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Diritto d’alloggio violato

Numero 34 - Scuola di Giornalismo - Università degli Studi di Salerno

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6 Domenica 11 aprile 2010 PRIMO PIANO<br />

Vincoli dell’Ue<br />

Stop ai finanziamenti dello Stato per la<br />

costruzione in città di nuovi alloggi<br />

perché inquinano il mercato. Il monito<br />

è arrivato nei mesi scorsi dall’Unione<br />

europea. Intanto è in corso d’opera un<br />

piano casa collegato al bando del 20<br />

luglio dello scorso anno, promosso dal<br />

Comune di Salerno, per realizzare<br />

2020 appartamenti.<br />

Mai più casermoni e ghetti<br />

alla periferia cittadina.<br />

Il Social housing è un nuovo<br />

modo di pensare gli alloggi:<br />

una speranza di integrazione<br />

tra realtà diverse<br />

Case popolari per i nuovi poveri<br />

Salerno: cinquecento milioni stanziati per l’edilizia sociale dirottati sulla Sanità<br />

Emergenza infinita. Tra affitti triplicati, costi di<br />

manutenzione in costante aumento e fondi pubblici<br />

promessi e mai arrivati, l’odissea degli inquilini<br />

salernitani sembra non avere fine. La questione<br />

abitativa, oggi, non è solo quella di chi non ha<br />

una casa; il disagio, infatti, riguarda soprattutto<br />

quelle persone che non riescono a pagare il canone<br />

di locazione. Perché? Il motivo è semplice: al<br />

progressivo aumento dei prezzi si associa l’impoverimento<br />

delle famiglie. Cresce così la domanda<br />

di chi ha un reddito alto per accedere all’edilizia<br />

residenziale pubblica, basso per il mercato degli<br />

affitti. In pratica, il paradosso del “poveri ma non<br />

troppo”. Il Comune di Salerno e l’Istituto autonomo<br />

case popolari (Iacp), proprietario di circa dodicimila<br />

appartamenti nella provincia, hanno inserito<br />

nella loro agenda una questione che non<br />

può più essere solo gestita o amministrata, ma affrontata.<br />

Infatti, proprio nel mese di marzo sono<br />

state pubblicate, tra molte difficoltà e con un po’<br />

di ritardo, le graduatorie comunali del 2007: oltre<br />

duemila domande per milleduecento alloggi disponibili.<br />

La metà di quelle persone in difficoltà<br />

restano però fuori dal circuito degli aiuti. «Un dato<br />

sintomatico che mostra la staticità di tutto il<br />

settore», afferma il direttore generale dello Iacp di<br />

Salerno, Antonio Schiavone.<br />

Il disagio abitativo in città ha compiuto da poco<br />

quaranta anni: dalle case occupate negli anni Settanta<br />

ai container utilizzati per fronteggiare la<br />

fase post terremoto (Irpinia 1980), le soluzioni<br />

non sono mai state sufficienti.<br />

Ancora persone<br />

nei container<br />

post terremoto<br />

aspettando<br />

soldi promessi<br />

e interventi<br />

pluridecennali<br />

Oggi poi, non basta più avere<br />

un tetto, l’edilizia residenziale<br />

pubblica ha come primo obiettivo<br />

la qualità dell’abitare: ambienti<br />

privi di umidità, senza<br />

lesioni alle pareti, ma sopratutto<br />

che siano adatti ai diversi tipi<br />

di nuclei familiari. Da Palazzo<br />

di Città, la reazione all’urgenza<br />

si materializza con un bando<br />

per la costruzione di duemila<br />

appartamenti. L’Istituto, invece,<br />

dovrebbe realizzare nuovi<br />

edifici e provvedere alla manutenzione<br />

di quelli esistenti, reinvestendo<br />

il 75% dei ricavi; soldi che provengono<br />

dalla vendita delle case agli inquilini con “venti<br />

anni di onorato servizio”. Tradotto: persone in<br />

graduatoria per un determinato periodo di<br />

tempo. Ma tutto questo non basta: lo dimostrano<br />

quelle persone che non vedono riconosciuto il<br />

proprio diritto all’abitare accedendo a canoni di<br />

locazione agevolati o all’assegnazione diretta.<br />

Una soluzione potrebbe essere il Social housing,<br />

idea presa in prestito dai centri urbani del nord<br />

Italia (Torino, Parma e Ancona). Il progetto nasce<br />

dalla stretta connessione tra questione abitativa e<br />

coesione sociale, per evitare la costruzione di<br />

ghetti come successo negli anni Ottanta.<br />

Destinatari non solo i nuclei familiari a basso reddito,<br />

ma anche gli studenti fuori sede e gli sfrattati.<br />

Ma c’è bisogno di un contributo statale minimo<br />

del 30% del costo di realizzazione. I cinquecento<br />

milioni stanziati dal Governo nel novembre<br />

del 2009, sono stati utilizzati per coprire il disavanzo<br />

nel bilancio della Sanità. Ancora una volta,<br />

tutto fermo. Altra ipotesi riguarda i beni confiscati<br />

alle mafie e da destinare al mercato delle abitazioni.<br />

Tante idee e pochi investimenti. Ma, come insegna<br />

la tradizione campana, “senza soldi non si<br />

cantano messe”.<br />

Pagina a cura di<br />

FRANCESCO MARIA BORRELLI<br />

SANTO IANNÒ<br />

Emergenza:<br />

abitazioni<br />

mai finite<br />

«La città di Salerno ha un<br />

fabbisogno di duecentocinquanta<br />

alloggi, cento per le<br />

famiglie che vivono ancora<br />

in prefabbricati leggeri<br />

(nelle zone di Matierno e<br />

Fratte), altri necessari per chi<br />

vive in alcuni contenitori utilizzati<br />

dal Comune come<br />

alloggi parcheggio in via<br />

Capone e in via Rocco<br />

Cocchia (nell’edificio che<br />

ospitava l’ex liceo Alfano I)».<br />

Lo ha detto Liborio De<br />

Simone, segretario provinciale<br />

del Sunia (Sindacato<br />

nazionale unitario inquilini e<br />

assegnatari). Per rispondere<br />

al fabbisogno ci sono dei<br />

programmi costruttivi in<br />

corso, che se realizzati, sopperirebbero<br />

alla carenza abitativa.<br />

Ma a Salerno la situazione<br />

non è sempre lineare,<br />

infatti ci sono cento alloggi<br />

finanziati dalla Regione<br />

venti anni fa e mai realizzati.<br />

Quindi non sembra facile<br />

riuscire a coprire il fabbisogno,<br />

stimato in duecentocinquanta<br />

alloggi, se per<br />

cento di questi si sta aspettando<br />

da oltre venti anni. I<br />

fondi in questione fanno<br />

parte del piano decennale<br />

casa e sono la sesta e settima<br />

tranche della legge 457 del<br />

’78. Il problema a monte dell’immobilità<br />

ventennale è<br />

ubicativo cioè non sono<br />

state localizzate le aree per la<br />

costruzione delle case.<br />

Il complesso di case popolari sito nel quartiere Europa<br />

IL DIRETTORE GENERALE IACP<br />

«Call center<br />

al servizio<br />

della gente»<br />

Mai applicato il processo<br />

di mobilità dell’utenza<br />

Antonio<br />

Schiavone<br />

direttore<br />

generale<br />

dell’Istituto<br />

autonomo<br />

case popolari<br />

di Salerno<br />

Dottor Schiavone, ex magistrato,<br />

oggi direttore generale<br />

dello Iacp di Salerno,<br />

quali sono gli attori nell’assegnazione<br />

degli alloggi?<br />

«I soggetti sono tre: il Comune,<br />

la Commissione provinciale<br />

e lo Iacp. È essenziale<br />

distinguerne i ruoli. Il<br />

Comune pubblica il bando,<br />

raccoglie le domande e adotta<br />

i provvedimenti di assegnazione.<br />

La Commissione<br />

provinciale, presieduta da un<br />

magistrato, redige una graduatoria<br />

e la invia al Comune.<br />

Lo Iacp stipula il contratto con<br />

gli assegnatari e ne gestisce il<br />

rapporto fino all’eventuale<br />

vendita dell’immobile».<br />

Qual è la realtà salernitana<br />

in cui opera lo Iacp?<br />

«La provincia di Salerno è una<br />

delle più grandi d’Italia, com-<br />

La scheda<br />

12000 gli alloggi che lo<br />

Iacp gestisce nella provincia<br />

di Salerno.<br />

480 immobili a locazione<br />

permanente, di edilizia<br />

cooperativa in via di ultimazione.<br />

250 le residenze necessarie<br />

per rispondere all’emergenza<br />

abitativa cittadina.<br />

Cento sono “in<br />

corso d’opera” ormai da<br />

vent’anni.<br />

50 secondo il Sunia sono<br />

quest’anno gli sfratti esecutivi<br />

per morosità e fine<br />

locazione.<br />

2020 le case di edilizia<br />

sociale previsti nel bando<br />

comunale del 20 luglio<br />

2009.<br />

prende 158 comuni sul cui<br />

territorio sono sparsi 12000<br />

alloggi. Il dato paradossale è<br />

che ci siamo trovati in una<br />

realtà che prevedeva non più<br />

di cinque tecnici per il controllo<br />

e l’intervento sull’intero<br />

territorio».<br />

Come siete venuti a capo<br />

della situazione?<br />

«Lo Iacp ha innanzitutto<br />

bandito un appalto pubblico,<br />

suddiviso la provincia in<br />

quattro aree geografiche e ha<br />

programmato un intervento<br />

di 15 milioni di euro. In seconda<br />

battuta i vincitori dell’appalto<br />

hanno dovuto munirsi<br />

di un call center e quindi<br />

di numero verde per gli<br />

inquilini. Infine la gestione<br />

degli interventi è fatta da<br />

ditta e Iacp».<br />

Sono previsti degli interventi<br />

statali a breve?<br />

«Non sono previsti nuovi<br />

piani strategici, perché non ci<br />

sono finanziamenti. La Regione<br />

aveva 550 milioni di<br />

euro destinati all’edilizia pubblica,<br />

che sono stati dirottati<br />

sul bilancio della Sanità».<br />

Come viene monitorata<br />

l’assegnazione e l’effettivo<br />

utilizzo degli alloggi?<br />

«È un’attività che compete al<br />

Comune, infatti per la teoria<br />

degli effetti e degli atti contrari,<br />

se il Comune assegna, il<br />

Comune ritira. È necessario<br />

verificare che le case vengano<br />

congruamente assegnate,<br />

monitorare il numero e l’effettiva<br />

residenza degli assegnatari.<br />

Dovrebbe esistere un<br />

processo di mobilità dell’utenza<br />

previsto dal legislatore<br />

ma mai applicato».

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