Enea è sbarcata a Portici
Numero 43 - Scuola di Giornalismo - Università degli Studi di Salerno
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6 Domenica 20 marzo 2011 PRIMO PIANO<br />
Lectio magistralis del Presidente della Corte Costituzionale all’Università di Salerno<br />
«Basta denigrare i giudici con campagne di disinformazione sulle nostre attività»<br />
La Consulta secondo De Siervo<br />
«Non preoccupatevi, non farò discorsi<br />
difficili. Chi vi parla <strong>è</strong> un<br />
esperto di Diritto Pubblico che ha<br />
sentito il dovere di uscire dal<br />
palazzo della Consulta per ricordare<br />
insieme i 150 anni della nostra<br />
storia unitaria». Ugo De<br />
Siervo, Presidente dal dicembre<br />
scorso della Corte Costituzionale,<br />
instaura un rapporto da subito<br />
confidenziale con tutti, dalle<br />
autorità fino agli studenti intervenuti<br />
numerosi all’incontro di<br />
studio su “La giustizia costituzionale<br />
come strumento di unificazione<br />
del Paese”. Accolto come<br />
un vecchio amico dal Magnifico<br />
Rettore Raimondo Pasquino e dai<br />
vertici della Facoltà di Giurisprudenza,<br />
il Presidente De Siervo ha<br />
riassunto in poche cifre la fondamentale<br />
importanza dell’organo<br />
costituzionale che guida. In 55<br />
anni di vita, la Corte <strong>è</strong> intervenuta<br />
con 18.000 decisioni raccolte in<br />
9.000 sentenze che garantiscono<br />
non solo la risoluzione di alcune<br />
problematiche, ma la sopravvivenza<br />
di quel patto accomunante che<br />
<strong>è</strong> la Costituzione Repubblicana.<br />
«E di una vitale Costituzione –<br />
conferma De Siervo – continuiamo<br />
ad avere assoluto bisogno,<br />
in una fase in cui sono evidenti<br />
i tragici danni di regimi politici<br />
privi di regole di efficaci garanzie<br />
nella gestione del potere». Tema<br />
centrale della lectio magistralis, il<br />
profondo rinnovamento che la<br />
Costituzione italiana ha accompagnato<br />
rispetto allo Statuto Albertino<br />
del 1848. Questo, divenuto<br />
nel 1861 la prima Carta costituzionale<br />
dell’Italia unita, nonostante<br />
apparisse molto innovativo<br />
per il principio di eguaglianza di<br />
tutti i cittadini di fronte alla legge,<br />
soffriva ancora la supremazia della<br />
Monarchia e dei poteri forti,<br />
Governo e Parlamento: le libertà,<br />
infatti, in realtà erano garantite<br />
solo in parte e la partecipazione<br />
democratica alla vita politica era<br />
limitata alle fasce sociali più abbienti.<br />
La grandissima maggioranza<br />
della popolazione, più del 70 per<br />
cento, era del tutto esclusa dai circuiti<br />
decisionali. Senza contare<br />
che l’affermarsi del Fascismo non<br />
ha trovato ostacoli nello Statuto,<br />
eccessivamente flessibile: dimostrazione<br />
ne <strong>è</strong> il fatto che il<br />
Regime, pur avendo modificato in<br />
maniera radicale il quadro politico<br />
istituzionale, non si <strong>è</strong> mai<br />
posto il problema di adottare una<br />
nuova Costituzione.<br />
Con la Carta del 1947, definita da<br />
Aldo Moro “rigidamente democratica<br />
e arditamente sociale”, i<br />
Padri costituenti scelgono la strada<br />
dell’eguaglianza sostanziale dei<br />
cittadini che, per essere garantita,<br />
richiede la creazione di un ricco<br />
sistema di istituzioni. La Corte<br />
costituzionale, che tutela i diritti<br />
fondamentali e gli interessi individuali<br />
e collettivi, affonda la sua<br />
legittimazione nel cuore della<br />
Costituzione repubblicana. Al di<br />
sopra del Parlamento, del Presidente<br />
della Repubblica e del<br />
presidente del Consiglio sta la<br />
Carta costituzionale, ma la sua<br />
efficacia <strong>è</strong> garantita in larga parte<br />
dal buon funzionamento della<br />
«Aiutiamo<br />
il Paese<br />
a rimanere<br />
fedele<br />
ai valori<br />
e alle regole<br />
della Carta»<br />
A sinistra<br />
il Presidente<br />
della Corte costituzionale<br />
Ugo De Siervo<br />
e sotto in un momento<br />
dell’incontro-studio<br />
a fianco del Magnifico Rettore<br />
Raimondo Pasquino<br />
Consulta, che ha il compito di<br />
preservare la fedeltà sostanziale di<br />
tutte le parti politiche al Patto costituzionale.<br />
«La Corte si guarda<br />
bene da invadere il campo proprio<br />
della politica e del legislatore – ha<br />
puntualizzato De Siervo – ciò che<br />
la Corte può sanzionare <strong>è</strong> solo la<br />
lesione di puntuali disposizioni<br />
costituzionali. Essa, infatti, si <strong>è</strong><br />
tradizionalmente mossa con<br />
grande senso di responsabile prudenza<br />
prima di giungere a<br />
dichiarare l’illegittimità costituzionale».<br />
Non <strong>è</strong> mancato un<br />
accenno alle recenti polemiche<br />
nate tra i responsabili politici e i<br />
rappresentanti della giustizia costituzionale.<br />
Partendo dal presupposto<br />
che la Consulta, come tutti<br />
gli organi umani, non <strong>è</strong> esente da<br />
errori o fraintendimenti, De Siervo<br />
considera comunque «naturali<br />
le incomprensioni e, in qualche<br />
misura, “fisiologiche” tanto più in<br />
fasi di particolari tensioni culturali<br />
e politiche». Intervenendo sul<br />
possibile contrasto che il Federalismo<br />
potrebbe suscitare con la<br />
Costituzione dello Stato unitario,<br />
De Siervo considera il Parlamento<br />
sovrano sulla questione: «È un’opzione<br />
come le altre, addirittura<br />
precedente all’unità e già allora<br />
respinta. Si facciano valutazioni su<br />
progetti seri». La Corte costituzionale,<br />
infatti, non intende<br />
avere fini persecutori contro nessuno:<br />
«Abbiamo un compito<br />
garantista che assolveremo, come<br />
Le autorità<br />
accademiche<br />
e amministrative<br />
e il pubblico<br />
di studenti<br />
intervenuti<br />
alla lectio<br />
magistralis<br />
«Non siamo<br />
un’assemblea<br />
politica,<br />
ma neanche<br />
un asettico<br />
consesso<br />
di tecnici»<br />
si <strong>è</strong> sempre fatto – rassicura De<br />
Siervo - ciò che non <strong>è</strong> ammissibile<br />
<strong>è</strong> che si giunga a campagne di disinformazione<br />
sull’attività svolta<br />
dall’organo di giustizia costituzionale<br />
o addirittura a denigrazioni<br />
dei singoli giudici».<br />
Pagina a cura di<br />
CARMEN GALZERANO<br />
ELENA CHIARA LIGUORI<br />
Gli interventi<br />
«Uguali<br />
soltanto<br />
se liberi»<br />
La visita del Presidente della<br />
Corte costituzionale, Ugo De<br />
Siervo, all’Università di Salerno<br />
<strong>è</strong> un gradito ritorno. De Siervo,<br />
infatti, ha vinto il concorso<br />
come professore ordinario proprio<br />
all’Ateneo salernitano nel<br />
1976. Il Magnifico Rettore<br />
Raimondo Pasquino ha ricordato,<br />
facendo proprie le parole del<br />
Presidente De Siervo, che «il<br />
compito della Corte <strong>è</strong> quello di<br />
dare un concreto contributo<br />
all’unità del Paese». Complimentandosi<br />
per la puntualità e<br />
la precisione con le quali De<br />
Siervo sta conducendo i lavori<br />
della Consulta, Pasquino ha<br />
inoltre ricordato come «l’accesa<br />
conflittualità tra Stato e Regione,<br />
che si sta manifestando<br />
sempre più, si possa risolvere<br />
solo attraverso una politica<br />
comune che abbia un forte<br />
legame con la Costituzione».<br />
Anche il Preside della Facoltà di<br />
Giurisprudenza, Enzo Maria<br />
Marenghi, ha salutato con affetto<br />
il ritorno di De Siervo, ricordando<br />
i loro discorsi da giovani<br />
studiosi sul diritto, «quando i<br />
capelli erano tutti neri e la Corte<br />
Costituzionale era un miraggio».<br />
Marenghi ha concluso con<br />
un’esortazione al Presidente:<br />
«Saremo tutti uniti e liberi se<br />
saremo uguali: ma questa e-<br />
gualità giuridica la può scrivere<br />
solo la Corte».<br />
Ad introdurre la relazione il<br />
professore Luigi Kalb, direttore<br />
del Dipartimento di Diritto<br />
Pubblico e Teoria e Storia delle<br />
Istituzioni, organizzatore dell’incontro<br />
insieme al professore<br />
Armando Lamberti, docente di<br />
Diritto Costituzionale. Kalb ha<br />
ricordato le funzioni della Corte<br />
tra cui spicca il ruolo di risolvere<br />
i conflitti tra i poteri dello Stato,<br />
sottolineando anche l’evoluzione<br />
che ha accompagnato le<br />
decisioni della Corte. Dello stesso<br />
parere anche il professore<br />
Lamberti, che individua nella<br />
recente istituzione della Corte<br />
come organo costituzionale e<br />
nella poca attenzione dei mezzi<br />
di informazione i motivi della<br />
«scarsa conoscenza del posto<br />
occupato dalla Consulta tra le<br />
grandi istituzioni del Paese,<br />
anche tra le generazioni adulte».<br />
La lectio magistralis di De<br />
Siervo <strong>è</strong> la prima di tre manifestazioni<br />
che la Facoltà di<br />
Giurisprudenza ha previsto per<br />
ricordare i 150 anni dello Stato<br />
unitario: <strong>è</strong> stato annunciato<br />
anche l’intervento a fine marzo<br />
di Pasquale De Lise, presidente<br />
del Consiglio di Stato e del professore<br />
Cassese, docente di<br />
diritto amministrativo, agli inizi<br />
di giugno.