PA.OLO BRIL SCONOSCIUTO

All'indomani, però, riassume anche lui la condanna,
dovi circostanze e considerazioni assai interessanti:
L[un~dì] 18 [s~tt~mbr~]. - È uscito un decreto del Papa per la cond
degli architetti colpevoli delIa caduta dei veIario deIl'anfiteatro Corea. Quanlla
questa disgrazia seguì il 28 ag~sto: mons. C!arelIi vice-governatore essendo an::;
a darne parte al Papa, questi glI domando se avesse letto Tacito. MOnsi
trovandosi imbarazzato neIla risposta, il Papa gli disse: « Sa Cosafece il tal'lgn~
ratore romano quando cadde il veIario dell'anfiteatro? Fece impiccare gli a~~~
tetti». E così finì il discorso. Ieri sera è stata pubblicata la sentenza del PaJ>.1
che condanna l'architetto Valadier, direttore dei lavoro, a pagare 1000scudi e :
3 architetti OlIer [ne], Salvi e Paccagnini mandati ad osservare il lavoro 500sr.'
per uno; tutto a benefizio delIa vedova di quei muratore che perì neIla caduta
dei veIario; l'impresario Paterni deve pagare 100 sc. l'anno, finché gli dura il
contratto, per i danni sofferti dal Mausoleo di Augusto; ed il marchese Origo,
che era il cavaliere destinato a sorvegliare aIla sicurezza dei lavoro, è stato con.
dannato a fare un triduo solenne neIla chiesa di Aracoeli affinché il Popolo Romano
ringrazi neIla sua chiesa l'Altissimo di essere stato liberato da quest'orribile cata.
strofe, che se accadeva un'ora più tardi, cagionava un lutto universale in Roma,
rimanendovi sotto non meno di 2000 persone. E quest'ultima sentenza è la più
terribile di tutte, sì per il disonore dei marchese Origo che per tre giorni dovd
vedere il Popolo ringraziare Dio di essere stato liberato da una disgrazia, accaduta
per colpa sua, e dovrà assistere al triduo come Conservatore, come ancora per la
spesa, giacché dovrà essere molto solenne, il Papa stesso andandovi l'ultimo giorno.
Alcuni dicono che questo decreto sia ingiusto, non essendo stati sentiti i condann1ti,
ognuno dei quali ha la sua scusa che sembra giusta; ma in genere è bene
che si dia un esempio per impedire un 'altra volta simili disgrazie.
Del fatto si rinvengono tracce altresi in un manoscritto dell'abate
Antonio Coppi, l'autore degli Annali d'Italia, conservato nel fondo
Vittorio Emanuele della Biblioteca Nazionale (ms. 212, timbro 495.102).
Il f. 37 reca il titolo « 1826. Mausoleo d'Augusto. Caduta del ve-
!ario» ed ai ff. 38 r.-v. si legge:
Nei dì 28 di agosto aIle ore 3 pomeridiane, mentre si stendeva il velario per
la giostra che vi doveva essere in quelIa sera, un colpo di vento lo gettò a terra
con tutta l'armatura e col parapetto a cui era basato. Se ciò accadeva due ore dopo,
tre o quattromila persone sarebbero state uccise o maltrattate.
Nei ff. 41-42, di mano del Coppi, v'è un « Estratto della difesa di
Salvi al Governatore di Roma». Questi l'aveva chiamato « straordina-
riamente, non essendo impiegato presso il Governo», onde esaminare
il nuovo ve/ario, « perché da particolari rilevazioni avute il Governo
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