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INDICI 1994 ~ 2005 - The Historical Diving Society Italia

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305. VINCENZO CARDELLA - FRANCESCA GIACCHÉ, La biblioteca dell’HDSI. n. 28, p. 36 - 38<br />

1 - Premio letterario nel mondo della subacquea “Il mio mare”.<br />

2 - Premio letterario internazionale di viaggio e d’avventura.<br />

3 - HDSI Internet.<br />

Elenco delle recenti acquisizioni.<br />

1 - La casa editrice Mandragora indice la prima edizione del premio per raccogliere emozioni ed esperienze inerenti gli sports subacquei con<br />

l’intento di pubblicare una edizione con i migliori racconti. Correlato al premio letterario anche un premio per immagini. Le indicazioni per<br />

partecipare.<br />

2 - Assegnati i premi “Città di Gaeta” che la giuria, presieduta da Folco Quilici, ha assegnato, fra gli altri, a Lamberto Ferri Ricchi per il suo libro<br />

“Oltre l’avventura”.<br />

3 - Il sito del Museo Tecnico Navale della Spezia offre la possibilità di visionare i pezzi più importanti che vi sono esposti: oltre alla collezione di<br />

‘polene’, i ‘maiali’ e lo scafandro Articolato “Galeazzi”.<br />

illustrazioni:<br />

La “Maschera di Omero” del Premio Città di Gaeta.. (foto) p. 38.<br />

2004 (X) FEBBRAIO N. 29<br />

306. n. 29, copertina<br />

illustrazioni:<br />

Autorespiratore a ossigeno a circuito chiuso (1853). (disegno).<br />

307. FEDERICO DE STROBEL, Iconografia storico-subacquea. Autorespiratore a ossigeno a circuito chiuso<br />

- Pierre Aimable de Saint Simon Sicard, 1853. n. 29, p. 5<br />

Figura ripresa da un giornale italiano che descrive l’immersione di un palombaro nella Senna il 10 aprile del 1853 di fronte a una commissione.<br />

Immersione durata oltre 35 minuti senza collegamento con la superficie. Ai molti dettagli dell’immersione, ripetuta il 17 aprile, fa riscontro la<br />

scarsità di descrizioni tecniche. Si tratta di una delle prime realizzazioni di un apparecchio di respirazione subacquea a circuito chiuso: l’antesignano<br />

della Aro.<br />

illustrazioni:<br />

Immagine da un giornale italiano dell’epoca (1853) dell’invenzione di De Saint Simon Sicard. (disegno) p. 5.<br />

308. IX convegno nazionale sulla storia dell’immersione - Storia dell’archeologia subacquea. n. 29, p.<br />

5<br />

Si svolgerà all’isola Palmaria il 25 settembre 2004 in collaborazione con l’associazione “Mare Nostrum” e il patrocinio del comune di Portovenere.<br />

309. PIETRO FAGGIOLI, Chariots. n. 29, p. 6 - 21<br />

Testo (bilingue in italiano e inglese) sulla genesi e la storia delle copie inglesi dei ‘maiali’. L’inizio è del 1941 quando Winston Churchill, dopo<br />

l’affondamento delle corazzate “Valiant” e “Queen Elizabeth” nel porto di Alessandria, sollecita la costruzione di simili mezzi per la Marina<br />

inglese. Sulla base di un ‘maiale’ catturato intatto a Gibilterra vengono costruiti i “chariots”. La storia dei primi insuccessi e i trasporti dei mezzi<br />

sui sottomarini. L’azione a Palermo di 5 ‘chariots’ nel 1943 con incidenti e inconvenienti che limitarono i successi soltanto contro la nave “Viminale”,<br />

l’incrociatore leggere “Ulpio Traiano”, il cacciatorpediniere “Grecale”, la torpediniera “Ciclone” e il mercantile “Gimma”. L’operazione<br />

nel porto di Tripoli che non porta a successi apprezzabili e il bilancio complessivo dei ‘chariots’ non è stato positivo anche per il numero degli<br />

incursori perduti. I sette mezzi rimasti a Malta vengono utilizzati per consentire avanscoperte sulla situazione della riva propedeutiche allo<br />

sbarco in Sicilia e vengono successivamente demoliti nel giugno del 1944. Dopo l’armistizio due ‘chariots’ nuovi con quattro incursori inglesi<br />

vengono trasportati da una motosilurante italiana nel golfo de La Spezia e affondano l’incrociatore “Bolzano”. Seguono le schede con la storia e<br />

le caratteristiche tecniche delle navi citate e una bibliografia. L’articolo termina con una cronaca dell’attacco a Palermo raccontata dall’incursore<br />

R. Greenland che aveva partecipato alla missione.<br />

illustrazioni:<br />

Il sommergibile “Trooper” con i ‘chariots’. (foto) p. 9, n. 1.<br />

Re Giorgio VI. (foto) p. 9, n. 2.<br />

Un ‘chariot’ britannico. (foto) p. 11, n. 3.<br />

Un ‘chariot’ in acqua. (foto) p. 11, n. 4 .<br />

Il sommergibile “P311”. (foto) p. 13, n. 5.<br />

R. Dick Cayley. (foto) p. 14, n. 6.<br />

L’incrociatore “Ulpio Traiano”. (foto) p. 15, n. 7.<br />

Un ‘chariot’ a Palermo. (foto) p. 16, n. 8.<br />

Il sommergibile “Thunderbolt”. (foto) p. 17, n. 9.<br />

La plancia di un ‘chariot’. (foto) p. 17, n. 10.<br />

310. FRANCESCA GIACCHÉ, Sommergibili italiani. n. 29, p. 22 - 24<br />

Prolungata la mostra “I sommergibili italiani: dal “Delfino” allo “Sciré” “ intesa a celebrare il centenario dell’impostazione della “Classe Glauco”<br />

nel 1903 all’Arsenale di Venezia. Successivamente, con notevoli migliorie, la “Classe Medusa” nel 1907. La “Classe Micca” è il primo tentativo<br />

italiano di costruire sommergibili di grande dislocamento con sei unità impostate a La Spezia fra il 1915 e il 1916. Fra le due guerre tre nuove<br />

soluzioni tecniche con circa 300 sommergibili disponibili per la II Guerra Mondiale che non furono, per altro, determinanti per la prevalenza<br />

della potente Royal Navy. Agli inizi degli anni ‘70 impostata la “Classe Sauro” e il “Todaro” viene varato il 6 novembre 2003. Segue una ‘finestra’<br />

con la storia del primo battello subacqueo della Marina italiana: il “Delfino”, una visione della mostra e una bibliografia finale.<br />

illustrazioni:<br />

Il sottomarino “Delfino”. (foto) p. 23, n. 1.<br />

Il sommergibile “Glauco”. (foto) p. 24, n. 1 (sic).<br />

Il sommergibile “Sciré”. (foto) p. 24, n. 2.<br />

Varo del sommergibile “Pullino”. (foto) p. 24, n. 3.<br />

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