Il mio porto non è la droga
Numero 45 - Scuola di Giornalismo - Università degli Studi di Salerno
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8 Domenica<br />
17 aprile 2011 PRIMO PIANO<br />
La Lega Navale di Pozzuoli e il Sert dell’Asl Na1 navigano insieme<br />
per combattere <strong>la</strong> tossicodipendenza: nasce così il progetto “<strong>Il</strong> mare nelle vene”<br />
Vento amico spazza via <strong>la</strong> <strong>droga</strong><br />
<strong>Il</strong> “mare nelle vene” <strong>non</strong> <strong>è</strong> solo un<br />
progetto, ma anche un simbolico<br />
invito ai tossicodipendenti a vivere<br />
diversamente, ad intraprendere un<br />
“viaggio” verso una nuova vita.<br />
Sul<strong>la</strong> barca a ve<strong>la</strong> si impara un<br />
nuovo linguaggio e a diventare un<br />
equipaggio per il raggiungimento<br />
di un obiettivo comune, quello di<br />
tornare al<strong>la</strong> vita.<br />
Poco più di sei anni fa <strong>è</strong> nata questa<br />
idea dal <strong>la</strong>voro coordinato del<br />
Sert (servizio tossicodipenze)<br />
dell’Asl Na 1 e del Dipartimento<br />
Farmacodipendenze. Con l’aiuto<br />
del<strong>la</strong> Lega navale di Pozzuoli, che<br />
mette a disposizione alcune delle<br />
proprie imbarcazioni, <strong>è</strong> stato possibile<br />
dar vita al progetto e aiutare,<br />
dal 2004 ad oggi, ben 180 ragazzi.<br />
<strong>Il</strong> progetto mira a prevenire, se<br />
possibile, le gravi conseguenze<br />
del<strong>la</strong> <strong>droga</strong>, e a riabilitare e reinserire<br />
il tossicodipendente nel<strong>la</strong> società.<br />
L’obiettivo principale <strong>è</strong> fare<br />
in modo che i ragazzi riacquistino<br />
i rapporti, talvolta compromessi,<br />
con <strong>la</strong> famiglia, gli amici e il territorio<br />
di appartenenza. Negli ultimi<br />
anni il problema del<strong>la</strong> <strong>droga</strong> <strong>è</strong><br />
cambiato molto perché sono cambiate<br />
le sostanze, <strong>è</strong> cambiato il loro<br />
prezzo così come <strong>è</strong> cambiato il<br />
target di consumatori. L’operatore,<br />
così, <strong>non</strong> si trova più di fronte a<br />
tossicodipendenti con caratteristiche<br />
sociali e anagrafiche ben definite;<br />
oggi <strong>la</strong> tossicodipendenza<br />
abbraccia tutte le fasce d’età e tutte<br />
le c<strong>la</strong>ssi sociali. <strong>Il</strong> Sert, come spiegano<br />
gli esperti, quindi <strong>non</strong> <strong>è</strong> solo<br />
il luogo, come spesso viene erroneamente<br />
considerato, in cui<br />
viene distribuito il metadone. Sicuramente<br />
<strong>la</strong> somministrazione <strong>è</strong><br />
<strong>la</strong> prima tappa, ma serve anche a<br />
rompere il “giro” di cui <strong>è</strong> vittima il<br />
tossicodipendente ed <strong>è</strong> anche il<br />
primo contatto che si ha con gli<br />
operatori. Quando i ragazzi arrivano<br />
al Sert, i rapporti con i parenti<br />
e gli amici sono ormai <strong>la</strong>cerati<br />
e si <strong>è</strong> sempre più iso<strong>la</strong>ti.<br />
Luigi Massa, vice presidente del<strong>la</strong><br />
Lega Navale di Pozzuoli, spiega l’iter<br />
attraverso cui i ragazzi dai Sert<br />
arrivano sul<strong>la</strong> barca: «La prima<br />
parte del<strong>la</strong> selezione viene fatta<br />
In alto un’immagine<br />
del<strong>la</strong> barca governata<br />
dai ragazzi del progetto,<br />
a destra<br />
manovre in <strong>porto</strong><br />
prima di salpare<br />
e sotto l’approdo<br />
del<strong>la</strong> Lega navale<br />
dalle Asl che individuano i soggetti<br />
che, meglio di altri, potrebbero<br />
migliorare il rap<strong>porto</strong> con se stessi<br />
e con gli altri attraverso il progetto.<br />
Una volta selezionati, i ragazzi<br />
si dividono tra <strong>la</strong> parte teorica,<br />
con lezioni in sede, e <strong>la</strong> parte pratica<br />
che consiste in uscite settimanali<br />
in barca. Sia in sede che<br />
fuori, vengono seguiti da operatori<br />
e istruttori che li seguono nel<br />
percorso e li aiutano a rie<strong>la</strong>borare<br />
l’esperienza».<br />
Così come il mare racconta tante<br />
storie di rinascita e riscatto, <strong>la</strong> ve<strong>la</strong><br />
diventa il simbolo per risalire <strong>la</strong><br />
corrente e andare contro vento<br />
per dimostrare, soprattutto a se<br />
stessi, di essere più forti del male<br />
del<strong>la</strong> <strong>droga</strong>. E a giudicare dall’entusiasmo<br />
sul volto dei ragazzi che<br />
si apprestano a salire a bordo per<br />
seguire <strong>la</strong> nuova lezione di ve<strong>la</strong>, si<br />
può dire che <strong>la</strong> strada percorsa <strong>è</strong><br />
quel<strong>la</strong> giusta.<br />
«Abbiamo avuto – dice Maurizio<br />
Cuccurullo, psicoterapeuta e responsabile<br />
del progetto – ragazzi<br />
che per <strong>la</strong> prima volta sono saliti a<br />
bordo di un natante. Non hanno<br />
mai avuto un rap<strong>porto</strong> con il mare<br />
e questo <strong>la</strong> dice lunga sulle difficoltà<br />
in cui tante persone sono vissute<br />
e le poche opportunità che<br />
offre <strong>la</strong> città. Per loro <strong>è</strong> un’esperienza<br />
sensoriale che da un senso<br />
di fiducia; si tratta di esperienze<br />
minimali, ma che per loro hanno<br />
una grande importanza».<br />
E così, in una soleggiata mattina di<br />
marzo, dopo aver preparato <strong>la</strong><br />
barca a salpare tra scherzi e risate,<br />
entusiasti, ci invitano a salire per<br />
dimostrarci quello che sanno fare.<br />
La giornata <strong>è</strong> trascorsa piacevolmente<br />
in loro compagnia e di cose,<br />
di ve<strong>la</strong> e <strong>non</strong>, ne abbiamo imparate<br />
tante. Quando scendiamo, stanchi<br />
ma ricchi di qualcosa in più,<br />
siamo coscienti che ora hanno una<br />
consapevolezza maggiore di essere<br />
loro i timonieri del<strong>la</strong> loro vita e<br />
di <strong>non</strong> voler fallire <strong>la</strong> seconda<br />
opportunità che gli <strong>è</strong> stata data.<br />
Pagina a cura di<br />
MARINA CAVALIERE<br />
Due testimonianze<br />
<strong>Il</strong> nuovo<br />
sapore<br />
del<strong>la</strong> vita<br />
Vincenzo e Cristopher sono l’emblema del<br />
successo. Due uomini, molto diversi tra<br />
loro, accomunati dallo stesso destino e,<br />
adesso, dal<strong>la</strong> stessa passione.<br />
Entrambi hanno attraversato momenti di<br />
difficoltà ma <strong>la</strong> fortuna di incontrare chi era<br />
disposto ad aiutarli e <strong>la</strong> loro caparbietà, ha<br />
cambiato il corso delle loro vite.<br />
Vincenzo, napoletano, ha 50 anni ma,<br />
quando par<strong>la</strong> di sé e di come il progetto l’ha<br />
cambiato, sembra di trovarsi di fronte all’innocenza<br />
di un bambino. I suoi occhi fanno<br />
trasparire un po’ di emozione e <strong>la</strong> sua voce<br />
si fa tremo<strong>la</strong>nte. «Da due anni sto nel progetto<br />
- dice - e da allora <strong>la</strong> mia vita <strong>è</strong> cambiata<br />
radicalmente. Ho imparato a governare<br />
una barca e a conoscere tutte le sue<br />
partico<strong>la</strong>rità. Io prima una cosa del genere<br />
<strong>non</strong> l’avrei mai concepita, il <strong>mio</strong> era un<br />
modo di vivere completamente diverso. <strong>Il</strong><br />
<strong>mio</strong> unico rammarico <strong>è</strong> quello di <strong>non</strong> averlo<br />
fatto prima ma, come si usa dire, <strong>non</strong> <strong>è</strong><br />
mai troppo tardi».<br />
Seduto accanto a lui c’<strong>è</strong> Cristopher che,<br />
invece, arriva dal<strong>la</strong> Polonia e da un anno fa<br />
parte del progetto “<strong>Il</strong> mare nelle vene”:<br />
«Mi piace tanto andare a ve<strong>la</strong> - dice<br />
Cristopher - uscivo in barca anche quando<br />
vivevo nel <strong>mio</strong> Paese ma <strong>non</strong> sapevo<br />
manovrar<strong>la</strong> e neanche conoscevo tutti i<br />
nomi delle varie attrezzature che si trovano<br />
in barca a ve<strong>la</strong>. Sono molto entusiasta<br />
di questa esperienza, ci divertiamo molto<br />
quando stiamo insieme e per me <strong>è</strong> un<br />
modo per socializzare con gli altri, riacquistando<br />
fiducia negli altri ma soprattutto in<br />
me stesso». È un percorso lungo e complesso<br />
ma <strong>non</strong> impossibile e sia Vincenzo<br />
che Cristopher ne sono <strong>la</strong> dimostrazione.<br />
Par<strong>la</strong>no i responsabili<br />
«Dal 2004<br />
risultati<br />
notevoli»<br />
La tossicodipendenza, talvolta, <strong>non</strong> da<br />
scampo e spesso può cambiare radicalmente<br />
<strong>la</strong> vita di chi ne soffre e di chi gli sta accanto.<br />
Per questo, il percorso di ritorno al<strong>la</strong><br />
vita, quando a volerlo sono proprio i tossicodipendenti,<br />
<strong>non</strong> <strong>è</strong> semplice da affrontare<br />
ma i risultati sono quelli che contano e i traguardi<br />
raggiunti dal progetto “<strong>Il</strong> mare nelle<br />
vene” in questi sei anni dimostrano che talvolta<br />
<strong>la</strong> determinazione premia, anche contro<br />
un grave problema come quello del<strong>la</strong><br />
tossicodipendenza. «È gratificante, per chi<br />
dà qualcosa come noi a vario titolo coinvolti<br />
nel progetto, sentire che i ragazzi<br />
rispondono e lo fanno anche nel migliore<br />
dei modi» afferma Luigi Massa, vicepresidente<br />
del<strong>la</strong> Lega Navale di Pozzuoli e<br />
responsabile del progetto.<br />
Non <strong>è</strong> solo un’opportunità per “uscire dal<br />
tunnel” e abbandonare una vita di rischio e<br />
sofferenza ma anche un modo per tentare<br />
di riprendere un posto nel mondo e il possesso<br />
di quel<strong>la</strong> vita che, prima del<strong>la</strong> <strong>droga</strong>,<br />
era sicuramente migliore.<br />
«Quattro ragazzi hanno preso <strong>la</strong> patente<br />
nautica e uno <strong>è</strong> diventato anche istruttore,<br />
quindi, questo percorso può aprire anche<br />
opportunità <strong>la</strong>vorative importanti - aggiunge<br />
lo psicoterapeuta Cuccurullo - ma<br />
quello che più conta per noi <strong>è</strong> il ritorno di<br />
desideri e stimoli che spinge i ragazzi a<br />
recuperare un aspetto terapeutico, che<br />
prima veniva rifiutato, e a riprendere i<br />
contatti con <strong>la</strong> famiglia. Molti di loro sono<br />
già perfettamente reintegrati nel<strong>la</strong> società,<br />
alcuni hanno anche un <strong>la</strong>voro ma, <strong>non</strong>ostante<br />
questo, <strong>non</strong> perderebbero una<br />
lezione con noi per nessun motivo al<br />
mondo»