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INDICI 1994 ~ 2005 - The Historical Diving Society Italia

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2 - Donazioni al museo.<br />

1 - Il sito francese che ha lo scopo di favorire gli scambi di conoscenze e informare con varie sezioni specificamente dedicate alle attrezzature.<br />

Notizie e studi tecnici e storici.<br />

2 - Nuove acquisizioni per la cineteca del museo e per la biblioteca.<br />

illustrazioni:<br />

Copertina e premessa di “Scritti subacquei di Alessandro Olschki” e ritratto contro il frontespizio. (libro) p. 34.<br />

<strong>2005</strong> (XI) SETTEMBRE N. 34<br />

361. n. 34, copertina<br />

illustrazioni:<br />

Jules Verne - Vingt mille lieues sous les mers 1871. (disegno).<br />

362. FEDERICO DE STROBEL, Iconografia storico-subacquea. n. 34, p. 5<br />

Fra le immagini tratte da romanzi uno dei testi più significativi è “Ventimila leghe sotto i mari”. Nel descrivere gli scafandri autonomi a bordo del<br />

“Nautilus” lo specifico riferimento è all’invenzione di Rouquayrol con il primo erogatore subacqueo e dimostra che lo scrittore era dotato non<br />

solo di intuizioni lungimiranti ma era anche aggiornato sulle più recenti conquiste tecnologiche sottomarine della sua epoca.<br />

illustrazioni:<br />

Copertina del romanzo di Verne “Vingt mille lieues sous les mers” del 1871. (libro) p. 5.<br />

363. STÉPHANIE CHANVALLON, Da Leonardo da Vinci a Louis de Corlieu - Il lungo cammino della propulsione<br />

subacquea. Traduzione e note di Faustolo Rambelli n. 34, p. 6 - 12<br />

Con l’invenzione del primo autorespiratore Fernez-Le Prieur ha inizio l’avventura del turismo subacqueo. Il primo club subacqueo al mondo è<br />

il “Club des scaphandres et de la vie sous l’eau” del 1935. Lo spostamento sott’acqua è demandato all’uso delle braccia e limita, ovviamente il<br />

movimento. Già nel XVI secolo Leonardo da Vinci concepisce un modello di propulsione ma si tratta di guanti palmati. Nel 1680 la prima<br />

raffigurazione (di Borelli) di scarpe palmate ma l’uomo acquatico che abbia la possibilità di spostarsi come un pesce non è ancora nato. Bisogna<br />

attendere l’inizio del ‘900 quando Louis de Corlieu realizza un primo modello di pinne che brevetta nel 1933 e che vengono sperimentate dal<br />

Club francese nel 1936. Con le pinne l’ “homo sapiens” terrestre si trasforma in “homo delphinus” per la possibilità che ha di spostarsi nelle tre<br />

dimensioni. Già nel 1937 de Corlieu realizza il primo modello di ‘monopinna’ riferendosi al nuoto dei mammiferi. Nel 1940 le pinne furono di<br />

corredo a molte marine militari e contribuirono in modo fondamentale alla diffusione degli sports subacquei.<br />

Seguono la bibliografia e le note.<br />

illustrazioni:<br />

Louis de Corlieu con le palette alle mani e le pinne ai piedi. (foto) p. 6.<br />

I guanti palmati di Leonardo da Vinci. (disegno) p. 7.<br />

Le palette di de Corlieu da applicare alle mani. (disegno) p. 7.<br />

Ritratto di Leonardo da Vinci. (disegno) p. 7.<br />

Dal brevetto di de Corlieu il disegno delle pinne. (disegno) p. 8.<br />

Vengono calzate le pinne di de Corlieu. (foto) p. 8.<br />

Con le pinne i sommozzatori hanno trovato il loro cielo. (foto) p. 9.<br />

Sei modelli di pinne della metà del secolo scorso. (foto) p. 10.<br />

364. DANIEL DAVID, “Il cavallo marino” ovvero le pinne di Napoleone. Traduzione di Faustolo Rambelli<br />

n. 34, p. 12 - 14<br />

Trovata in archivio la descrizione di un apparecchio per migliorare la locomozione del subacqueo. Jean Pierre Bial partecipa alle campagne napoleoniche;<br />

durante la battaglia di Lipsia viene seriamente ferito e considerato morto sul campo. Sopravvissuto, nel campo di prigionia scrive<br />

le memorie e riferisce del dubbio che Napoleone volesse effettivamente invadere l’Inghilterra; descrive i preparativi fra i quali “una infernale<br />

macchina galleggiante” e un vestito da palombaro con ai piedi delle specie di alette simili ai talari di Mercurio. Segue la bibliografia e le note.<br />

365. FAUSTOLO RAMBELLI, Le pinne e loro antenati. n. 34, p. 14 - 15<br />

Come ideale seguito al precedente articolo si propongono le precedenti raffigurazioni a partire da due disegni in un manoscritto del XV secolo<br />

giungendo alla raffigurazione di un umanoide con le pinne. Ci si chiede come mai un così efficiente sistema di propulsione abbia dovuto attendere<br />

secoli prima di venire industrialmente realizzato.<br />

illustrazioni:<br />

Il disegno di Borelli del 1680 che raffigura un fantastico sistema autonomo di immersione avendo il sommozzatore delle “pseudo-pinne”.<br />

(disegno) p. 14, n. 1.<br />

Due iconografie dal manoscritto del XV secolo conservato alla Biblioteca Centrale di Zurigo. (disegni) p. 15, n. 2.<br />

L’umanoide disegnato sulla copertina de “L’insidia sottomarina, come fu debellata” di Ettore Bravetta, del 1919. (disegno) p. 15, n. 3.<br />

Alcune attrezzature di Luigi Ferraro utilizzate durante le sue incursioni notturne. (foto) p. 15, n. 4.<br />

366. G. NINÌ CAFIERO, “Explorer”, il primo erogatore bi-stadio n. 34, p. 16 - 17<br />

Brevettato da Alberto Novelli e dal tecnico dell’Italsider Pietro Buggiani viene commercializzato dalla Pirelli. Il 29 agosto 1959 Cesare Olgiay,<br />

Alberto Novelli ed Ennio Falco fissano il record di immersione con Ara a -131m respirando con l’ “Explorer” che andava indossato con i fondelli<br />

delle bombole in alto essendo all’altezza dei polmoni il soffietto che, dopo un riduttore di pressione, riconduce alla pressione ambiente<br />

conducendo l’aria attraverso un tubo corrugato. Le prime, sofferte, prove in mare con Claudio Ripa.<br />

illustrazioni:<br />

La descrizione tecnica dell’”Explorer Maior”. (descrizione) p. 16.<br />

Descrizione tecnica del funzionamento. (disegni) p. 17.<br />

Una immagine dell’apparecchio. (foto) p. 17.<br />

367. FRANCESCO LO SAVIO, Recupero del carico della motonave iugoslava “Cavtat”. n. 34, p. 18 - 21<br />

Ricordando l’uomo che ha dedicato tutta la sua vita alla professione subacquea si propone una cronaca da lui scritta.<br />

Speronato da una bananiera, il “Cavtat” affonda il 14 luglio 1974 davanti a Capo d’Otranto in 93 metri di fondo. Contiene fusti con piombo<br />

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