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INDICI 1994 ~ 2005 - The Historical Diving Society Italia

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prodotti dalla San-O-Sub <strong>Italia</strong> nel 1996. Ancora, la Tecnoprene con il modello “Murena” del 1999 e il “Combat” del 2000. L’OMG, la più<br />

importante ditta italiana del settore, con i modelli “Castoro” e “Caimano” di largo utilizzo e adottati dal Comsubin.<br />

illustrazioni:<br />

Il “Modello da immersione” della Bergomi. (foto) p. 6, n. 11.<br />

Il “Modello sommergibili” della Bergomi. (foto) p. 7, n. 12.<br />

Il “Poseidon” della Pirelli. (foto) p. 8, n. 13.<br />

Quintino di Napoli con l’Aro della Salvas utilizzato da Francesco Alliata. p. 8, n. 14.<br />

Il modello a grande autonomia “Universal” della Salvas. (foto) p. 9, n. 15.<br />

Il “Super Aro” della Cressi per la Marina Militare. (foto) p. 9, n. 16.<br />

“Aro amagnetic” della Technisub, anni 70. (foto) p. 10, n. 17.<br />

Il “Naubos AR88” della Nautilus. (foto) p. 11, n. 18.<br />

L’Aro della Mordem. (foto) p. 12, n. 19.<br />

L’Aro “C96” della San-O-Sub. p. 12, n. 20.<br />

L’Aro “Combat” della Tecnoprene. (foto) p. 13, n. 21.<br />

Il “Castoro C96 Pro” della O.G.M.. (foto) p. 13, n. 22.<br />

268. FAUSTOLO RAMBELLI, L’Aro di Hans Hass nel 1942. n. 25, p. 14 - 16<br />

Come ideale seguito del precedente articolo sulla storia degli Aro si propone uno scritto del celebre personaggio (insignito del “HDS <strong>Italia</strong> award<br />

- 1997”) tratto dal suo volume “Uomini e squali” del 1949 (apparso in <strong>Italia</strong> nel 1951). Descrive la facilità delle sue immersioni con l’Aro durante<br />

il viaggio del 1942 nel Mare Egeo e la differenza fra la respirazione di ossigeno e di aria - per il problema dell’embolia - sottolineando anche la<br />

maggiore autonomia che consente il circuito chiuso dell’ossigeno e il limite da non superare di 20 metri.<br />

illustrazioni:<br />

L’Aro “Taucheretter” della Dräger utilizzato da Hass. (foto) p. 15.<br />

269. ALBERTO ROMEO, Luciana Civico. n. 25, p. 17 - 23<br />

Compagna di Raimondo Bucher viene da lui iniziata all’immersione e raggiunge, con lui, profondità ragguardevoli raccogliendo il corallo. Bucher<br />

decide che può battere il record della statunitense Zale Perry che lo deteneva con -71 m e riesce a coinvolgere la Marina Militare che mette a<br />

disposizione addirittura la nave “Proteo”. Nel novembre del 1962 avviene il record in un contesto difficile per la precaria situazione meteorologica:<br />

Luciana riemerge consegnando il cartellino dei -80 nelle mani di Michele Lisi della FIPS di Napoli. La solenne cerimonia di premiazione<br />

con l’equipaggio schierato in plancia; vari servizi appaiono su quotidiani e riviste specializzate in <strong>Italia</strong> e all’estero. Successivamente, per battere<br />

il record di -92 m appartenente alla catanese Katia Franzeri, Luciana scende a -102 m il 6 aprile 1986 alle Maldive.<br />

illustrazioni:<br />

La nave appoggio “Proteo”. (foto) p. 17.<br />

Preparativi prima dell’immersione del record. (foto) p. 18.<br />

Luciana sta per tuffarsi dal bordo del “Proteo”. (foto) p. 19.<br />

Luciana stringe la pinza dello scafandro articolato a -30 m dopo il record. (foto) p. 19.<br />

Consegna dl cartellino nelle mani di Michele Lisi. (foto) p. 20.<br />

Luciana mostra il cartellino dei - 80 m. (foto) p. 20.<br />

Sulla scaletta con l’attrezzatura del record. (foto) p. 21.<br />

Luciana e Raimondo al tempo del record. (foto) p. 22.<br />

Pubblicità della Salvas apparsa su “Mondo sommerso”. (pubblicità) p. 22.<br />

Luciana in risalita dopo il record e foto di gruppo sub. (foto) p. 23.<br />

270. FRANCESCA GIACCHÉ, n. 25, p. 24 - 25<br />

1952-2002 Cinquantenario del servizio sommozzatori Vigili del Fuoco.<br />

E’ trascorso mezzo secolo da quando Luigi Ferraro mette a punto un programma di addestramento per una specifica sezione dei Vigili del Fuoco<br />

spesso chiamati a operare in situazioni difficili o addirittura estreme. Con l’inseparabile Duilio Marcante, Edmondo Sorgetti, Gino Kalby e<br />

Carlo Rossi ha inizio il I Corso Sommozzatori e, dal 1952, il Corpo Nazionale Vigili del Fuoco, prima organizzazione civile al mondo, dispone<br />

di uno specifico servizio. Nasce un sodalizio con Giorgio Chimenti, ispettore regionale dei Vigili del Fuoco della Liguria, che si concreta in<br />

molte imprese e dà vita al volume “Una fiamma negli abissi” che riporta una parte significativa dei 50 anni di storia. Grazie a una organizzazione<br />

capillare con 33 nuclei operativi e circa 300 uomini, modernissime attrezzature subacquee di ricerca e accurata preparazione, il Servizio Sommozzatori<br />

costituisce una delle più qualificate strutture del Corpo del Vigili del Fuoco ed è stato insignito del “Tridente d’oro” dall’Accademia<br />

internazionale di Ustica.<br />

illustrazioni:<br />

Genova, 2002. Dimostrazione con i mezzi dei Vigili del Fuoco. (foto) p. 24.<br />

Giorgio Chimenti durante la cerimonia per il cinquantenario. (foto) p. 24.<br />

Altra dimostrazione con elicottero. (foto) p. 25.<br />

Prime sperimentazioni dell’impiego di elicotteri negli interventi dei Vigili del Fuoco Sommozzatori. (foto) p. 25.<br />

271. FAUSTOLO RAMBELLI, I chiaroveggenti della subacquea. n. 25, p. 26 - 27<br />

Due esempi della chiaroveggenza di autorevoli personaggi: Beebe William (1877-1962), biologo, esploratore e scrittore, dal 1919 direttore della<br />

“New York Zoological <strong>Society</strong>”, celebre per le immersioni con la batisfera con cui raggiunge - nel 1931 - la quota di -923 m, nel suo libro<br />

“Half Mile down” del 1935 anticipa quello che sarebbe stato il futuro della confidenza dell’umanità con il mare e con l’immersione autonoma.<br />

Dimitri Rebikoff (1921) è un grande della subacquea mondiale. Nel 1952 scafandra e porta sott’acqua il primo flash elettronico, costruisce<br />

scooters subacquei ed e’ autore di importanti pubblicazioni. Nel 1952 scrive: “Quello che rimane all’uomo da esplorare è il fondo del mare …<br />

quando la televisione gli avrà fatto vedere il fondo del mare, l’uomo vorrà anche andarvi per trovare nello sfruttamento di quel nuovo dominio<br />

un supplemento di risorse…”.<br />

illustrazioni:<br />

La “Tribuna illustrata” del 27 luglio 1927 raffigura William Beebe intento a prendere appunti con un elmo da palombaro. (copertina) p. 26.<br />

La rivista “Scienza e vita” del settembre 1952 dove è apparso un articolo di Rebikoff sul futuro del mondo subacqueo: “Aliante subacqueo con<br />

motore”. (copertina) p. 27.<br />

272. SERGIO LOPPEL, L’ultima immersone. n. 25, p. 28 - 29<br />

Il sommergibile “Sciré” fu affondato il 10 agosto 1942 vicino al porto di Haifa. L’intero equipaggio, 42 marinai, rimase nella tomba. Accompagnato<br />

da una barca del “<strong>Diving</strong> Center”, Sergio si prepara all’immersione ma non porta con se la macchina fotografica, compagna inscindibile<br />

di tutte le sue sommozzate. La grande sagoma nera dello scafo arrugginito gli appare contorto e slabbrato dalle bombe di profondità. I portelli<br />

saldati dai sommozzatori dell’Anteo per difendere lo scafo dall’intrusione dei subacquei: lo “Sciré” deve rimanere un monumento alla dignità<br />

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