Torino Porto di Mare - grotta

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l'Italia, per le sue vie dell'acqua, ancora oggi, a distanza
di 40 anni, quali erano al tempo della prima
edizione, perché tra noi, purtroppo, nulla ancora si é
fatto che meriti di dire che qualche cosa si é fatto;
ma trova oggi altresì tutti i lavori di miglioramento
fatti, da allora ad oggi, nelle acque navigabili interne
di tutti i paesi più progrediti dell'estero e con essi
tutte le già conseguite trasformazioni commerciali ed
economiche.
I ragionamenti del Capuccio quindi possono essere
giudicati alla stregua di fatti, ormai certi, constatati e
controllati, onde agli avversari non rimane più che
una dimostrazione sola da fare, cioè che quello che é
ormai verità indiscutibile per gli altri, non potrà mai
essere verità per noi.
È la chiaroveggenza nel modo di giudicare come
si sarebbero svolti i fatti altrove, dove si accingevano
a profondere i quattrini per la riduzione delle vie di
acqua; chiaroveggenza, tengo a ripeterlo, ormai provata
dai fatti, che dà allo studio del Capuccio, per noi
oggi, un grandissimo valore. E questo valore aumenta
a dismisura, quando si rifletta che nell'ora nella quale
il Capuccio dettava il suo libro non si era preventivato
di spendere neppure la decima parte delle somme
cospicue che effettivamente si sono già spese e nessuno
poteva immaginare che la navigazione interna, all'estero,
potesse assurgere ad un così grande anzi così meraviglioso
sviluppo.
Io non dispero che questa voce ammonitrice che
ci viene da un tempo che devesi considerare assai
remoto ; questa voce di un uomo che, lungamente edu-
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cato all'estero e formata all'estero la sua esperienza,
considerando, sia pure esageratamente, le condizioni
fatte dal trasporto allora allora decretato della Capitale
alla sua Torino, non vedeva altra salvezza per
le sue industrie e i suoi commerci che l'apertura di
una via economica che ponesse questa cospicua città
in diretta comunicazione coi due mari italiani e ad un
tempo con tutte le altre vie d'acqua della valle del
Po, possa esercitare tra noi, sull' animo di tutti i coscienti,
un'azione veramente benefica.
Gli Italiani, mi diceva un giorno il Sella, viaggiano
poco all'estero e i più appartengono alla categoria
di coloro che vi si recano collo scopo di cercare i
divertimenti ; pochi sono coloro che vi si recano
col determinato proposito di istruirsi, onde gli insegnamenti
che verrebbero dall'esperienza altrui hanno
efficacia assai lenta tra noi. E perciò tutti i furbi, a
cui fa comodo che non si tragga da questa altrui
esperienza il profitto che se ne potrebbe trarre, hanno
tra noi facile e comodo giuoco.
E io, discorrendo della Navigazione interna a Ravenna,
ricordai che l'indole degli Italiani, mentre si
presta ad accogliere tutto ciò che nel mondo politico,
sociale, fisico, ha carattere di novità, di progresso,
mal si adatta a riporre fede in tutto ciò che può apparire
un ritorno all'antico.
I racconti dei viaggi nei barchetti, nei burchielli,
nelle corriere dei nostri nonni, ci bisbigliano ancora
negli orecchi ed esercitano intorno alla barca una sinistra
influenza.
Eppure se noi vogliamo veramente dare alla nostra