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LAST ><br />
MINUTE<br />
130 mag<br />
Una <strong>Provincia</strong> fantasma<br />
nella più inutile delle crisi<br />
Alzi la mano chi si è accorto dello stallo <strong>di</strong> Villa Saporiti, guidata dall’asse Pdl-Lega<br />
Ormai l’ente amministrativo interessa più a chi vi detiene una poltrona che ai citta<strong>di</strong>ni<br />
C’è stata una crisi politica in amministrazione provinciale a <strong>Como</strong>. Qualche domanda. Chi se<br />
n’è accorto, a parte gli addetti ai lavori. Dove si trova l’amministrazione provinciale? Quanti<br />
tra i lettori si sono mai recati in amministrazione provinciale (che peraltro è in via Borgo<br />
Vico). Perché le Province saranno anche utili (forse), hanno delle competenze specifiche ma<br />
non vengono percepite dai citta<strong>di</strong>ni. Quanti comaschi sono stati interessati ad approfon<strong>di</strong>re le<br />
cause dei <strong>di</strong>ssi<strong>di</strong> interni alla maggioranza Pdl-Lega guidata dal presidente lumbard Leonardo<br />
Carioni? Chi si sarà appassionato alla saga degli assessori fuoriusciti dal Pdl che hanno costituito<br />
il gruppo degli autonomisti generando la crisi? Pochi, probabilmente. Certo meno <strong>di</strong><br />
coloro che hanno seguito le altrettanto tristi vicende del comune <strong>di</strong> <strong>Como</strong>, con la mozione <strong>di</strong><br />
sfiducia contro il sindaco Bruni che ha fatto perdere tempo alla città e quattrini a Pantalone<br />
per risolversi nel nulla.<br />
Perché al<strong>di</strong>là delle tristezze <strong>di</strong> una politica locale che ormai neppure gli interessi riescono più<br />
a tenere assieme, un conto è il comune, istituzione vicina e percepita dai citta<strong>di</strong>ni, altra cosa<br />
la <strong>Provincia</strong>. Forse, in tempi <strong>di</strong> vacche non magre ma ormai scheletriche, non aveva torto chi<br />
voleva abolire questi enti per consentire qualche risparmio alle casse pubbliche. C’era pure nel<br />
programma del centrodestra, ma il proposito è finito in cavalleria. Perché abolire le Province<br />
significava rinunciare a tante poltrone e poltroncine. Specie per la Lega Nord, che in questi<br />
enti, ha sempre fatto il pieno <strong>di</strong> voti grazie alla sua natura “pedemontana” e un po’ rurale che<br />
la porta ad essere preferita nei piccoli centri e nelle vallate della Lombar<strong>di</strong>a.<br />
Dell’abolizione delle Province, perciò, non si parla più. Anzi, c’è perfino chi ha sostenuto che<br />
il risparmio sarebbe irrisorio. E il federalismo fiscale consentirà a questi enti <strong>di</strong> aumentare la<br />
possibilità <strong>di</strong> imposizione. Così i citta<strong>di</strong>ni, pagando loro le tasse, si accorgeranno dell’esistenza<br />
delle amministrazioni provinciali. È uno dei tanti paradossi <strong>di</strong> questa fase politica. Bisogna<br />
risparmiare e tagliare, ma le Province non si toccano. Il federalismo fiscale dovrebbe consentire<br />
una riduzione del livello <strong>di</strong> imposizione sui citta<strong>di</strong>ni e invece rischia <strong>di</strong> determinare un<br />
aumento. C’è da stupirsi se poi dalle elezioni amministrative <strong>di</strong> maggio e dai referendum <strong>di</strong><br />
giugno sono usciti quei risultati? E la crisi all’amministrazione provinciale <strong>di</strong> <strong>Como</strong>? Chi si è<br />
accorto che c’è stata?<br />
DI frAnCESCO AnGELInI<br />
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