finemente intagliato con<br />

Statua<br />

della Madonna<br />

Addolorata<br />

di epoca settecentesca<br />

conservata<br />

nell’Ospedale<br />

degli Incurabili<br />

del centro storico<br />

di Napoli<br />

Preghiera alla Madonna di Loreto<br />

O Maria Vergine Lauretana,<br />

il mondo ha nostalgia di te!<br />

La tua piccola "casa" è memoria eloquente<br />

di valori perduti ma ancora sognati:<br />

le povere pietre silenziosamente parlano<br />

e gridano che è Dio la vera ricchezza;<br />

la semplicità insegna e dolcemente ricorda<br />

che l'umiltà è la terra della vera grandezza.<br />

O Maria, Vergine Lauretana<br />

il silenzio della tua "casa"<br />

custodisce un "sì" che ci appartiene<br />

e al quale noi tutti apparteniamo:<br />

è il "sì" che ha interrotto<br />

la catena dei nostri 'no';<br />

è il "sì" che è diventato Corpo del Figlio di Dio,<br />

Salvatore del mondo ieri, oggi e sempre.<br />

O Maria, Vergine Lauretana,<br />

mentre passano i secoli ed i millenni,<br />

noi ci appoggiamo al tuo Cuore di Madre<br />

per intonare nel nostro povero cuore<br />

la melodia del tuo "sì",<br />

che ci riempie di Eterno<br />

e ci rende pellegrini felici<br />

verso la "Santa Casa" dei figli di Dio. Amen.<br />

Angelo Card. Comastri<br />

Fu costruita alla fine del Settecento in sostituzione dell’antica spezieria<br />

La farmacia delle meraviglie<br />

Un gioiello del Rinascimento con tesori di Murano e vasi maiolicati<br />

tre ampi e sfarzosi fondali dorati delle vetrine su cui<br />

poggiano coppe, boccette e bicchieri di vetro di<br />

Murano o di Boemia. Di valore incalcolabile gli splendidi<br />

vasi maiolicati dipinti con scene bibliche ad opera<br />

dei maestri napoletani Lorenzo Salandra e Donato<br />

Massa cui si deve anche l'impiantito della Farmacia.<br />

Sul soffitto si vede la splendida tela con Macaone che<br />

cura un guerriero ferito, opera del Bardellino. Sul pavimento,<br />

uno stupendo tappeto in cotto con decorazioni<br />

maiolicate ed ampie volute e ceste di frutta che<br />

completano la splendida visione di forme e colori.<br />

Per questo motivo, fin dagli esordi,<br />

lavorarono agli Incurabili<br />

medici di altissima levatura, che<br />

insegnarono anche ai giovani la<br />

teoria e la pratica della medicina<br />

e furono i pionieri di quella che<br />

divenne nel Seicento e nel<br />

Settecento una fiorentissima<br />

scuola, a opera di Marco Aurelio<br />

Severino. Tra i nomi illustri vi si<br />

annoverano anche Domenico<br />

Cotugno, Gabriele Tedeschi e soprattutto<br />

Giuseppe Moscati, forse<br />

a torto ricordato più per la sua<br />

santità che per le sue eccezionali<br />

capacità professionali. Ma il suolo<br />

dell’Ospedale fu calcato non solo<br />

da grandi figure dal punto di vista<br />

medico ma anche da moltissimi<br />

santi. Nessuna altra opera al<br />

mondo può vantare l’impegno di<br />

carità cristiana sviluppatosi agli<br />

Incurabili. Già all’inizio, con Maria<br />

Longo, collaboravano, tra gli<br />

altri, padre Girolamo da Monopoli,<br />

Vittoria Colonna e Antonio<br />

Caracciolo con la Compagnia dei<br />

Bianchi. Nel filo d'oro della storia<br />

dell'Ospedale s'inseriscono, primo<br />

fra tutti in ordine di tempo,<br />

San Gaetano Thiene, il vero animatore<br />

dell'impresa di costruire<br />

la struttura, e che si dedicò per<br />

anni all'assistenza degli infermi.<br />

Anche alcuni seguaci del Santo,<br />

come Sant'Andrea Avellino e San<br />

Giovanni Marinoni, dedicarono<br />

la loro vita alla causa. Poi gli Incurabili<br />

passarono alla guida spirituale<br />

della Compagnia dei<br />

Camillani fondata da San Camillo<br />

de Lellis, di cui seguì la scia San<br />

Luigi Gonzaga. Come non menzionare<br />

Sant'Alfonso Maria de'<br />

Liguori che, durante una visita<br />

agl'Incurabili, sulle scale principali<br />

fu colto da una visione divina<br />

e quindi decise di entrare nella<br />

Compagnia di Santa Maria Succurre<br />

Miseris che svolgeva il suo<br />

ministero in Ospedale assistendo<br />

spiritualmente i condannati a<br />

morte. Agli Incurabili svolsero la<br />

propria opera anche San Francesco<br />

Maria Bianchi e Santa Caterina<br />

Volpicelli, ma la lista sarebbe<br />

molto più lunga. Come già<br />

accennato, l’Ospedale è molto<br />

ricco anche dal punto di vista storico<br />

artistico anche se purtroppo<br />

fa parte di quella che si definisce<br />

“la Napoli negata", in quanto il<br />

suo patrimonio culturale è preclusa<br />

alla vista dei più. Il Complesso<br />

degli Incurabili attualmente<br />

comprende l’Ospedale, la chiesa<br />

di Santa Maria del Popolo, la<br />

chiesa di Santa Maria Succurre<br />

Miseris dei Bianchi, la chiesa di<br />

Santa Maria delle Grazie Maggiore<br />

a Caponapoli e l'omonimo<br />

chiostro, il complesso di Santa<br />

Maria della Consolazione, la<br />

chiesa di Santa Maria di Gerusalemme<br />

e il chiostro delle Trentatrè.<br />

L’Ospedale racchiude la<br />

splendida farmacia settecentesca<br />

realizzata da Bartolomeo Vecchione,<br />

rimasta quasi del tutto<br />

intatta. È composta da due sale<br />

con l'originaria scaffallatura completamente<br />

in legno, sulla quale<br />

sono presenti circa quattrocento<br />

preziosi vasi in maiolica dell'epoca,<br />

realizzati da Donato Massa.<br />

Pagina a cura di<br />

VERONICA VALLI

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