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Scarica PDF - La Provincia di Como

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turizzate, animate da finestre, sporgenze e<br />

comignoli, con l’aspetto da illustrazione<br />

<strong>di</strong> un libro <strong>di</strong> fiabe, magari <strong>di</strong> fiabe russe<br />

che giustificano l’iniziativa del primo<br />

ideatore della villa, il misterioso<br />

principe Trubetzkoy. Già,<br />

ma perché costui decise <strong>di</strong><br />

venire proprio qui, lontano<br />

dal suo Paese? <strong>La</strong> risposta<br />

apparirà sorprendente, dato che<br />

la maggior parte delle versioni più<br />

accre<strong>di</strong>tate, in libri, articoli, cataloghi,<br />

documenti d’agenzia, non sono<br />

atten<strong>di</strong>bili. Riferiscono, infatti, che<br />

il nobiluomo straniero sarebbe stato<br />

un profugo, in cerca <strong>di</strong> un luogo appartato<br />

con la moglie dopo aver scontato<br />

sei anni <strong>di</strong> carcere duro in Siberia per aver<br />

cospirato contro lo zar Nicola I.<br />

Ebbene, l’unico Troubetzkoy sopravvissuto alla dura<br />

repressione degli insorti “decabristi” (così vennero chiamati,<br />

dopo gli infausti moti rivoluzionari del <strong>di</strong>cembre<br />

1825 capitanati da ufficiali) era il principe Sergej Petrovic,<br />

che venne graziato nel 1856 dopo la carcerazione in<br />

Siberia. Sua moglie Ekaterina era deceduta due anni prima,<br />

lui non si mosse più da Mosca dove morì nel 1860,<br />

non certo in buone con<strong>di</strong>zioni finanziarie. Dunque, non<br />

poteva essere lui ad aver avviato i lavori della villa, già costruita<br />

quando era ancora rinchiuso nel lager siberiano. Il vero impren<strong>di</strong>tore<br />

invece fu il principe Alessandro Vassilievitch Troubetzkoy<br />

(1813-1889), che s’inse<strong>di</strong>ò a Blevio per un solo, insospettabile<br />

motivo: era l’amante <strong>di</strong> Maria Taglioni, la celeberrima ballerina<br />

interprete sublime della danza romantica, che si stava ritirando<br />

dalle scene proprio nel 1846 e aveva scelto <strong>di</strong> passare a Blevio,<br />

in una elegante villa nelle a<strong>di</strong>acenze <strong>di</strong> quella del Troubetzkoy,<br />

gli anni del meritato riposo con i figli Paolo e Edvige Marie<br />

Eugénie, avuti dal marito conte Gilbert de Voisin, dal quale si<br />

< LA CASA<br />

in Punta <strong>di</strong> StiLe<br />

a margine del giar<strong>di</strong>no, una fontana<br />

ornamentale con pavimentazione a mosaico e la piscina.<br />

al centro: maria taglioni, danzatrice-star dell’ottocento.<br />

separò dopo soli tre anni <strong>di</strong> burrascoso matrimonio, dal<br />

1832 al 1835. Il facoltoso principe Troubetzkoy si era<br />

innamorato <strong>di</strong> lei a San Pietroburgo, durante una delle<br />

applau<strong>di</strong>te tournée della flessuosa ballerina che volava<br />

leggera come una libellula, la seguì a Venezia e proprio<br />

per lei aveva acquistato il magnifico palazzo della Ca’<br />

d’Oro a Cannaregio, sul Canal Grande. Ma la<br />

lussuosa Ca’ d’Oro in stile gotico fiorito,<br />

cosiddetta per decorazioni dorate sulla<br />

fronte del palazzo quattrocentesco,<br />

finì col <strong>di</strong>ventare troppo impegnativa<br />

per la Taglioni, che desiderava<br />

togliersi dai riflettori della celebrità<br />

dopo l’ad<strong>di</strong>o al palcoscenico. E<br />

a Blevio, dove si stabilisce, l’amante<br />

continua a frequentarla, soggiornando<br />

però a poca <strong>di</strong>stanza da lei, nella<br />

sua nuova villa strappata alla roccia.<br />

Passa qualche anno e avviene<br />

ciò che era davvero impreve<strong>di</strong>bile: il<br />

principe Alessandro, più giovane della Taglioni,<br />

s’incapriccia <strong>di</strong> sua figlia quand’era ancora<br />

adolescente. E la sposa nel 1852: lui quarantenne,<br />

lei appena se<strong>di</strong>cenne. Un matrimonio che deve aver<br />

fatto rumore.<br />

<strong>La</strong> vicenda a questo punto potrebbe <strong>di</strong>ventare una sorta <strong>di</strong><br />

pochade, con un uomo <strong>di</strong>viso fra due donne, la moglie minorenne<br />

e l’amante <strong>di</strong>ventata suocera. <strong>La</strong> Taglioni fece cessare<br />

i pettegolezzi trasferendosi a Parigi, dove all’Opera ritrovò il<br />

suo prestigio professionale come insegnante <strong>di</strong> danza. Ma era<br />

destino che questa donna non avesse mai pace. Il padre Filippo,<br />

ballerino e coreografo, per lei esigente, persino rigido maestro,<br />

durante la guerra franco-prussiana del 1870-71 <strong>di</strong>lapidò tutte le<br />

sostanze della figlia con incauti investimenti. Divenuta povera,<br />

la Taglioni trovò un modesto impiego a Londra, poi, indebolita<br />

e malata, passò gli ultimi anni della sua vita a Marsiglia in<br />

compagnia del figlio Paolo, spegnendosi ottantenne nel 1884.<br />

Naturalmente aveva già venduto da tempo la villa a Blevio ed<br />

anche i Troubetzkoy dovevano aver lasciato la loro <strong>di</strong>mora lariana.<br />

Il principe Alessandro morì nel 1889, ma <strong>di</strong> lui a Blevio non<br />

è rimasta memoria né della sua sposa bambina, scomparsa nel<br />

1901. È l’altra faccia, quella oscura, <strong>di</strong> una storia tipicamente<br />

romantica dell’Ottocento.<br />

mag 95

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