Torino Porto di Mare - grotta

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— 76 — eccettuate alcune poche varianti portate dalla necessità di rendere la navigazione uniforme in tutte le sue parti, questo progetto potrebbe direttamente divenire colla sua esecuzione un tronco importante della nostra linea di navigazione interna. Questo canale sarebbe derivato dal Po presso Villafranca, e traversando poi il Pellice, dal quale si alimenterebbe pure in parte, seguiterebbe il suo andamento più naturale presso Vigone e nelle vicinanze di Airasca, Volvera, Orbassano e Beinasco ed arriverebbe in Torino nella sua parte più elevata, cioè a Porta Susa, da dove l'acqua così derivata sarebbe distribuita nel miglior modo a benefìcio dell'industria di questa città. Ora che tal progetto é conosciuto, chiaramente si vede che se non avesse esistito ancora sarebbe stato necessario inventarlo, poiché nessuno meglio di esso, combinato colla nostra linea interna di navigazione, soddisfa alle diverse esigenze della città di Torino, mentre nello stesso tempo ubertose località, prive anche del beneficio delle ferrovie, vengono così chiamate a godere dei vantaggi della navigazione ed accrescerne i proventi. E chi ebbe idea di tale progetto, mentre ebbe felicissima idea, contribuì nello stesso tempo a rendere più facile l'attuazione di più vasto concepimento. E noi valendoci di questo, lascieremo stare il Po a Torino, e trasportandoci alla parte superiore di questa città, per le località già sopra indicate lo ritroveremo a Villafranca. Quivi le acque del Po unendosi più sotto a quelle del Pellice costituiscono anche nei tempi di magra un volume non inferiore ai 15 m. c. per ogni minuto — 77 — secondo, e questo volume é sempre superiore ai 20 m. c. nei tempi ordinarii. La nostra linea di navigazione dovendo in ogni circostanza aver sempre una profondità non inferiore ai 2 metri, tenendo invariabile la sezione già adottata nei tronchi inferiori a Torino, dovrà in questo tronco aver tale pendenza che per il volume minimo di 15 m. c. risulti l'altezza di 2 metri d'acqua, e che il maggior volume a derivarsi nei tempi ordinari sia rappresentato da una maggiore altezza; in questo modo la navigazione vi sarà sempre assicurata nelle medesime condizioni ed in qualunque stagione. La pendenza richiesta per adempiere a queste condizioni é di m. 0,051 per ogni chilometro, con essa si produrrà nel canale una velocità media di m. 0,50, ed i 15 metri cubi, rappresentanti la quantità minima d'acqua a derivare dal Po e dal Pellice, daranno così nel canale un'altezza di 2 metri; e se nei tempi ordinarii saranno introdotti nel canale 20 m. cubi d'acqua invece di 15, l'altezza d'acqua vi ascenderà ai m. 2,60. La città di Vigone, che trovasi alquanto inferiore tanto alla progettata derivazione dal Po come a quella dal Pellice, e precisamente nella direzione indicata per questo tronco di canale, può essere considerata come la estremità superiore di esso mentre Torino ne é quella inferiore. Se questo canale dovesse essere isolato e finire a Villafranca, esso potrebbe semplicemente formarsi derivando dal Po le acque volute, e conducendo queste a traverso il Pellice, riunirle a quelle di questo torrente, e tutte insieme radunate condurle senz'altra opera in-
— 78 — termedia, e solo colla pendenza richiesta, sino a Torino. Ma essendo invece parte integrante di più lunga linea navigabile, non può così ultimarsi né eseguirsi, perché in tal modo non sarebbe possibile la sua continuazione, od almeno trovandosi intersecata direttamente dal Po e dal torrente Pellice, dove per le forti pendenze e vicinanza alle Alpi sono quasi subitanee le piene e rapido é il corso, la navigazione potrebbe in alcune circostanze climateriche averne forte danno, non solo momentaneo, ma il suo canale esserne danneggiato in modo da richiedere lunghe riparazioni. Perciò, riservandoci di esaminare più tardi il prolungamento della linea navigabile superiormente a Vigone, esamineremo solo per ora il tronco compreso tra questa città e Torino, accennando brevemente alla sua alimentazione, al suo andamento sino a Torino, al suo arrivo in questa città, ed alla sua riunione colla linea navigabile già esaminata tra Torino e Chivasso. Facendo capo in Vigone sarà da farsi in quella città un bacino regolatore da servire anche di porto per il suo commercio. Questo bacino mentre servirà di stagno inferiore alla linea di navigazione proveniente dal Mediterraneo, riceverà mediante speciali canali di alimentazione le acque derivate superiormente dal Po e dal Pellice, trasmetterà queste acque a Torino per mezzo del canale navigabile, e sarà fornito di conveniente canale di scarico per le troppe acque che in alcune circostanze vi si potrebbero introdurre. Al canale navigabile diretto verso Torino, ed avente la sezione già stata indicata ed eguale a quella dei — 79 — tronchi inferiori, dovrà, come fu già detto, essere data la pendenza di m. 0,051 per ciascun chilometro; esso, passando sotto la ferrovia di Pinerolo presso Airasca, viene diretto per Beinasco e quindi a Torino, seguendo la direzione ed il profilo indicati nella Tav. II; giunto in Piazza d'Armi, dopo essere passato sotto la ferrovia di Susa, quivi finirà nuovamente ad un bacino il quale fu indicato colla lettera C nella pianta generale della città che fa parte di questo progetto. Dal bacino C, che forma porto per le navi, e per ogni relativa operazione di commercio, ed intorno al quale possono pure stabilirsi magazzini o depositi, un breve tratto di canale conduce ad un altro bacino U progettato specialmente per il servizio dei docks che stanno attualmente fabbricandosi, mettendoli così in diretta relazione colla linea di navigazione. Dallo stesso bacino C il canale 1, 2 estrae le acque che continuamente vi arrivano da Vigone, e che sono destinate per forza motrice nella città; tali acque vengono poi distribuite per mezzo dei canali 2, 3, 4, 5, 6, nei luoghi dove dovranno essere utilizzate. E finalmente il canale D, E, F, G, H, progettato lungo il viale del Re, mentre potrà anche servire alla occasione di canale scaricatore del bacino C, sarà eseguito in modo da essere navigabile per formare la unione tra la linea di navigazione superiore a Torino e quella inferiore a questa città. La differenza di livello tra il punto cui devono arrivare le acque in Piazza d'Armi, passando sotto la ferrovia di Susa, ed il bacino di Vigone é di 12 metri, e la distanza è di 31 chilometri; ora dovendo la sua
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