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eSteRno e inteRno<br />
una vista pro<strong>di</strong>giosa del lago<br />
si gode dalla terrazza a semicerchio.<br />
Sotto a sinistra: il<br />
nuovo libro sulle ville del <strong>La</strong>rio<br />
e<strong>di</strong>to da dominioni. in basso:<br />
gli arre<strong>di</strong> sobri ed essenziali.<br />
passeggiata a lago conclusa da un tratto <strong>di</strong> galleria a colonnato,<br />
un giar<strong>di</strong>no variamente articolato e ombreggiato da tigli, cipressi,<br />
carpini e querce, poi grotte, scalinate, angoli <strong>di</strong> vista con panchine,<br />
una fontana ornamentale con pavimentazione a mosaico<br />
ed ancora, nel prosieguo degli anni, un’area dove ha potuto trovar<br />
posto persino una piscina. Restava da risolvere il problema<br />
dell’accesso da terra, se non fosse bastato il molo per l’approdo<br />
dal lago. Un accesso <strong>di</strong>fficile, per raggiungere il fabbricato attraverso<br />
lo strapiombo del dosso montano, che venne risolto da<br />
uno dei proprietari nel Novecento, la famiglia milanese Pozzi,<br />
me<strong>di</strong>ante un ar<strong>di</strong>to ascensore esterno sorretto da pilastri in<br />
cemento armato in grado <strong>di</strong> collegarsi alla soprastante strada<br />
bellagina. L’ascensore è rimasto fermo a lungo, ma la pittoresca<br />
villa che si estende a fisarmonica, dominando un incantevole<br />
panorama lacustre, è stata costantemente abitata, negli ultimi<br />
anni dalla famiglia dell’architetto e designer milanese Vitelli,<br />
che ha provveduto a restaurarla, a<strong>di</strong>birla a centro <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>, rifornirla<br />
<strong>di</strong> un arredo raffinatamente semplice e confortevole.<br />
È rimasta inalterata all’esterno la casa, singolare ma piacevole<br />
nella sua <strong>di</strong>somogeneità, nella varietà delle componenti minia-<br />
>><br />
UN’alTra SToria<br />
troubetzkoy<br />
lo scultore<br />
“scapigliato”<br />
< LA CASA<br />
Al primo proprietario della villa<br />
Troubetzkoy <strong>di</strong> Blevio, principe<br />
Alessandro, le note storiche<br />
apparse su varie pubblicazioni<br />
hanno dato erroneamente anche<br />
il nome <strong>di</strong> Pietro. In realtà, un Pietro<br />
Troubetzkoy è esistito, ma si tratta del<br />
<strong>di</strong>scendente <strong>di</strong> un altro ramo della<br />
grande famiglia nobiliare <strong>di</strong> origine<br />
russa trapiantato in Italia, che sposò<br />
la cantante americana Ada winans<br />
ma trovò casa sulle rive <strong>di</strong> un altro<br />
lago, il Maggiore, prima a Intra, poi<br />
a Ghiffa. Ed è in quest’ultima località<br />
dove il secondogenito della coppia,<br />
Paolo (1866-1938), potè conoscere<br />
gran<strong>di</strong> artisti della Scapigliatura<br />
milanese, i pittori Cremona e<br />
Ranzoni, lo scultore Gran<strong>di</strong>, i<br />
musicisti Catalani e junck, il poeta e<br />
compositore Arrigo Boito. Lo scambio<br />
culturale ed umano con questi<br />
personaggi favorì la sua vocazione<br />
per la scultura, che lo condusse<br />
a <strong>di</strong>ventare un artista <strong>di</strong> livello<br />
internazionale, realizzando opere<br />
bilanciate fra un vigoroso realismo<br />
e una più accattivante forma <strong>di</strong><br />
impressionismo caratterizzato<br />
dalla compenetrazione tra<br />
soggetti e atmosfera circostante,<br />
movimentando le superfici fino a<br />
renderle morbidamente sciolte.<br />
Ebbe molto successo mondano nella<br />
ritrattistica, scolpendo le effigi <strong>di</strong><br />
alcune fra le maggiori personalità<br />
del suo tempo. Anche a <strong>Como</strong><br />
ebbe delle commesse e intrattenne<br />
rapporti con collezionisti.<br />
al. lon.<br />
mag 93