06.04.2013 Views

PA.OLO BRIL SCONOSCIUTO

PA.OLO BRIL SCONOSCIUTO

PA.OLO BRIL SCONOSCIUTO

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

I<br />

Era una bella sera, calda, dei primi giorni del luglio 1953. l<br />

d<br />

'<br />

d "<br />

h<br />

, '<br />

or<br />

Il<br />

ata non puo essere lmentlcata, perc e passera a a storia dell<br />

poesia romaneSC;l,col nome, rinverdito, di un poeta che fra a<br />

Ò ' '<br />

l d "<br />

POCo<br />

avr 1 pIacere 1 rive lare.<br />

C'eravamo tutti; era venuto sin anche Lui gi Volpicelli', eran<br />

venute pure molte signore: dico un cinquanta e oltre convitati', e<br />

in più l'Allegria, signora dei romanisti, che faceva chiasso per cento,<br />

E fu proprio il prof. Volpicelli a preparare quella sera gli avvenimenti,<br />

All'ora dei poeti, che nelle nostre cene è come la dannunziana ora<br />

della rugiada, il Professore si alza e con quel suo gusto saporoso,<br />

fatto di spirito, di dottrina e di tante altre cose sottili, annunzia la<br />

dizione della poetessa Giulietta Picconieri, della quale ha presentato<br />

ai lettori il libro « Casa e Bottega », ancor tutto odoroso di stampa.<br />

Entusiasmo e applausi per la brava poetessa; e qui forse è tempo<br />

che io mi tolga finalmente il debito con lei.<br />

Giulietta Picconieri è venuta a porsi in prima fila tra i roma.<br />

neschi più significativi di questi nostri giorni: ha un suo mondo,<br />

un suo lirismo, un suo stile, una tecnica; e la poesia che essa ci<br />

presenta ha vivi caratteri di originalità e di efficacia espressiva.<br />

Avevo sempre pensato che il romanesco non fosse adatto per la<br />

poesia femminile, a questo riguardo ritenendolo, con il grande Gioacchino,<br />

strumento troppo pesante. E per costruirmi la mia teoria mi<br />

giovavo di alcuni esempi in cui poesie scritte da donne mi sembravano<br />

fiacche e inespressive.<br />

Ma debbo però ricordare, in parentesi, che c'era pure una poetessa<br />

che ha saputo al contrario usare il romanesco per esprimere sentimenti<br />

gentili, affetti semplici e delicati, tutto propri dell'animo femminile,<br />

quando si svela nella sua intimità più profonda. Parlo di Nina<br />

Marsili; e mi è caro parlarne. Questa poetessa « romanesca» è mia<br />

compaesana, nata in Bugnara (L'Aquila) da genitori bugnaresi. A<br />

Roma ci venne ch'era una ragazzina, forse di otto o dieci anni.<br />

Crebbe e si fece nel clima sentimentale dove poetavano già con bella<br />

voce Augusto Terenzi, Er Pompieretto, e Giulio Cesare Santini.<br />

Qui voglio renderle omaggio, io bugnarese e studioso di romanesco,<br />

accanto a Giulietta Picconieri. Alla quale ritorno. Essa ha<br />

92<br />

, a ine deliziose, come «Celestino », per esempio, nelle quali<br />

sCrittOp gsco perviene a delicatezze e sfumature assai poche volte<br />

il romane d ,' h ,<br />

' ' h h<br />

f<br />

, ad Of.)era 1 poeti masc 1 e emmme; e pagme anc e, a<br />

aggiunte .<br />

r, ome gli epigrammi, nelle quali bravamente giuoca col roma-<br />

,crlttO, ' c<br />

n<br />

nescoI<br />

termini quanto<br />

' ' ' '<br />

mal grevI e pericoloSI.<br />

Al levar delle mense, tornando a quella serata, un Volpicelli<br />

'<br />

,<br />

laIe<br />

brillante, Passa fra gli amici e lascia qua e là un categorico<br />

glO\' , , ' '<br />

invitO a cena in casa sua, la sera del quattordIcI prossimo. E non<br />

dimenticarsene.<br />

_ Vengaanchelei. Deve venire- mi dice confidandomiun<br />

sintetico e quanto mai pittoresco giudizio nei riguardi di un poeta<br />

presente. E andai.<br />

Via di Villa Corsini era dolce e quieta, nella luce lunare di una<br />

lirica leopardiana. Tutto intorno Trastevere invece cantava, beveva,<br />

mangiava, godeva, urlava per l'apertura della sua «Festa de Noantri».<br />

Andai di piano in piano, cercando invano la indicazione vale.<br />

vale per farmi decidere a picchiare o a premere il bottone di un<br />

campanello; sostai in attesa ai pianerottoli e sulle scale; tornai a<br />

scendere e a salire e finalmente, chi sa come venuti fuori (ma salivano<br />

o scendevano?) Ceccarius e la gentile Signora Lavinia, alla<br />

ricerca come me della porta buona.<br />

Eravamo i primi ad arrivare. Sul punto di tornarcene sulla strada<br />

ad aspettare che venisse ancora qualcuno, si apre una porta a incor.<br />

niciare, sullo sfondo illuminato, un ometto di due palmi.<br />

Ci domanda che cosa stiamo a far lì. Lui è Ignazio Volpicelli.<br />

_Veniamo a casa tUa.<br />

L'ometto ci fa gli onori di casa e c'intrattiene con certe sue<br />

chiacchierucce e ragionamenti. È delizioso. Giulietta picconieri lo ha<br />

dipinto al vivo in una lirica squisita e sbarazzina.<br />

Mentre si conversa con la gentile Signora Maria, dopo poco<br />

accorsa, della sua attività artistica, delle sue marionette, dei cari e bei<br />

figlioli, e si ammirano fra tanti quadri, alcuni importanti e insospettati<br />

Spadini, arrivano gli altri convitati: Giulietta e Armando Fefé,<br />

~on il figliolo Giulio; Giggi Huetter e, dopo un'altra buona attesa,<br />

Il professore.<br />

93<br />

I ! I<br />

!<br />

" IIII<br />

111<br />

I<br />

I<br />

'111

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!