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GIOIELLI ><br />
NASCOSTI<br />
110 mag<br />
teSoRi deL<strong>La</strong><br />
PinaCoteCa<br />
il ritratto <strong>di</strong> Cristoforo<br />
Colombo (1451-1506),<br />
lo scopritore<br />
dell’america è uno<br />
dei quadri più importanti<br />
del museo comasco.<br />
a destra: dettagli dei<br />
soffitti.<br />
pUBBlicaTo Solo oGGi il «<strong>di</strong>aloGo»<br />
giovio, colto e “femminista”,<br />
torna in scena dopo 500 anni<br />
(v.f.) È stato uno dei gran<strong>di</strong> eventi culturali<br />
dell’ultimo Salone del Libro <strong>di</strong><br />
Torino: la presentazione del «Dialogo<br />
sugli uomini e le donne illustri del nostro<br />
tempo» (Aragno) <strong>di</strong> Paolo Giovio,<br />
curato da Franco Minonzio, lecchese,<br />
il maggior esperto europeo dell’umanista<br />
<strong>di</strong> <strong>Como</strong>. Il «Dialogus» rimase ine<strong>di</strong>to,<br />
eccetto il libro II, mutilo dell’inizio<br />
e della fine, che nel 1780 Giambattista<br />
Giovio trasmise in copia a Girolamo<br />
Tiraboschi, ed l’eru<strong>di</strong>to pubblicò nella<br />
sua «Storia della letteratura italiana».<br />
Come ha puntualizzato Minonzio, Giovio<br />
tuttavia non cessò <strong>di</strong> intervenire<br />
sul «Dialogus»: delle correzioni resta traccia nei tre<br />
manoscritti cinquecenteschi, parzialmente autografi,<br />
appartenuti alla famiglia Giovio e tutti conservati a<br />
<strong>Como</strong>. Precisamente, si tratta <strong>di</strong> due co<strong>di</strong>ci <strong>di</strong> proprietà<br />
della Società storica comense, e appartenenti al<br />
Fondo Aliati (librii I e II del «Dialogus»), ed uno <strong>di</strong> proprietà<br />
della Biblioteca Comunale <strong>di</strong> <strong>Como</strong> (libro III).<br />
Noto anche come «Dialogo d’Ischia», l’opera fu composta<br />
da Giovio su sollecitazione <strong>di</strong> Vittoria Colonna<br />
tra il 1528 e il 1529. Al “genio” femminile della poetessa<br />
vengono de<strong>di</strong>cati ampi passaggi nel libro III, che - insieme<br />
all’energica <strong>di</strong>fesa della <strong>di</strong>gnità della donna -<br />
rivelano una sensibilità “femminista” ante litteram del<br />
celebre comasco.<br />
valorizzazione. Invece abbiamo dovuto aspettare che pensassero<br />
gli Uffizi a chiedere in prestito tre dei pezzi più significativi - il<br />
«Ritratto <strong>di</strong> Michele Marullo», copia del Ghirlandaio da Botticelli,<br />
quello <strong>di</strong> Niccolò Leoniceno, attribuito a Dossi Dossi<br />
e il Ritratto <strong>di</strong> Totila attribuito a Francesco Salviati - per la<br />
mostra «Santi poeti navigatori...» che si è conclusa lo scorso<br />
31 gennaio. E se il Leoniceno e il Totila sono già tornati in via<br />
Diaz, il ritratto <strong>di</strong> Michele Marullo è ancora in tournèe, visto<br />
che da Firenze è stato portato <strong>di</strong>rettamente a Montecatini per<br />
una nuova e<strong>di</strong>zione della mostra.