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Diritto d’alloggio violato

Numero 34 - Scuola di Giornalismo - Università degli Studi di Salerno

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E’ ancora possibile salvare il pastificio<br />

Carmine Russo di Cicciano.<br />

A quasi un anno dal fallimento,<br />

avvenuto lo scorso luglio, però,<br />

nessun imprenditore si è seriamente<br />

fatto avanti per rilevare la<br />

società, che nel 2001 la famiglia<br />

Russo ha ceduto all’avvocato Mario<br />

Maione. Tutte le possibili trattative<br />

non sono andate a buon fine.<br />

In un primo momento si è parlato<br />

di un fondo finanziario inglese,<br />

Blu Sky, che voleva investire sul<br />

rilancio dell’azienda. In seguito c’è<br />

stato l’interessamento di Cosimo<br />

Rummo, noto imprenditore del<br />

settore pastaio campano, proprietario<br />

dell’omonimo pastificio a<br />

Benevento. Le intenzioni di Rummo<br />

erano quelle di sondare il mercato<br />

per verificare la risposta dei<br />

consumatori a quasi un anno dal<br />

fallimento. Occorreva un periodo<br />

di sei mesi per compiere un’adeguata<br />

indagine di settore, durante<br />

la quale, l’imprenditore sannita<br />

avrebbe riavviato la produzione<br />

della pasta Russo a Benevento. Ma<br />

qualcosa non è andata per il verso<br />

giusto e la trattativa si è arenata.<br />

Nessuno sceicco<br />

per la pasta Russo<br />

PRIMO PIANO Domenica 11 aprile 2010<br />

Non ci sono offerte concrete per l’azienda di Cicciano<br />

Cento lavoratori a casa, zero finanziamenti in vista<br />

Nelle ultime settimane, infine, si è<br />

parlato anche dell’interessamento<br />

del gruppo agroalimentare spagnolo,<br />

Ebro Puleva, che, incassato<br />

il no della De Cecco, ha dirottato<br />

l’attenzione proprio verso il marchio<br />

Russo. Fino al 28 febbraio<br />

2010, termine ultimo per la formulazione<br />

di una proposta d’acquisto<br />

alla curatela fallimentare,<br />

gestita dal dottor Luciano Bifolco,<br />

non è stata presentata alcuna<br />

domanda. Il valore complessivo<br />

dell’azienda, stimato dal curatore<br />

fallimentare, al 28 febbraio, era di<br />

11 milioni 250mila euro.<br />

Per gli abitanti di Cicciano, però, il<br />

pastificio non ha un valore solo<br />

economico, ma anche e soprattutto<br />

affettivo. A cominciare dal primo<br />

cittadino, Giuseppe Domenico<br />

Caccavale: «Io sono cresciuto con<br />

i biscotti della salute, sono figlio di<br />

un pastaio e sono orgoglioso di<br />

quello che la pasta Russo ha rappresentato<br />

per Cicciano e i ciccianesi».<br />

Una storia antica nata, nel lontano<br />

1880, dall’intraprendenza industriale<br />

di una famiglia, che per tre<br />

generazioni si è dedicata alla lavorazione<br />

di pasta e derivati.<br />

In breve tempo, da un piccolo<br />

mulino a palmenti (a pietre) azionato<br />

da macchine a vapore, si è<br />

passati, nel ‘900, grazie alla diffusione<br />

dell’energia elettrica, al mulino<br />

a cilindri. Questo rinnovamento<br />

portò all’incremento della<br />

produzione industriale. Negli anni<br />

il pastificio si è ampliato per rispondere<br />

all’enorme richiesta del<br />

mercato che arrivava anche da<br />

fuori regione. Il boom vero e proprio<br />

c’è stato negli anni Cinquanta,<br />

quando l’azienda da carattere prettamente<br />

familiare si trasformò in<br />

una Spa. La famiglia Russo, in<br />

Pagina a cura di<br />

STELLA COLUCCI<br />

GIANNI IANNACCONE<br />

7<br />

seguito, però, non ha saputo più<br />

rispondere al cambiamento industriale<br />

che ha riguardato il settore<br />

e nel 2001, quando il costo della<br />

produzione era arrivato alle stelle,<br />

ha deciso di vendere a Maione.<br />

L’imprenditore partenopeo sapeva<br />

che per rilanciare l’azienda serviva<br />

rinnovarla, con l’acquisto di nuovi<br />

macchinari e spostarla dal centro<br />

abitato in una zona periferica.<br />

Il Comune, nel 2006, aveva anche<br />

individuato due aree per la delocalizzazione<br />

delle attività del pastificio,<br />

ma i lavori della proprietà non<br />

sono mai cominciati per la mancanza<br />

di fondi del gruppo Maione,<br />

che a partire dal 2008 ha iniziato la<br />

sua parabola discendente.<br />

La pasta Russo di Cicciano, se non<br />

s’interviene subito, rischia di diventare<br />

solo un ricordo per i ciccianesi<br />

e per tutti coloro che l’hanno<br />

degustata in questi anni.<br />

NEL 2001,DOPO 120 ANNI, LA STORICA FAMIGLIA PASSA LA MANO<br />

Maione e il progetto fantasma<br />

Mario Maione, una vita<br />

da industriale metalmeccanico,<br />

sul finire<br />

degli anni Novanta decide<br />

di investire nel settore<br />

agroalimentare rilevando<br />

il pastificio “Di<br />

Nola” di Gragnano e la<br />

fabbrica piemontese<br />

“Cioccolato Peyrano”.<br />

Nel 2001 acquista dalla<br />

famiglia Russo anche<br />

l’azienda di Cicciano.<br />

Il progetto pasta del<br />

gruppo Maione prende<br />

così corpo. Per rilanciare<br />

la Russo, Maione<br />

con la collaborazione<br />

di Massimo Ambrosio<br />

(figlio del re del grano,<br />

Franco Ambrosio, fon-<br />

datore della Italgrani,<br />

azienda leader per la<br />

lavorazione della semola<br />

di grano duro),<br />

prevede di ampliare il<br />

commercio della Russo<br />

attraverso lo sviluppo<br />

di prodotti alleati, l’incremento<br />

delle vendite<br />

all’estero e il consolidamento<br />

della posizione<br />

sul mercato italiano.<br />

Nel 2004 Maione assume<br />

anche il controllo,<br />

in affitto, de “la Molisana”<br />

di Campobasso. La<br />

gestione del duo Maione-Ambrosio<br />

porta discreti<br />

successi all’inizio,<br />

ma poi la debolezza<br />

strutturale dello stabilimento<br />

e la mancanza<br />

di investimenti saranno<br />

determinanti per<br />

il futuro. Maione sapeva<br />

che per andare a-<br />

vanti, visto che i costi<br />

di produzione erano<br />

elevati, occorreva spostare<br />

l’opificio dal centro<br />

abitato in un’area<br />

periferica e comprare<br />

nuovi macchinari per<br />

la produzione della pasta.<br />

L’imprenditore napoletano,<br />

nonostante la<br />

concessione di due terreni<br />

da parte del comune<br />

di Cicciano, non ha<br />

mai cominciato i lavori<br />

di delocalizzazione.<br />

Da quasi due anni sugli<br />

scaffali dei supermercati<br />

non si trova più la<br />

pasta Russo di Cicciano.<br />

A luglio 2009,<br />

con un’esposizione debitoria<br />

superiore ai 30<br />

milioni di euro, è stato<br />

decretato il fallimento<br />

e oggi 95 operai sono in<br />

cassa integrazione.<br />

Il sindaco<br />

«Ci hanno<br />

portato via<br />

il cuore»<br />

Sindaco Giuseppe Domenico Caccavale,<br />

perché si è arrivati al fallimento del<br />

pastificio Russo?<br />

Nel post terremoto la maggior parte delle<br />

aziende si sono sviluppate, perché hanno<br />

provveduto alla modernizzazione e delocalizzazione<br />

dei propri stabilimenti, riducendo<br />

così i costi e aumentando, nello<br />

stesso tempo, la produzione. Cosa che<br />

non ha fatto il pastificio di Cicciano, né<br />

con la famiglia Russo, né con la nuova<br />

proprietà rilevata a dicembre 2001 da<br />

Maione.<br />

Per quale motivo le trattative per la cessione<br />

dell’azienda non sono andate in<br />

porto?<br />

Il valore fissato dal procuratore fallimentare,<br />

11milioni<br />

e 250mila<br />

euro, forse è<br />

troppo alto<br />

per uno stabilimento<br />

che<br />

deve poi essere<br />

modernizzato<br />

e delocalizzato.<br />

Quali sono le<br />

responsabilità<br />

del Comune?<br />

Il Comune è andato più volte incontro a<br />

Maione. Con un primo provvedimentometteva<br />

a disposizione un’area di 70mila<br />

metri quadrati per spostare la fabbrica<br />

dal centro alla periferia. In seguito, grazie<br />

a una seconda delibera, l’area industriale<br />

è stata ulteriormente ampliata e offerta<br />

in cambio di una quota simbolica annuale<br />

di 1000 euro. Ma nulla di fatto.<br />

Per lei cosa rappresenta il pastificio<br />

Russo?<br />

Hanno portato via qualcosa che stava<br />

dentro al cuore dei ciccianesi. Tutti ci<br />

sentivamo partecipi, proprietari e operai<br />

del pastificio Russo. Senza considerare il<br />

grande apporto economico che ha dato<br />

per lo sviluppo del territorio.<br />

Ex dipendente<br />

«Ignorati<br />

dalla<br />

Regione»<br />

Salvatore Vassallo, trent’anni alla Russo,<br />

da sei mesi rappresentante dell’Ugl.<br />

Qual era la sua mansione in azienda?<br />

Ero responsabile controllo qualità, laboratorio<br />

analisi e hccp. Una mansione che mi<br />

permetteva di entrare un po’ in tutti i settori<br />

della fabbrica.<br />

Quando è cominciata la crisi?<br />

I primi sentori li abbiamo avuti a partire<br />

dal 2007, la materia prima cominciava a<br />

scarseggiare e molti fornitori lamentavano<br />

i ritardi nei pagamenti.<br />

Perché si è arrivati a questo punto?<br />

Maione voleva fare l’affare, ma dopo che<br />

Ambrosio è uscito dai quadri dirigenziali<br />

l’avvocato si è trovato a gestire un settore,<br />

quello della semola, che non conosceva.<br />

Qual è la situazione<br />

attuale?<br />

Siamo in cassa<br />

integrazione<br />

da novembre<br />

2009, percepiamo,<br />

ogni<br />

tre mesi, l’ottanta<br />

per cento<br />

dello stipendio.<br />

Cosa hanno<br />

fatto le istituzioni<br />

per starvi vicino?<br />

L’amministrazione comunale di Cicciano,<br />

è stata ed è al nostro fianco. La Regione<br />

Campania, invece, ha convocato Cgil,<br />

Cisl e Uil al tavolo istituzionale, dimendicandosi,<br />

però, dell’Ugl. Non è giusto perché<br />

il venti per cento degli operai della<br />

ditta Russo sono iscritti alla Ugl e hanno<br />

il diritto di essere rappresentati nelle sedi<br />

competenti.<br />

Come procedono i corsi di formazione?<br />

Abbiamo fatto solo due giorni a dicembre<br />

e da allora non siamo stati più contattati.<br />

Ai politici dico di non strumentalizzare<br />

questi corsi a fini propagandistici,<br />

visto che mancano soldi e aule.

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