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profilo di coppia/2
i vescovi plaudono
alle idee di Chiara
su giovani e internet
Spesso il vescovo di Como Diego Coletti cita la studiosa
comasca Chiara Giaccardi per sottolineare l’attualità
delle sue speculazioni in tema di comunicazione sociale.
«È necessario “riabilitare” la parola, restituendola alla sua
vera “patria” e liberandola dalla “terra straniera” della
funzionalità tecnica e dell’informazione, degli slogan
e dell’emotività superficiale. La parola che accade
tra persone in relazione ha la forza generante tipica
dell’educazione ed è capace di far nascere nell’uomo
ciò che lo rende pienamente umano: la capacità di
significare e veicolare la verità dell’amore» ha suggerito in
un intervento, tenuto lo scorso 20 febbraio all’assemblea
dell’Azione Cattolica diocesana, valorizzando nelle
stesse considerazioni proprio la ricerca diretta da Chiara
Giaccardi presentata nel volume «Abitanti della rete.
Giovani, relazioni e affetti nell’epoca digitale» (Vita e
Pensiero). Nell’incontro con i giornalisti nel febbraio 2010,
aveva riportato un curioso aneddoto confermando la
grande stima per la sociologa dei media: «Ha lasciato
a bocca aperta i vescovi radunati ad Assisi parlando di
nuove tecnologie. Alla fine i confratelli mi hanno chiesto:
“Ma sono tutte così brave le donne di Como?”».
l.d’i.
Chiara Giaccardi:
«Quegli anni di fatica,
di precarietà economica,
e anche professionale,
ci hanno legati al concreto
della vita di tutti i giorni»
< INTERNI
DI FAMIGLIA
re difficoltà di inserimento» ricorda Chiara che al rientro in
Italia ha messo a frutto insieme a suo marito quel bagaglio di
acquisizioni nel tempo incanalate in imprevedibili iniziative di
accoglienza. «Il posto di ruolo in università è arrivato quando
erano nati già Tommaso e Maria (ora 21 e 19 anni, ndr) -
torna a raccontare - E a quel punto ci siamo concessi anche la
lavastoviglie». Oggi forse non basta un carico solo quando la
famiglia - che conta altri tre figli, Francesco 15 anni e Caterina
14, Sarah 21 in affido - fa spazio a qualche altro ospite, amici o
vicini di casa. Un’altra svolta, nel segno del multiculturalismo
e della globalizzazione, ha in effetti portato i due ricercatori a
lanciare il cuore oltre che l’intelletto, in un fenomeno che esige
ospitalità e condivisione. Dopo aver insegnato anche a Parigi
nella prestigiosa Ecole des Hautes Etudes, Chiara e Mauro
sei anni fa hanno dato vita ad un progetto in collaborazione
con la Caritas che li ha portati a vivere in una casa dove vengono
ospitate famiglie di immigrati che affrontano le complessità
del percorso di integrazione sociale. Un altro “bagno di realtà”
destinato a lasciare significativa traccia nel pensiero e nella ricerca
dei coniugi alleati nella vita e nella professione: «Mauro
mi ha incoraggiata, mi ha garantito spazi di autonomia per
studiare, per scrivere, mantenere relazioni utili...», rivela la
Giaccardi. Un caso esemplare di pari opportunità? Loro, che
hanno scritto anche due libri insieme, parlano di «unità fra
conoscenza ed esperienza relazionale-affettiva». Un modo per
dire che una vera love story è oggi possibile.
mag 103