Diritto d’alloggio violato
Numero 34 - Scuola di Giornalismo - Università degli Studi di Salerno
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NAPOLI<br />
PRIMO PIANO Domenica 11 aprile 2010<br />
Grazie alle offerte la parrocchia di Santa Brigida ha costruito docce per gli homeless<br />
Un aiuto per gli “invisibili”<br />
Don Raffaele Tosto: «Tentiamo di restituire dignità a chi non ha nulla»<br />
9<br />
Li chiamano gli “invisibili”,<br />
eppure esistono. Cercano riparo<br />
in case di cartone, negli angoli<br />
dei porticati, negli anfratti<br />
delle stazioni urbane, abituati<br />
ad essere oggetto di sguardi o-<br />
stili o compassionevoli, i senza<br />
fissa dimora hanno sempre una<br />
storia alle spalle che è causa<br />
della loro solitudine.<br />
Nella società moderna il fenomeno<br />
degli homeless è termometro<br />
della crisi. Non solo<br />
immigrati, spesso privi di documenti,<br />
ma anche anziani<br />
abbandonati, intere famiglie e<br />
giovani coppie che per contingenze<br />
economiche si trovano<br />
privi di tutto. Anche della dignità.<br />
Restituire quella dignità<br />
offesa dal destino è la sfida per<br />
i volontari.<br />
Nella parrocchia di Santa Brigida<br />
a Napoli sono circa una<br />
ventina i volontari che operano<br />
a contatto con i senza fissa dimora.<br />
Qui “gli amici per strada”<br />
possono mangiare, lavarsi e socializzare<br />
tra loro.<br />
«Quando facemmo i lavori di<br />
ristrutturazione - racconta padre<br />
Raffaele Tosto, parroco<br />
della chiesa di Santa Brigida -<br />
ci balenò l’idea di trasformare<br />
il vecchio bagno e di creare<br />
una doccia per i senza fissa<br />
dimora. Poi, notammo che<br />
una sola doccia non era sufficiente.<br />
Così a novembre progettammo<br />
una seconda doccia.<br />
Chiesi ai fedeli un contributo<br />
(sono stati raccolti circa<br />
800 euro), e a dicembre fu possibile<br />
realizzarne un’altra». A<br />
gruppi di 30-35 persone, i<br />
senza fissa dimora della zona<br />
della galleria Umberto I, un<br />
gioiello architettonico in stile<br />
Liberty trasformato in rifugio<br />
notturno per indigenti, frequentano<br />
la chiesa tre volte a<br />
settimana (martedì, giovedì e<br />
sabato). «Se si fa un gesto di<br />
carità è una testimonianza che<br />
si diffonde. Questo servizio<br />
che offriamo è impegnativo e<br />
gratificante, ma uno dei limiti<br />
è il poco spazio», dice padre<br />
Raffaele.<br />
Dal piccolo cortile interno si<br />
accede ad una sala per la refezione<br />
con al centro un tavolone<br />
di legno. Annessa alla sala c’è u-<br />
na piccola cucina. In un angolo<br />
del cortile è stata approntata u-<br />
na lavanderia con lavatrice e a-<br />
sciugatrice donata da un benefattore.<br />
«Molti portano i propri<br />
vestiti. Acquistiamo biancheria<br />
intima per coloro che vengono<br />
a lavarsi – spiega Tina Paolucci,<br />
una volontaria – spesso accade<br />
che sono zuppi di pioggia ed<br />
occorre subito asciugare i vestiti<br />
per il ricambio».<br />
Ad usufruire del servizio sono<br />
per la maggior parte stranieri,<br />
soprattutto rumeni e ucraini.<br />
Una popolazione variegata,<br />
quella dei senza fissa dimora,<br />
Un senza fissa dimora a piazza del Gesù a Napoli<br />
che va oltre le differenze di religione,<br />
poiché ci sono anche<br />
musulmani. «I volontari hanno<br />
aiutato un rumeno a trovargli<br />
casa – racconta il parroco – oggi<br />
ha una bambina. Una storia<br />
tragica, invece, fu quella di Vito.<br />
Una mattina, a ottobre scorso,<br />
fu trovato morto davanti alle<br />
Poste. Non aveva documenti,<br />
per cui ancora non si è riusciti<br />
a risalire ai parenti».<br />
Servizi di<br />
GERMANA GRASSO<br />
Per strada sono circa 1500<br />
Cercasi casa<br />
disperatamente<br />
Si stima che a Napoli i senza fissa dimora<br />
siano 1500. Di questi il 90% sono uomini, il<br />
77% stranieri, il 60% ha tra i 19 e i 34 anni. I<br />
dati emergono da una rilevazione fatta dalla<br />
Comunità di Sant’Egidio.<br />
«Perlopiù vivono in edifici fatiscenti e pericolosi<br />
– spiega Benedetta Ferone, responsabile<br />
del servizio per i senza fissa dimora della<br />
Comunità di Santo<br />
Egidio – Sono<br />
in aumento le<br />
morti per tumori,<br />
incidenti e violenza<br />
in strada. Da<br />
gennaio ci sono<br />
stati già dieci decessi».<br />
Urge un altro dormitorio<br />
e servono<br />
una struttura di<br />
accoglienza stabile<br />
e una aperta 24 ore su 24 adibita alle<br />
degenze post operatorie. «Nel dormitorio<br />
pubblico si passa la notte a terra - continua<br />
Ferone - è stata prorogata fino al 30 giugno<br />
l’accoglienza stabile all’istituto Santo Antonio<br />
La Palma alla Sanità, ma non basta.<br />
Della struttura comunale in via dei Cristallini<br />
non ne abbiamo saputo più nulla».<br />
Per aiutare chi vive in strada l’associazione<br />
pubblica ogni anno un vademecum per gli<br />
homeless. Si tratta della guida “Dove mangiare,<br />
dormire, lavarsi”. L’ultima, stampata a<br />
febbraio e finanziata dall’assessorato regionale<br />
alle Politiche Sociali, contiene anche gli<br />
indirizzi dei centri di ascolto, di quelli per<br />
alcolisti e tossicodipendenti e dei dipartimenti<br />
di salute mentale.<br />
Un programma di formazione professionale per sottrarre i giovani alla camorra<br />
Giuseppe che sogna il futuro<br />
Depalma vescovo di Nola: «Il progetto è un gesto d’amore per questa terra»<br />
Il prelato<br />
in mezzo<br />
alla gente<br />
Da dieci anni al vertice<br />
della diocesi di Nola,<br />
Beniamino Depalma si<br />
è sempre distinto per<br />
l’impegno sociale della<br />
chiesa, specialmente<br />
in favore dei bisogni<br />
del territorio. E’ stato<br />
al fianco dei lavoratori<br />
della Fiat di Pomigliano<br />
che rischiano di<br />
perdere il posto di<br />
lavoro, scrivendo anche<br />
una lettera al<br />
Sergio Marchionne.<br />
Ha pubblicamente invocato<br />
impegno per il<br />
territorio a tutti i candidati<br />
alle elezioni.<br />
«Ho sentito sulla mia pelle il grido di<br />
dolore delle tante famiglie piegate<br />
da disoccupazione e degrado, ho<br />
capito che non potevamo più limitarci<br />
alle buone parole e buone<br />
intenzioni». Questa la frase con la<br />
quale il vescovo di Nola, monsignor<br />
Beniamino Depalma, presenta il<br />
progetto di formazione professionale<br />
per 20 falegnami che la diocesi, in<br />
collaborazione con la Caritas, ha<br />
organizzato per i giovani di Torre<br />
Annunziata. “Il sogno di Giuseppe”,<br />
questo il nome dato al progetto<br />
occupazionale, è una coraggiosa iniziativa<br />
della chiesa che decide così di<br />
“scendere in campo” contro la<br />
camorra, occupandosi dell’avviamento<br />
professionale di ragazzi che<br />
rischiano di restare impigliati nelle<br />
reti della criminalità. Un progetto e<br />
una decisione che partono da lontano;<br />
dai due anni durante i quali il<br />
vescovo ha realizzato la visita pastorale<br />
in tutta la diocesi, toccando con<br />
mano i problemi della comunità.<br />
E l’iniziativa, lodata anche dal ministero<br />
per le Politiche Giovanili, viene<br />
Laboratorio<br />
di falegnameria<br />
in alto il vescovo<br />
di Nola, Depalma<br />
intitolata significativamente a Giuseppe<br />
d’Egitto, personaggio biblico<br />
che con in suoi sogni salvò le sorti<br />
delle sue genti. Nessun sogno stavolta<br />
ma «un’azione concreta e un<br />
segno forte che restituisce dignità e<br />
libertà ai giovani e che gli mostri<br />
una via diversa da quella della illegalità»,<br />
come ha spiegato monsignor<br />
Depalma. Non a caso si è scelta<br />
Torre Annunziata per far partire<br />
questo progetto di qualificazione<br />
professionale, terra di camorra si,<br />
ma anche di artigianato e tradizione.<br />
La formazione partirà subito dopo<br />
la Pasqua mentre i colloqui con i<br />
candidati si sono svolti nei giorni<br />
della seconda decade di marzo presso<br />
le parrocchie torresi. Previsti ventiquattro<br />
mesi di formazione suddivisi<br />
in duemila ore di lezioni tra pratica<br />
e teoria. Poi la possibilità per i<br />
venti aspiranti di effettuare stage e<br />
apprendistati presso le aziende del<br />
territorio. Un sogno che può vedere<br />
realizzati, come sperano gli organizzatori,<br />
i giovani allievi sia come falegnami<br />
che come restauratori nelle<br />
attività artigianali e nautiche dell’area<br />
di Torre Annunziata, per «dare<br />
così una speranza ad un territorio<br />
martoriato eppure ricco di risorse e<br />
tradizioni». La duplice finalità si<br />
rispecchia nel dare possibilità di<br />
lavoro in loco ai giovani: tenerli<br />
lontani da strade pericolose e non<br />
costringerli a emigrare, alla ricerca<br />
di occasioni che la loro terra sembra<br />
negargli.<br />
Servizi di<br />
GIOVANNI SPERANDEO