Diritto d’alloggio violato
Numero 34 - Scuola di Giornalismo - Università degli Studi di Salerno
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Pagina a cura di<br />
Dopo la lettera dei vescovi liguri, interviene il Papa<br />
«Vita, dono prezioso»<br />
Il rispetto per la sacralità della vita, dal<br />
concepimento alla morte naturale, contro<br />
l’aborto e la difesa del matrimonio tra uomo<br />
e donna, base della famiglia sono stati<br />
ribaditi dal Papa durante l’udienza generale<br />
del mercoledì e nel messaggio al X Forum<br />
internazionale dei giovani.<br />
Il Pontefice ha sottolineato che il matrimonio<br />
è «una relazione tra uomo e donna che<br />
riflette l’amore di Dio in maniera speciale e<br />
non è un contratto a termine che si può<br />
infrangere». «Il vero amore è fedele e dono<br />
di sé definitivo; il vincolo coniugale assume<br />
una dignità immensa» ha aggiunto<br />
Benedetto XVI al termine del suo discorso.<br />
Il Santo Padre ha evidenziato l’importanza<br />
della sacralità della vita come dono di Dio.<br />
Negli ultimi giorni questi valori erano stati<br />
sanciti da una lettera dei vescovi della Liguria<br />
firmata dal cardinale Angelo Bagnasco,<br />
arcivescovo di Genova.<br />
Il presidente della Cei aveva sostenuto che<br />
essi rivestono la stessa importanza del<br />
diritto al lavoro e alla casa e dell’integrazione<br />
degli immigrati. Il comunicato<br />
correggeva in parte un precedente appello<br />
lanciato da Bagnasco in vista delle elezioni<br />
regionali per indirizzare i cattolici esortandoli<br />
a esprimere un voto contro l’aborto.<br />
Nel suo discorso il cardinale aveva manifestato<br />
la sua contrarietà all’uso della pillola<br />
abortiva Ru486 e aveva distinto tra valori<br />
non negoziabili e prioritari come tutela<br />
della vita e difesa del matrimonio e altri<br />
valori secondari come diritto al lavoro, alla<br />
casa e l’integrazione degli immigrati. La<br />
differenza tra la prima e l’ultima versione<br />
era nell’assenza di una gerarchia nella seconda<br />
tra principi bioetici e sociali. Sul tema<br />
dell’integrazione degli immigrati gli otto<br />
vescovi firmatari del documento sostenevano<br />
che gli extracomunitari devono<br />
essere trattati da “uguali” e non relegati in<br />
“isole etniche”.<br />
Alle aziende gli alti prelati chiedevano di<br />
non fronteggiare la crisi ricorrendo ai<br />
licenziamenti dei lavoratori ma di aumentare<br />
i sostegni economici degli ammortizzatori<br />
sociali.<br />
Domenica 11 aprile 2010<br />
Piano strategico alla Fiat:<br />
tagli di 5000 posti di lavoro<br />
23<br />
re scenderanno da 12 a 8, a<br />
Torino si ridurranno da 5 a<br />
2: rimarranno MiTo e L1,<br />
una monovolume di grandi<br />
dimensioni. I sindacati chiedono<br />
di incontrare il Governo<br />
per discutere il piano<br />
prima del 21 aprile.<br />
I presunti licenziamenti<br />
della Fiat rafforzano l’allarme<br />
lanciato dall’Istat secondo<br />
cui nel 2009 sono stati<br />
persi 380000 posti di lavoro<br />
con un tasso medio di disoccupazione<br />
del 7,8%. E’il<br />
primo calo dal 1995.<br />
Obama e la riforma infinita<br />
La storica rivoluzione del sistema sanitario si ferma e ritorna al voto<br />
«Abbiamo appena assicurato il<br />
principio fondamentale che<br />
tutti possano avere una sicurezza<br />
di base quando si tratta<br />
della salute»: questa la dichiarazione<br />
del presidente Barack<br />
Obama subito dopo la vittoria<br />
parlamentare alla Camera che<br />
ha dato il via alla tanto voluta<br />
riforma del sistema sanitario.<br />
La nuova legge estenderà la copertura<br />
sanitaria a 32 milioni<br />
di americani (pari al 95% dell’intera<br />
popolazione) e prevede<br />
programmi di assistenza per i<br />
più poveri, un aumento del<br />
carico fiscale per i ricchi e un<br />
divieto alle compagnie assicurative<br />
di stipulare alcune pratiche<br />
discriminatorie, come la<br />
possibilità di rifiutare una<br />
polizza a persone che abbiano<br />
problemi di salute pregressi.<br />
Gli Stati Uniti, dopo lunghissimi<br />
e difficili negoziati, hanno<br />
quindi un nuovo sistema sanitario,<br />
cavallo di battaglia di<br />
LUCIANA BARTOLINI<br />
FRANCESCO PADULANO<br />
«Il matrimonio non è un contratto a termine»<br />
L’amministratore delegato<br />
della Fiat, Sergio Marchionne<br />
ha reagito alle notizie<br />
circolate nei giorni<br />
scorsi affermando che<br />
«Con l’attuale crisi è vergognoso<br />
“picchiare” l’unica<br />
industria manifatturiera<br />
italiana. Non abbiamo licenziato<br />
nessuno» aggiunge<br />
e sottolinea che sono informazioni<br />
«premature e<br />
senza fondamento». «E’ un<br />
piano che non conosco, ci<br />
stiamo ancora lavorando».<br />
Secondo indiscrezioni diffuse,<br />
il piano strategico<br />
2010-2014, che dovrà essere<br />
presentato il prossimo<br />
21 aprile, prevede il taglio<br />
di 5000 posti di lavoro pari<br />
al 15% dell’organico. Nella<br />
fabbrica di Mirafiori a Torino<br />
si calcolano 2500 lavoratori<br />
in meno allontanati<br />
con i prepensionamenti.<br />
Fra qualche anno la Fiat<br />
avrà stabilimenti più piccoli<br />
con meno addetti ma<br />
maggiore produzione di<br />
auto (da 600000 a 900000<br />
pari al 50%). La rivoluzione<br />
Obama sin dall’inizio della sua<br />
scalata alla Casa Bianca. Ma<br />
nelle aule di giustizia è già cominciata<br />
la battaglia per boicottarlo:<br />
i procuratori generali<br />
di 13 stati americani hanno subito<br />
avviato un procedimento<br />
legale affinché il governo federale<br />
blocchi la riforma in quanto<br />
anti-costituzionale. E il tentativo<br />
di ostacolare la riforma è<br />
più grande riguarderà Pomigliano<br />
d’Arco dove sarà<br />
prodotta la Panda al posto<br />
delle Alfa. Confermata la<br />
chiusura entro il 2012 di<br />
Termini Imerese.<br />
La Fiat continuerà a realizzare<br />
i motori più mo-derni<br />
negli Stati Uniti e in Polonia.<br />
Ci saranno cambiamenti<br />
alla Fma di Pratola Serra<br />
(Av) che ha diminuito la<br />
produzione dai 500000<br />
motori del 2006 ai 170000<br />
del 2009. I modelli di vettu-<br />
riuscito invece ai repubblicani.<br />
Uno stop alla legge, che dovrà<br />
essere sottoposta ad una nuova<br />
votazione per «irregolarità di<br />
procedura». A dichiararlo è<br />
stato Jim Manley, portavoce di<br />
Harry Reid, leader della maggioranza<br />
democratica al Senato:<br />
«Dopo ore di tentativi<br />
per trovare un modo di bloccare<br />
il testo, i repubblicani hanno<br />
scovato due clausole relativamente<br />
secondarie che sono<br />
violazioni della procedura del<br />
Senato, il che significa che<br />
dobbiamo rimandare il provvedimento<br />
alla Camera». I due<br />
emendamenti, che riguardano<br />
la concessione delle borse di<br />
studio agli studenti con basso<br />
reddito, non potevano essere<br />
approvati con il procedimento<br />
della «riconciliazione» (uno<br />
strumento parlamentare che<br />
richiede solo la maggioranza<br />
semplice, cioè 51 voti invece di<br />
60), adottato dai democratici<br />
per evitare ostruzionismi in<br />
Senato.<br />
Tuttavia il nuovo testo dovrebbe<br />
essere approvato dalla Camera<br />
in tempi brevi, a meno<br />
che qualche deputato democratico,<br />
specie nel fronte antiabortista,<br />
cambi idea cercando<br />
di ottenere qualcosa di più,<br />
visto anche l’avvicinarsi delle<br />
elezioni di metà mandato.<br />
La decisione del governo israeliano di espandere gli insediamenti a Gerusalemme Est rende difficile il processo di pace<br />
Torna alta la tensione in Medio Oriente<br />
La ferma decisione del<br />
governo israeliano di costruire<br />
nuovi insediamenti<br />
(pari a 1.600 alloggi) a<br />
Gerusalemme est, ha fatto<br />
ripiombare in uno stato di<br />
alta tensione il Medio<br />
Oriente e non solo. Infatti,<br />
ad incrinarsi e ad andare<br />
in crisi è stato anche il<br />
forte rapporto di amicizia<br />
che lega Israele agli Stati<br />
Uniti. Una crisi che ha<br />
spinto il premier israeliano,<br />
Benjamin Netanyahu, ad<br />
andare a Washington per<br />
confrontarsi con il governo<br />
americano che duramente<br />
aveva criticato il progetto di<br />
espansione e il blocco della<br />
libera circolazione subito<br />
dai palestinesi che vivono a<br />
Gerusalemme. Ma<br />
Netanyahu, durante l’incontro<br />
con il vicepresidente Joe<br />
Biden, ha minacciato che il<br />
blocco continuerà e i colloqui<br />
per la pace in Medio<br />
Oriente saranno ritardati di<br />
un anno se i palestinesi -<br />
appoggiati dagli Stati Uniti -<br />
non ritireranno la richiesta<br />
di congelamento totale degli<br />
insediamenti (mentre da I-<br />
sraele arrivava l’ok per la<br />
costruzione di 20 alloggi a<br />
Gerusalemme est, nel luogo<br />
in cui attualmente sorge<br />
un albergo palestinese).<br />
E alla vigilia del colloquio<br />
tra Obama e Netanyahu, il<br />
segretario di Stato americano,<br />
Hillary Clinton, ha<br />
dichiarato che «il cammino<br />
da seguire è chiaro: due<br />
Stati e due popoli che vivono<br />
fianco a fianco. E se questo<br />
è l’obiettivo, costruire<br />
nuove case israeliane a<br />
Gerusalemme est danneggia<br />
la fiducia reciproca».<br />
Ma la risposta di Netanyahu<br />
non ha lasciato alcun spiraglio<br />
ad un necessario miglioramento<br />
della critica<br />
situazione: «Gerusalemme<br />
non è una colonia, è la<br />
nostra capitale. Il popolo<br />
ebraico l’ha costruita tremila<br />
anni fa e continuerà a<br />
costruirla ora. Non resteremo<br />
prigionieri di richieste<br />
irrazionali e illogiche».