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IL ><br />
VIAGGIO<br />
<strong>La</strong> Fata deL boSCo<br />
Pupa frati Lonati, cernobbiese “ad honorem”,<br />
ha 87 anni. da 27 lavora allo straor<strong>di</strong>nario<br />
recupero della foce del Garrovo.<br />
Una nuvola <strong>di</strong> capelli can<strong>di</strong><strong>di</strong> e un viso sul quale<br />
la mano del tempo sembra essere scivolata accarezzandolo.<br />
Pupa Frati è felice quando è nel suo<br />
giar<strong>di</strong>no, quando siede su una delle panchine, ma<br />
soprattutto quando, con in mano una zappa o una cesoia, aiuta<br />
la natura a dare spettacolo. Per la verità, il suo giar<strong>di</strong>no non<br />
è un giar<strong>di</strong>no e non è nemmeno suo. Non si tratta infatti <strong>di</strong><br />
qualche aiuola a ridosso dei muri <strong>di</strong> una casa, ma <strong>di</strong> una vasta<br />
area <strong>di</strong> proprietà comunale che costeggia il corso del torrente<br />
Garrovo, a Cernobbio. Ventisette anni fa, quella che gli amici<br />
chiamano Nonna Pupa, accompagnando a scuola i nipoti, gettò<br />
lo sguardo al <strong>di</strong> là <strong>di</strong> un ponticello sotto il quale si sentiva il<br />
rumore <strong>di</strong> un corso d’acqua. Vide un inestricabile groviglio <strong>di</strong><br />
sterpi, sotto il quale si annidava una <strong>di</strong>scarica abusiva <strong>di</strong> rifiuti,<br />
e pensò a quanto sarebbe stato bello trasformare quello scempio<br />
in un orto botanico. Ventisette anni dopo, mentre il sole<br />
<strong>di</strong> un pomeriggio d’estate gioca con le foglie degli alberi e il<br />
canto degli uccelli fa a gara con quello del ruscello, la incontro<br />
tra i fiori e le piante <strong>di</strong> quel sogno incre<strong>di</strong>bilmente realizzato.<br />
Sono faggi, quelli?<br />
«No, sono gelsi da carta, alberi che vengono dal Borneo. Non<br />
sono tanto comuni: ho dovuto far venire qui un fitopatologo<br />
per identificarli. Chissà, forse vengono dal parco <strong>di</strong> Villa d’Este,<br />
che è qui <strong>di</strong>etro».<br />
Sono belli. tutto è bello qui. Si fatica a pensare che questa<br />
era una <strong>di</strong>scarica <strong>di</strong> rifiuti…<br />
«E che rifiuti! Quando, con l’aiuto dei miei nipoti Giulia, Michele<br />
ed Enrico, siamo riusciti a tagliare il mare <strong>di</strong> rovi che<br />
ricopriva tutto, sono spuntati perfino materassi, vecchi televi-<br />
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mag<br />
sori, materiali e<strong>di</strong>li <strong>di</strong> scarto. Da Cernobbio e da altri posti venivano<br />
tutti qui a scaricare immon<strong>di</strong>zie <strong>di</strong> tutti i tipi. Alla fine,<br />
per rimuoverli, abbiamo dovuto utilizzare due camioncini».<br />
E lei si è messa in testa <strong>di</strong> farne un giar<strong>di</strong>no. non la spaventava<br />
l’impresa?<br />
«A <strong>di</strong>re la verità, no. Forse c’era un pochino d’incoscienza, o<br />
un pizzico <strong>di</strong> follia. Quella follia che aiuta ad affrontare le cose<br />
più gran<strong>di</strong> <strong>di</strong> noi».<br />
E quando ha capito che ce la poteva fare?<br />
«Dopo un anno <strong>di</strong> lavoro. Avevo un piano molto razionale.<br />
Prima ho pulito tutto, poi sono andata a parlare con il sindaco<br />
<strong>di</strong> Cernobbio, che era il dottor Isola, al quale l’idea è piaciuta<br />
e che mi ha detto: “Faccia pure”. A quel punto mi sono data da<br />
giaLLo<br />
maLinConiCo<br />
Simbolo della bellezza<br />
triste, il nome del<br />
ranuncolo deriva dal<br />
latino “piccola rana”<br />
ed è dovuto al fatto<br />
che questo fiore vive<br />
in zone paludose.<br />
Secondo la leggenda,<br />
questo fiore fu creato<br />
da Gesù che, per<br />
rendere omaggio a<br />
sua Madre, trasformò<br />
le stelle in fiori.