20.05.2013 Views

INDICI 1994 ~ 2005 - The Historical Diving Society Italia

INDICI 1994 ~ 2005 - The Historical Diving Society Italia

INDICI 1994 ~ 2005 - The Historical Diving Society Italia

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

illustrazioni:<br />

Copertina de “L’evoluzione della didattica”. (libro) p. 33.<br />

Copertina de “La guida per l’immersione...”. (libro) p. 33.<br />

Copertina de “Manuale federale d’immersione”. (libro) p. 33.<br />

Nitrox, preparazione delle miscele. (foto) p. 33.<br />

Due illustrazioni per integrare il testo di Minguzzi su “Lo scafandro di Lethbridge”. (disegni) p. 34.<br />

2001 (VII) APRILE N. 19<br />

211. n. 19, copertina<br />

illustrazioni:<br />

Brizé - Fradin, Campana subacquea (1808). (disegno).<br />

212. MAURO CAMPINI, Storia della speleologia subacquea. Le origini del Carso triestino. n. 19, p.<br />

5 - 9<br />

Informazioni raccolte durante la mostra storica della Speleosubacquea triestina presenti Duilio Cobol, Luciano Russo, Carlo Rossetti, Ernesto<br />

Giurevich, Lorenzo Lucia e Fabio Venchi. I primi progetti di ricerca organizzati iniziano nel 1950 con l’Operazione “Corsaro” per lo studio<br />

del percorso sotterraneo del fiume Timavo. Nel maggio del 1957 il primo record mondiale di penetrazione in grotta allagata. In anni successivi<br />

Raimondo Bucher scopre varie cavità sottomarine a Capri e in Sardegna. Nelle vicinanze di Londra, per l’allagamento di un tunnel, nel 1879<br />

chiamato il palombaro Alexander Lambert della Siebe-Gorman che non fu in grado di terminare il lavoro. Elenco delle esplorazioni italiane<br />

fra il 1962 e il 1967. Invenzione di particolari attrezzature per uso speleosubacqueo. La prima immersione in miscela, in <strong>Italia</strong>, avviene nel 1987<br />

quando Luciano Russo e Maurizio Martini raggiungono la profondità di -108 m. La pratica “turistica” con gli incidenti: il primo verificatosi<br />

nel 1971 nella risorgenza dell’Elefante bianco.<br />

illustrazioni:<br />

Attrezzatura speleosub degli anni ‘50. (foto) p. 5.<br />

Bibombola degli anni ‘50/’60. (foto) p. 5.<br />

Articolo de “Il Piccolo” che riporta il record mondiale. (giornale) p. 6.<br />

Caschetto con faretti artigianali. (foto) p. 6.<br />

Giorgio Cobol con collaboratori per la messa a punto delle attrezzature. (foto) p. 8.<br />

Giorgio Cobol con la squadra di appoggio nel 1956. (foto) p. 8.<br />

Giorgio Cobol e Claudio Skilan. (foto) p. 9.<br />

213. GIOVANNI ROSSI FILINGERI, I misteri di Valchiusa. n. 19, p. 10 - 11<br />

Al 1034 d. C. risalgono le prime documentazioni della “Vallis clausa”: l’attuale “Vaucluse-La fontaine” nella Francia meridionale. La fonte, durante<br />

l’estate è in stato di quiete ma, d’inverno, ribolle e si riversa in bianche cascate per cinque settimane. L’idea di fondo era che cunicoli rocciosi<br />

profondi fungessero da sifone liberando improvvisamente l’acqua. Nel 1985 un ROV teleguidato giunge alla profondità di -315 m. senza rinvenire<br />

il fondo. Alla fine degli anni ‘40 il gruppo per le ricerche subacquee della Marina militare francese composto da Cousteau, Taillez, Fargue<br />

e Dumas tenta delle immersioni che furono frustrate da gravi malori conseguenti alla pericolosa presenza di monossido di carbonio nell’aria<br />

delle bombole probabilmente per la vicinanza della presa d’aria del compressore allo scarico del motore.<br />

illustrazioni:<br />

Jacques Yves Cousteau, fine anni ‘60. (foto) p. 10.<br />

Una fase dell’immersione nella risorgiva. (foto) p. 11.<br />

Vaucluse, fine anni ‘60, Dumas. (foto) p. 11.<br />

214. GIULIANO BAGNOLI, I palombari del Po. (Seconda parte) n. 19, p. 12 - 14<br />

Dopo la II guerra mondiale, il Po ha bisogno ancora di palombari perché l’alveo è interessato da materiali bellici ed elementi architettonici distrutti.<br />

Vengono interessati singoli palombari e cooperative che trattengono per se il materiale recuperato corrispondendo il 33% agli enti per i<br />

Mutilati di Guerra. Giuseppe Zanaboni diviene uno dei più esperti recuperando 33 carri armati tedeschi “Tigre”, imbarcazioni, casse di munizioni,<br />

mitragliatrici e camions di vettovaglie. Utilizza cariche esplosive per dividere grandi arcate sommerse dei ponti rendendole recuperabili<br />

con le gru. Rinviene oggetti preistorici conservati nella melma per l’assenza di ossigeno. Innumerevoli i recuperi di corpi umani e di automezzi<br />

finiti accidentalmente nel fiume.<br />

illustrazioni:<br />

1957, la vestizione di “Pino”, Giuseppe Zanaboni. (foto) p. 12.<br />

1957, riparazione del pilone di un ponte. (foto) p. 13.<br />

“Pino” è pronto per scendere in acqua. (foto) p. 13.<br />

1963, una bomba di 5 q.li recuperata a Casalmaggiore. (foto) p. 14.<br />

215. PETER DICK, Di delfini, subacquei e altre antiche storie. Traduzione di Francesca Giacché<br />

n. 19, p. 15 - 16<br />

Il fregio con i delfini del palazzo di Knosso mette in evidenza l’associazione con il mare riflessa nella mitologia oltre la quale ci sono pervenute<br />

antiche storie di incontri fra l’uomo e i delfini. Erodoto, nel IV secolo a.C., narra la leggenda di Arione salvato da un delfino. L’iconografia di un<br />

ragazzo su un delfino ricorre frequentemente sulle monete ed è stata utilizzata per oltre due secoli della città di Taras (oggi Taranto). Ai tempi<br />

dei Romani il tema è ancora popolare e il museo di Efeso conserva una piccola statua bronzea raffigurante un delfino cavalcato da un ragazzo.<br />

illustrazioni:<br />

Figure di delfini nel palazzo di Knosso. (fregio) p. 15.<br />

L’area dei bagni del Ginnasio di Iassos. (foto) p. 16.<br />

Un giovane Mercurio, protettore del commercio e dei viaggiatori, che cavalca un delfino. (statua bronzea) p. 16.<br />

216. NINÌ CAFIERO, Eudi show 2001. Il ritorno di Demetrio. n. 19, p. 17 - 18<br />

Il ritorno alla ribalta sub di un celebre costruttore: Demetrio Morabito divenuto famoso negli anni ‘50 per la ditta “Mordem” con le varie invenzioni<br />

fra le quali il brevetto del fucile a cartuccia. Nel 1954 organizza la prima gara al mondo di tiro a segno subacqueo. Nel 2001 ricompare<br />

all’Eudi show con un nuovo catalogo nel quale è di spicco un nuovo ARO.<br />

217. GIANCARLO COSTA, Lo scafandro autonomo “Chone”. Una curiosità del 1947. n. 19, p. 18 - 19<br />

~ 30 ~

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!