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Enea è sbarcata a Portici

Numero 43 - Scuola di Giornalismo - Università degli Studi di Salerno

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18 Domenica 20 marzo 2011 TERRITORIO<br />

Osservatorio astronomico di Capodimonte: tra i dodici centri di ricerca italiani sul sistema solare e le galassie<br />

Siamo tutti<br />

figli delle stelle<br />

in cerca di futuro<br />

«Collaboriamo con tutto il mondo»<br />

Chi non ha mai sognato di viaggiare attraverso le<br />

galassie dell’ Universo, visitare i pianeti lontani e<br />

vivere fantastiche avventure nello spazio, quando<br />

d’estate, sdraiato a guardare il cielo, restava ammaliato<br />

al passaggio di una stella cadente?<br />

Il dott. Massimo della Valle, direttore di uno degli<br />

osservatori più importanti d’Italia, quello di<br />

Capodimonte, a Napoli, ha iniziato proprio così,<br />

guardando il cielo del Lago di Garda, da bambino.<br />

Fondato nel 1812 da Gioacchino Murat, l’Osservatorio<br />

astronomico di Capodimonte, <strong>è</strong> uno dei<br />

dodici che, assieme a 4 istituti di astrofisica spaziale,<br />

fa parte dell'Istituto Nazionale di Astrofisica,<br />

il principale ente italiano per la ricerca astronomica<br />

e astrofisica. L’edificio possiede una<br />

biblioteca ricca di veri e propri tesori: trentaseimila<br />

volumi, di cui un centinaio di valore inestimabile,<br />

risalenti al 1500 e 1600. Fra questi spicca<br />

un manoscritto autografo di Copernico, con le<br />

correzioni della Santa Inquisizione. «Siamo orgogliosi<br />

del fatto che l’anno prossimo festeggeremo<br />

i duecento anni dell’Osservatorio. Con una tradizione<br />

storica così forte siamo proiettati in un<br />

futuro prospero», commenta il<br />

L’antica Cina<br />

e gli astri<br />

direttore.<br />

All’ Osservatorio sono attivi tutti i<br />

filoni della ricerca scientifica<br />

moderna, come lo studio del sole e<br />

del sistema solare attraverso missioni<br />

spaziali. Le attività di ricerca<br />

vanno dalla fisica cosmica e planetologica<br />

alla fisica delle galassie.<br />

Gli scienziati studiano le comete,<br />

le stelle e le sue evoluzioni fino alle<br />

fasi finali e i lampi gamma. Inoltre<br />

il settore tecnologico sta interagendo<br />

con molte imprese campa-<br />

astronomica<br />

ne. Il team di tecnologie spaziali<br />

dell'Osservatorio <strong>è</strong> leader internazionale<br />

nella progettazione, nello<br />

sviluppo e nella realizzazione di<br />

strumenti spaziali per l'esplorazione<br />

del sistema solare. Negli ultimi<br />

cinque anni sono stati pubblicati<br />

tre articoli, due nel 2006 e uno nel<br />

2009. Quest’ultimo riguardava la<br />

scoperta di un lampo gamma,<br />

effettuata dal satellite SWIFT,<br />

assieme ai telescopi dell’E_elt (European<br />

extremely large telescope),<br />

telescopi estremamente grandi,<br />

progettati per essere gli strumenti<br />

ottici di prossima generazione.<br />

«Stiamo cercando di scoprire<br />

quando si sono formate le prime<br />

stelle. Seicento milioni di anni dopo il Big Bang<br />

c’erano già stelle che potevano evolversi e costituire<br />

galassie, una scoperta davvero sorprendente».<br />

L’Osservatorio organizza moltissime manifestazioni<br />

a scopo didattico. L’anno scorso, ad<br />

esempio, <strong>è</strong> stato proiettato un cartone animato<br />

dal titolo "Giga e Stick alla scoperta del Cosmo". Il<br />

film d’animazione <strong>è</strong> uno modo per diffondere,<br />

divertendo, la cultura scientifica tra i ragazzi.<br />

In Italia, la scienza riceve un terzo degli investimenti<br />

che spettano, invece, agli altri Paesi.<br />

L’alternanza dei Governi ha dimostrato che, indipendentemente<br />

dal colore politico, i fondi alla<br />

ricerca sono sempre limitati. Un luogo ricco di<br />

sapere e di giovani talenti, come l’Osservatorio di<br />

Capodimonte, che permette agli scienziati campani<br />

di dialogare con istituti di ricerca mondiali,<br />

dovrebbe ricevere maggiori attenzioni: supporto<br />

e incoraggiamento.<br />

L'antica astronomia<br />

cinese e` famosa in<br />

tutto il mondo per<br />

l'accurata registrazione<br />

delle osservazioni<br />

celesti; talmente<br />

precise da costituire<br />

la migliore cronaca<br />

dal 2000 a.C. fino ai<br />

nostri giorni.<br />

I loro studi sui moti<br />

della Luna e del Sole,<br />

compiuti da un osservatorio<br />

astronomico<br />

fatto costruire<br />

nel 2608 a.C. dall'imperatore<br />

Hoang-<br />

Ti, avevano come<br />

scopo quello di elaborare<br />

il loro calendario.<br />

Si concentravano<br />

sulle costellazioni<br />

circumpolari,<br />

visibili per tutta la<br />

notte.<br />

Pagina a cura di<br />

ASSUNTA LUTRICUSO<br />

Massimo Della Valle,<br />

in alto l’Osservatorio di Capodimonte<br />

Alieni<br />

I cugini<br />

celesti<br />

Ma gli alieni esistono?<br />

«Se pensiamo agli alieni<br />

come a quegli esseri che<br />

fanno i cerchi nei campi di<br />

grano, allora stiamo su una<br />

strada sbagliata. Se davvero<br />

esistessero delle creature<br />

intelligenti nel nostro<br />

Universo, così avanti rispetto<br />

a noi da essere in<br />

grado, attraverso un’elevata<br />

tecnologia, di compiere<br />

viaggi interplanetari fino<br />

ad arrivare al nostro<br />

Pianeta, di certo non perderebbero<br />

tempo a disegnare<br />

nei campi, ma cercherebbero<br />

un contatto<br />

con noi, attraverso una lingua<br />

qualsiasi», risponde il<br />

dott. Della Valle.<br />

Siamo immersi in un<br />

Universo infinito, dove<br />

tutto <strong>è</strong> relativo, come ci ha<br />

insegnato Einstein. Miliardi<br />

di stelle e di galassie e<br />

in mezzo il buio del vuoto.<br />

Forse siamo davvero l’unico<br />

pianeta con forme di<br />

vita sviluppate e intelligenti.<br />

Una gran bella fortuna.<br />

O forse siamo solo un puntino,<br />

minuscolo e insignificante,<br />

che <strong>è</strong> tenuto in vita<br />

esclusivamente dalla luce<br />

del Sole. Un puntino osservato,<br />

ad anni luce di<br />

distanza, da enormi cannocchiali,<br />

dietro i quali si<br />

nascondono i nostri cugini<br />

alieni.<br />

Il direttore Massimo Della Valle<br />

«Da sempre amo le novae»<br />

Massimo Della Valle nasce a Brescia<br />

e inizia fin da bambino ad appassionarsi<br />

all’ osservazione del<br />

cielo. Dopo aver frequentato il liceo<br />

scientifico, si trasferisce a Padova<br />

dove si iscrive alla facoltà di Astronomia<br />

e si laurea nel 1983 con una<br />

tesi sulle stelle novae.<br />

La passione per questo particolare<br />

tipo di stelle non lo abbandonerà<br />

più, tanto che ancora oggi sono i<br />

suoi oggetti si studio preferiti.<br />

Nel 1986, nonostante avesse fatto<br />

domanda per un dottorato di ricerca<br />

negli Stati Uniti, viene mandato<br />

nell’ex Unione Sovietica, a Byurakan,<br />

in Armenia, dove collabora<br />

con scienziati di un importantissimo<br />

osservatorio. Continua, poi, il<br />

suo percorso di formazione alla<br />

Scuola Internazionale Superiore di<br />

Studi Avanzati di Trieste, dove<br />

impara la lingua inglese e studia<br />

Completata dalla Nasa nel 2001<br />

la mappatura del Pianeta rosso<br />

Vivere<br />

su Marte<br />

<strong>è</strong> possibile<br />

George Lucas ci era arrivato<br />

già nel 1977. Nel suo<br />

capolavoro, “Guerre Stellari”,<br />

aveva creato un mondo<br />

di fantascienza in cui gli<br />

uomini possono viaggiare<br />

nello spazio alla velocità<br />

della luce su navicelle galattiche.<br />

Se il destino della<br />

Terra <strong>è</strong> quello di soccombe-<br />

Immagine dal satellite di Marte, il pianeta rosso<br />

re, a causa dello sfruttamento<br />

massiccio di risorse ed energia<br />

che subisce da un secolo,<br />

che fine faranno i suoi abitanti?<br />

C’<strong>è</strong> la possibilità di una<br />

vita su di un altro pianeta?<br />

«Se individuassimo un pianeta<br />

con le stesse caratteristiche<br />

terrestri, allora sarebbe<br />

possibile. Il vicino Marte, ad<br />

con insegnanti di fama internazionale.<br />

Ma l’ esperienza professionale<br />

che gli <strong>è</strong> rimasta nel cuore <strong>è</strong> stata,<br />

senza dubbio, quella del Cile. All’ E-<br />

so, organizzazione astronomica<br />

internazionale, creata nel 1962, che<br />

ha la sua sede operativa in Cile, ha<br />

lavorato nel più grande osservatorio<br />

del mondo. Ha lavorato anche a<br />

Baltimora e a Monaco di Baviera.<br />

Rientra in Italia nel ’95, lavora<br />

prima a Padova, poi a Firenze. Attualmente<br />

e' direttore di Ricerca<br />

dell' Osservatorio di Capodimonte.<br />

Si occupa di stelle che esplodono<br />

come Novae, Super-novae e Lampi<br />

Gamma, che usa per misurare il<br />

tasso di espansione dell'universo. Il<br />

destino dell’ Universo, infatti, può<br />

essere svelato a partire dalle distanze<br />

cosmiche che si misurano dall’ e-<br />

splosione di una nova.<br />

esempio, potrebbe essere un’<br />

alternativa valida, ma dovremmo<br />

accertarci della presenza<br />

di livelli di vita elementari<br />

autoctoni» commenta<br />

il dott. Della Valle.<br />

Negli ultimi vent’anni si<br />

sono intensificate le ricerche<br />

sul pianeta Marte, nate inizialmente<br />

per soddisfare la<br />

curiosità degli scienziati che<br />

vogliono varcare i confini del<br />

sapere, oggi sono diventate<br />

una possibile alternativa alla<br />

vita sulla Terra. Negli anni<br />

’90 la Nasa ha iniziato un<br />

programma di missioni per<br />

cercare l’acqua su Marte,<br />

perché le prime forme di vita<br />

sulla terra si sono originate a<br />

partire da questo elemento.<br />

Sono state mandate molte<br />

sonde sia di tipo orbiter (la<br />

sonda viene lasciata in orbita)<br />

che lander (atterraggio<br />

della sonda o parte di essa)<br />

per cercare di raccogliere<br />

immagini, fare analisi chimiche<br />

e misurare parametri<br />

fisici. Una delle missioni spaziali<br />

che ha raggiunto i<br />

migliori risultati <strong>è</strong> stata la<br />

“Mars Pathfinder”: il lander<br />

atterrò sul pianeta nel‘97 con<br />

l’aiuto di un sistema di airbag<br />

e paracadute. La sonda riuscì<br />

a depositare sui pianeta un<br />

robot capace di muoversi sul<br />

suolo e raccogliere immagini.<br />

Dotato di intelligenza<br />

artificiale, il robottino vede<br />

gli ostacoli, li riconosce e li<br />

aggira alzando la ruota<br />

necessaria. Nel 2001 si concluse<br />

la missione “Mars<br />

Global Surveyor” che ha<br />

dato la mappatura completa<br />

della superficie di Marte.

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