INDICI 1994 ~ 2005 - The Historical Diving Society Italia
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4 - Scafandri Galeazzi e Siebe-Gorman con accessori e una muta Pirelli esposti dall’antiquario navale milanese “Vecchi monili”. Le attrezzature<br />
prestate da Paolo Campaner, Flavio Giudici e Fabio Vitale.<br />
5 - Guido Lombardi ha donato un fucile “Jaguar” e una custodia “Eva Marine Video”.<br />
6 - Programma della manifestazione del 18 ottobre 2003 a Portsmouth.<br />
7 - Piombino ospiterà una mostra sul relitto affondato durante la I guerra mondiale da un sottomarino tedesco e parzialmente recuperato da<br />
palombari.<br />
8 - Apparso sulla rivista “Aqva” (aprile 2003) un servizio di Fabio Liverani con foto delle attrezzature del museo.<br />
9 - Circa 240 libri, giornali e stampe oltre a 31 fucili subacquei donati all’HDSI. Di particolare interesse un album fotografico della ditta Baghino<br />
che contiene anche i lavori di recupero della corazzata “HMS Sultan” effettuati nel 1889. Ulteriormente, una sterlina d’oro recuperata dall’<br />
“Artiglio” dal carico dell’ “Egypt”.<br />
illustrazioni:<br />
Il cippo marmoreo in memoria dei palombari e sommozzatori caduti in servizio. (foto) p. 26.<br />
La cerimonia del 28 giugno 2003 al Varignano. (foto) p. 27.<br />
Fabio Liverani fotografa al museo. (foto) p. 29.<br />
La donazione di Guido Lombardi al museo. (foto) p. 29.<br />
La sterlina d’oro proveniente dal recupero dall’Egypt. (foto) p. 30.<br />
295. SERGIO LOPPEL, Il Cristo riemerso. n. 27, p. 31 - 32<br />
Presente alla posa in acqua del 1954 e al recupero del 2003 per ‘curare le ferite’ inferte alla statua dall’irresponsabilità di un marinaio, descrive<br />
la cronaca dell’operazione effettuata alla presenza di varie autorità. La riemersione e il viaggio verso il porto di Genova a bordo della corvetta<br />
“Palmaria” della Marina Militare con la prospettiva della ricollocazione in mare nel 2004.<br />
illustrazioni:<br />
L’imbracatura per la riemersione nel luglio del 2003. (foto) p. 31.<br />
La posa sul fondo nell’agosto del 1954. (foto) p. 31.<br />
296. VINCENZO CARDELLA - FRANCESCA GIACCHÉ, La biblioteca dell’HDSI. n. 27, p. 32 - 33<br />
Presentazione dei volumi: “Atlante delle navi greche e romane” di Filippo Avila e “Animali marini pericolosi” di Ferruccio Chiesa con l’elenco<br />
delle recenti acquisizioni da parte della biblioteca.<br />
illustrazioni:<br />
Copertina del volume “Atlante delle navi greche e romane” di Filippo Avila. (libro) p. 32.<br />
Copertina di “Animali marini pericolosi” di Ferruccio Chiesa. (libro) p. 32.<br />
2003 (IX) NOVEMBRE N. 28<br />
297. n. 28, copertina<br />
illustrazioni:<br />
Scafandro autonomo di Freminet (1772). (incisione).<br />
298. FEDERICO DE STROBEL, Iconografia storico-subacquea. n. 28, p. 5<br />
Una brochure del 1784 descrive gli esperimenti di Freminet con la “Machine hydrostatergatique” degli anni 1772-76: la prima raffigurazione<br />
di uno scafandro autonomo dato che l’aria non proviene dalla superficie ma da un contenitore portato sott’acqua. Per altro non considerata la<br />
depurazione dell’anidride carbonica. Effettuate varie operazioni nella Senna, a Le Havre e a Brest fra il 1773 e il 1776 sia per lavori in carena<br />
che per il recupero di oggetti. Testimonianze riferiscono di un’ora di immersone a 17 m.<br />
illustrazioni:<br />
Scafandro autonomo di Freminet (1772). (incisione) p. 5.<br />
299. FAUSTOLO RAMBELLI, Sulle maschere da sub, e qualche autorespiratore, ante II G.M. n. 28, p.<br />
6 - 22<br />
Testo bilingue (in italiano e inglese). I presupposti per l’immersione autonoma: autorespiratori, pinne e maschera. L’Ara nasce ai primi dell’800,<br />
poi nel 1864 l’invenzione dell’erogatore con Rouquayrol-Denayrouze, nel 1918 quella del giapponese Riiki Watanabe e quella di Georges Commeinhes<br />
fino all’avvento dell’erogatore Cousteau-Gagnan. Per le pinne: intuite da Leonardo e dal sommozzatore di Borelli (1680), dobbiamo<br />
attendere il 1923 per vederle realizzate da Le Corlieu e sono lo strumento fondamentale per l’immersione nelle tre dimensioni. E’ del 1331<br />
la prima notizia di una maschera: è del marocchino Ibn Battuta che descrive, per i pescatori di perle, una specie di occhiali di tartaruga ma è<br />
ancora Leonardo da Vinci che ci ha lasciato il disegno di un uomo attrezzato per lavorare sott’acqua. Nel 1828 Lemaire D’Augerville con il suo<br />
“Appareil pneumato-nautique” utilizza una maschera di rame, munita di due vetri. La maschera-erogatore di Watanabe “Ohgushi” del 1918 e il<br />
“Fernez” degli anni ‘20 utilizzato dai pescatori di spugne, simile a una maschera antigas. Gli occhiali dell’Aro di Davis a cavallo degli anni ‘30 e<br />
la maschera a gran facciale di Yves Le Prieur del 1933. La maschera con le perette laterali di compensazione di Raymond Pulvénis. Il racconto<br />
di Luigi Miraglia del 1935 in merito ai tre giapponesi che si immergevano con occhialini di legno di balsa. Il brevetto della “Monogoggle” di<br />
Wilhelm e Kramarenko del 1937. Termina con l’aggiunta di note e una estesa bibliografia.<br />
illustrazioni:<br />
Tre disegni di Leonardo da Vinci con maschera e sistemi di immersione. (disegno) p. 9, n. 1.<br />
Pescatori di corallo (sec. XVI) con gli ‘specilli’ agli occhi. (incisione) p. 9, n. 2.<br />
La maschera di Lemaire D’Aguille del 1928. (disegno) p. 11, n. 3.<br />
La maschera a gran facciale di Rouquayrol-Denayrouze. (disegno) p. 11, n. 4.<br />
La maschera-erogatore “Ohgushi” del 1918. (foto) p. 13, n. 5.<br />
Il “Fernez” degli anni ‘20. (foto) p. 14, n. 6.<br />
Gli occhiali dell’Aro Davis (1928-32). (foto) p. 15, n. 7.<br />
La maschera a gran facciale di Le Prieur (1933). (foto) p. 16, n. 8.<br />
Occhialini delle pescatrici Ama. (foto) p. 17, n. 9.<br />
Maschera a gran facciale I.A.C. del 1935. (foto) p. 17, n. 10.<br />
Maschera di Poulvénis con le perette di compensazione. (foto) p. 18, n. 11.<br />
Occhialini in legno giapponesi (1932). (disegno) p. 19, n. 12.<br />
Luigi Miraglia con gli occhialini giapponesi (1932). (foto) p. 20, n. 13.<br />
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