Enea è sbarcata a Portici
Numero 43 - Scuola di Giornalismo - Università degli Studi di Salerno
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16 Domenica 20 marzo 2011 TERRITORIO<br />
La testimonianza-coraggio di Enzo Palmesano minacciato dalla camorra per aver avuto la forza di raccontare<br />
La passione oltre il pericolo<br />
Le difficoltà di chi vuole fare giornalismo investigativo nella provincia di Caserta<br />
MARINA CAVALIERE<br />
Guardando Enzo Palmesano ti<br />
accorgi che il coraggio non gli<br />
manca, ma parlandogli capisci<br />
anche quanto l’amore per qualcosa<br />
possa spingerti dove non avresti<br />
mai pensato. Dal lontano ’80,<br />
quando ha iniziato a fare il giornalista,<br />
di strada ne ha fatta tanta,<br />
sempre accompagnato dalla stessa<br />
passione, per il suo lavoro e per<br />
la sua terra. E proprio per il<br />
Casertano, luogo tanto affascinante<br />
quanto difficile, di soddisfazioni<br />
ne ha ottenute tante ma<br />
ha corso, e corre ancora oggi,<br />
anche tanti pericoli. Le sue indagini<br />
sui rapporti tra camorra e<br />
territorio si sono rivelate scomode<br />
per tanti e di ripercussioni, sia<br />
lui che la sua famiglia, ne hanno<br />
subite tante. Chi non lo vuole non<br />
si <strong>è</strong> limitato a minacciarlo ma gli<br />
ha anche incendiato una macchina,<br />
l’ha fatto allontanare dal giornale<br />
per cui scriveva e ha fatto<br />
licenziare addirittura il figlio.<br />
Nonostante sia anche in corso un<br />
processo contro i suoi aggressori,<br />
Enzo Palmesano vive senza una<br />
scorta. Ma lui non ama essere<br />
descritto come un eroe e quando<br />
gli si chiede se si <strong>è</strong> sentito ignorato<br />
da qualcuno risponde: «Si <strong>è</strong><br />
creato un meccanismo secondo<br />
cui il giornalista che scrive di<br />
camorra deve diventare necessariamente<br />
una star. Per me non <strong>è</strong><br />
così. I pericoli che corro li avevo<br />
messi tutti in conto sin dall’inizio.<br />
Ciò che conta <strong>è</strong> la gratificazione<br />
per quello che scrivo, per aver<br />
fatto emergere cose che diversamente<br />
non sarebbero emerse».<br />
Fare giornalismo investigativo in<br />
un’area come il Casertano non <strong>è</strong><br />
Il giornalista casertano<br />
Enzo Palmesano<br />
semplice non solo per i pericoli<br />
che si corrono ma anche perché <strong>è</strong><br />
impossibile trovare qualche editore<br />
disposto ad offrire uno spazio<br />
e uno stipendio per mettere<br />
in discussione il potere.<br />
«É una cosa impensabile - spiega<br />
Palmesano - ed io lo faccio perché<br />
i miei mezzi di sostentamento<br />
sono altri, altrimenti non avrei<br />
mai potuto. La mia passione per<br />
il giornalismo politico e per la<br />
scrittura mi ha permesso di lavorare<br />
in diversi quotidiani come il<br />
Secolo d’Italia, la Discussione, il<br />
Roma e di scrivere libri grazie a<br />
cui ho potuto dar da vivere alla<br />
mia famiglia».<br />
Il giornalismo investigativo <strong>è</strong><br />
un’altra cosa. È cercare la notizia<br />
quando questa non <strong>è</strong> ancora notizia,<br />
<strong>è</strong> accendere i riflettori su<br />
qualcosa che altrimenti rimarrebbe<br />
all’oscuro, <strong>è</strong> il cane da guardia<br />
del potere. E davanti alle reticenze,<br />
<strong>è</strong> trovare il modo alternativo<br />
per portare la notizia sotto gli<br />
occhi di tutti. Ma la censura <strong>è</strong><br />
sempre dietro l’angolo e questo<br />
Enzo Palmesano lo sa bene. Agli<br />
inizi degli anni 2000, quando collaborava<br />
con il Corriere di Caserta<br />
e indagava sul perché i beni<br />
confiscati alla camorra in realtà<br />
erano ancora in mano ai clan, gli<br />
venne comunicato che il rapporto<br />
lavorativo con il giornale doveva<br />
considerarsi concluso. Il perché<br />
l’ha scoperto solo sette anni dopo.<br />
Nel 2009, al termine di un’inchiesta<br />
condotta dalla Dda di Napoli,<br />
scoprì che nei summit a casa del<br />
camorrista Lubrano si pensava a<br />
come interrompere la sua collaborazione<br />
con il Corriere di Caserta<br />
perché stava diventando<br />
troppo scomoda.<br />
Quando gli si chiede se, secondo<br />
lui, si riuscirà un giorno a chiudere<br />
questo brutto capitolo per il<br />
nostro Paese, la sua analisi <strong>è</strong><br />
molto lucida: «Il problema vero -<br />
dice - <strong>è</strong> quando la camorra riesce<br />
ad inserirsi nei gangli vitali della<br />
società. La politica senza camorra<br />
può esistere. Non si può dire il<br />
contrario. Fino a quando non ci<br />
saranno delle forze in grado di<br />
opporsi agli intrecci che caratterizzano<br />
le nostre realtà oggi, non<br />
sarà possibile dire “no” alla camorra.<br />
Non bastano le indagini,<br />
gli arresti e il lavoro encomiabile<br />
delle forze dell’ordine se dietro<br />
non c’<strong>è</strong> la volontà politica di fermare<br />
il sistema».